Inizialmente il simbolo della santissima Vergine fu la Terra del Paradiso Terrestre, la quale, non essendo ancora soggetta alla maledizione per il peccato dell'uomo, era tutta bella; e senza opera d'uomo, che la lavorasse, e senza piogge era feconda, essendo solamente innaffiata dalle acque di un fonte, che scaturiva dalla medesima terra. “Ora per questa terra - dice sant'Agostino - tutta bella e ornata, con ogni ragione s'intende la santissima Vergine Maria Madre di Dio, la quale fu innaffiata, cioè resa feconda, dallo Spirito Santo, che sotto il nome di fonte e di acqua è indicato nell'Evangelo”.
Simbolo di Maria santissima parimente adattato a rappresentare l'ineffabile sua prerogativa di Vergine e Madre, è il Roveto, nel quale Iddio apparì a Mosè e che ardeva senza consumarsi. Alla qual vista, attonito, il santo Mosè voleva accostarsi a quel Roveto, per vedere come mai ardesse e non si consumasse: ma Iddio gli disse di non accostarsi, se prima non si levava le scarpe, perché quel luogo in cui si trovava, era santo. Questa prodigiosa visione dunque voleva significare che così come quel Roveto ardeva senza consumarsi, così Maria santissima, per uno stupendo miracolo, sarebbe stata madre, e avrebbe partorito senza lesione alcuna della sua verginità. “Oh miracolo veramente grande! - esclama san Gregorio Nisseno - una Vergine diviene Madre e rimane Vergine, né la verginità impedisce il parto, né il parto toglie la verginità! Questo è quello che osservò il gran Mosè in quella apparizione che Iddio gli fece di mezzo a quel Roveto, che tutto ardeva senza consumarsi. Passerò, disse egli, a vedere qual sia questa gran visione. Ma forse egli doveva passare non da luogo a luogo, ma da uno a un altro tempo, a quel tempo cioè in cui quel tanto che figuratamente rappresentava quel Roveto, si doveva vedere svelatamente e chiaramente verificato nella Vergine: cioè come quei rovi tramandavano fuoco e non si bruciavano, così la Vergine doveva partorire il lume del Mondo (cioè il divin Verbo fatto uomo) senza alcun danno della sua verginità”. E perciò la santa Chiesa, riconoscendo in questo simbolo le due prodigiose prerogative di Vergine e di Madre insieme unite in Maria, canta in suo onore: Nel Roveto che Mosè vide ardere e non bruciarsi, noi riconosciamo, o gran Madre di Dio, la vostra verginità mirabilmente conservata, per la quale degna siete d'ogni lode.
Così pure la Verga sacerdotale di Aronne rappresenta l'incomparabile pregio della santissima Vergine. Di questa verga si dice nella Scrittura che il Signore comandò che ciascuno delle dodici Tribù desse a Mosè una verga, ovvero bacchetta, sopra la quale fosse scritto il nome del Principe della Tribù, e sopra quella di Levi vi fosse il nome di Aronne; e che queste verghe si collocassero nel Tabernacolo dell'Alleanza davanti all'Arca, acciocché a tutto il popolo d'Israele apparisse che quegli, la cui verga avesse fiorito, era eletto da Dio per esercitare le funzioni sacerdotali. Ora la verga d'Aronne fu quella che posta nel Tabernacolo si trovò la mattina seguente fiorita, e con mandorle mature colle loro foglie all'intorno. E fu certamente uno stupendo miracolo, che una bacchetta senza essere piantata in terra, senza radici d'alcuna sorta, senza umore alcuno che naturalmente la fecondasse, a un tratto germogliasse, fiorisse e producesse frutto. Ma questo è appunto un simbolo di quel che accadde in Maria santissima, la quale, posta nel Tabernacolo, cioè essendo essa medesima un vivo tempio dello Spirito Santo, senza opera alcuna umana, o che sentisse del terreno, concepì e partorì quel benedetto frutto che dà e conserva a tutti la vita spirituale dell'anima. Cosi dice san Bernardo: “Fu Maria figurata dalla sacerdotale verga d'Aronne, la quale senz'avere messe radici fiorì”. E altrove dice: “Che altro voleva significare quella verga d'Aronne fiorita, senz'aver tratto dalla terra umore alcuno, se non la santissima Vergine, la quale concepisce e diviene feconda senza conoscere alcun uomo? E come il fiore uscito dalla verga non le tolse punto della sua viridità, così il parto della Vergine non recò alcun nocumento al suo verginale candore”.
