La festa della dedicazione del glorioso Arcangelo e Principe della Chiesa San Michele, che solennizziamo il 29 settembre, ci deve primariamente spingere a rendere grazie a Dio per il favore concesso alla sua Chiesa di avere per padrone e difensore San Michele; tributandogli i nostri ossequi e preghiere, impetriamo dal Signore nostro Dio alcune di quelle molte grazie che San Michele dispensa in gran numero ai suoi devoti.
In secondo luogo, in questa festa celebriamo insieme con il Principe della Milizia Celeste la memoria di tutti gli altri angeli, adorando e rendendo grazie alle divine disposizioni di aver create queste eccellenti creature per la Sua gloria e per nostro vantaggio, perché essi sono destinati dalla bontà di Dio a soccorrerci e difenderci in questo mortale pellegrinaggio; per la qual cosa, ne segue che dobbiamo onorarli e prestare loro ogni culto prima per l'eccellenza della loro natura, poi per i benefici che Dio ci effonde per mezzo loro.
Riguardo al Principe ed Arcangelo San Michele, dobbiamo dire a sua lode che pochissimi santi vantano nella Chiesa di Dio un culto più antico e singolare di quello di San Michele. Si rese tanto celebre e diffuso, che sin dai primi tempi della nascente Chiesa fu portato fino all’eccesso, e degenerò in superstizione. L'eresiarca Cerinto, ed anche Simone il mago, proposero l'onore e la venerazione degli angeli come un mezzo indispensabile per sollevarsi in Dio, e ottenere da Lui le grazie. Vi si opposero i cattolici, che ai tempi di Costantino il Grande fu purgato l'angelico culto dalle superstizioni introdotte dall'eresia, e si continuò a celebrare la festa del santo Arcangelo in tutti quei tempi che durante l'anno si trovavano a lui dedicati.
In molti luoghi della Scrittura si parla di san Michele, che nel nome significa: “Chi è colui che può essere simile a Dio?”. Nell’Apocalisse ci viene descritta la battaglia seguita in cielo tra San Michele con i suoi angeli e Lucifero con i suoi demoni, nella quale riportò gloriosa vittoria contro il dragone infernale. Nell'epistola del santo apostolo Giuda, si parla di una seconda vittoria di San Michele riportata contro il demonio per una disputa insorta sopra il corpo di Mosè. Era già morto questo gran condottiero e operatore di prodigi, quando il demonio, prevedendo che un popolo tanto inclinato all'idolatria avrebbe adorato la salma come un dio, spingeva gli Israeliti, sotto buone apparenze, ad innalzargli un sontuoso mausoleo: ma San Michele, come protettore di quella nazione, glielo impedì, e fece in modo che il sepolcro di Mosè rimanesse ignoto agli Israeliti.
È fuori di dubbio che questo Principe della celeste Milizia, San Michele Arcangelo, sia stato assegnato come protettore anche della nostra Chiesa, tant'è che dopo l'ascensione di Cristo al cielo, non abbiamo apparizioni di nessun altro Arcangelo al di fuori di San Michele, il quale si lasciò vedere in molti luoghi del mondo cristiano per testimoniare la sua protezione.
Dobbiamo anche sapere che San Michele è preposto per condurre le anime al tribunale di Dio, nel momento in cui devono essere giudicate ed escono da questo corpo.
“Questi - dice la Chiesa – è l'Arcangelo San Michele, capo della milizia degli angeli: l'onore che gli si presta porta mille benefici ai popoli, e la sua intercessione ci conduce al Regno dei cieli”. “Questi è San Michele – aggiunge - cui Dio ha dato la cura delle anime dei suoi eletti, per condurle nel soggiorno dei beati. L'Arcangelo San Michele, dice la Scrittura, è venuto in soccorso del popolo di Dio, e non cessa di proteggere tutte le persone dabbene”.
Per le quali cose, sia nostra cura il prenderlo per avvocato e continuo difensore presso il trono di Dio. Egli è il primo ministro di quella celeste corte, attraverso la quale dobbiamo essere ammessi alle eterne sedi: pertanto ciascuno di noi, e tutti insieme, dobbiamo riconoscerlo per nostro particolare protettore, lodarlo, pregarlo spesso, spiegargli i nostri desideri, sollecitarlo ad esaudirci e rendercelo propizio in vita e in morte con una buona condotta.
Riflessione
Chi ha fatto nascere l'enorme differenza di condizione e di sorte che passa tra questi due capitani, l'uno San Michele, capo degli spiriti beati e protettore della Chiesa, l'altro Lucifero, capo dei demoni e nemico implacabile dei servi di Dio? Mi si risponderà: il peccato. Sì, un solo pensiero di orgoglio, un consenso momentaneo è stato l'infausta sorgente dell'orrendo precipizio. Un solo interno peccato ha estinto in un momento tanta luce che sfavillava nel capo, scintillava nei sudditi; macchiò tutte le belle qualità di cui erano adorni e li cambiò da stelle luminose quali erano in spenti e neri carboni. Che gran male non è dunque un solo peccato mortale! Da quali effetti funesti non è stato mai seguito! Preghiamo il nostro Arcangelo, che si mantenne puro e santo, ad impetrarci la grazia di non cadere mai in questo orrendo mostro, né che mai perdiamo peccando la grazia di Gesù Cristo, e ci conduca felici alle beate porte del Cielo.
Veronica Tribbia