Ma più ancora dei precedenti simboli, gravido fu di misteri riguardanti la santissima Vergine il meraviglioso Vello di Gedeone. Si ha nella Sacra Scrittura, che Gedeone avendo posta una notte sopra della sua aia un vello, cioè la lana d'una pecora, questo si trovò la mattina tutto inzuppato di rugiada, di maniera che Gedeone, avendolo spremuto, riempì di quella rugiada una conca: e tutta la terra intorno al vello era asciutta. La notte seguente pose Gedeone lo stesso vello nel medesimo luogo, e la mattina si trovò il vello asciutto, e tutto il terreno intorno bagnato. Il che fu un miracolo operato da Dio per assicurar Gedeone che per mezzo suo avrebbe liberato Israele dai suoi nemici, i quali già da sette anni lo tenevano nell'oppressione. Fu dunque questo Vello un simbolo della santissima Vergine, perché, come osserva san Bernardo, il vello fu inzuppato dalla rugiada prima dell'aia, per denotare che la Santissima Vergine doveva esser la prima a ricevere dentro di sé quello che doveva poi diffondersi per tutto il Mondo, cioè Gesù Cristo e la sua grazia.
“Mira , o uomo, - dice san Bernardo - il consiglio di Dio, riconosci il consiglio della sua sapienza, il consiglio della sua pietà. Volendo egli innaffiare tutta l'aia colla celeste rugiada, ne inzuppò tutto il Vello, con ciò significando che per redimere il genere umano avrebbe posto in Maria tutto il prezzo di questo riscatto”. Inoltre benché tutta l'aia fosse bagnata dalla rugiada, nessuna parte d'essa però comprese tutta la rugiada piovuta, come la comprese il Vello; onde fu il Vello come una fontana, che all'arida terra comunica le ridondanti sue acque. Così Maria santissima tutto ebbe in sé il fonte della grazia, che è Cristo; e ne fu con tal dovizia ripiena, che per mezzo d'essa agli altri si comunica; ed ella sola ebbe più grazia, che non n'ebbero tutti gli altri giusti insieme.
Tutto ciò è mirabilmente esposto dal suddetto san Bernardo: “Con ragione - dice egli parlando alla santissima Vergine - il frutto, che avete portato, è singolarmente vostro, benché per vostro mezzo sia giunto a tutti. Così appunto una volta tutta la rugiada cadde sul Vello, e tutta cadde sull'aia; ma su nessuna parte dell'aia cadde tutta, come tutta cadde sul Vello. In voi sola, o Maria, quel Re cotanto ricco s'è fatto povero; l'eccelso si è abbassato; l'immenso s'è raccorciato, e divenuto minore degli Angeli; in voi finalmente il vero Iddio, il Figliuolo di Dio, s'è incarnato. Ma con qual frutto? Acciocché noi tutti siamo dalla sua povertà arricchiti, dal suo abbassamento innalzati; dalla sua piccolezza ingranditi, e per mezzo dell'Incarnazione essendo uniti a Dio, cominciamo ad essere un solo spirito con Lui”. E perciò la santa Chiesa riconosce in questo Vello di Gedeone adombrato il mistero dell'Incarnazione, e della nascita del Verbo dalla santissima Vergine, cantando nel suo uffizio: Nella vostra ineffabile nascita dalla Vergine o Signore, si sono adempiute le Scritture: Voi scendeste come la pioggia nel vello, per far salvo il genere umano.
Finalmente, simboli della Santissima Vergine, per tacere degli altri, furono il Tempio di Salomone e l'Arca dell'Alleanza, la quale si conservava e venerava nel medesimo Tempio. Non ebbe il popolo d'Israele cosa né più magnifica, né più religiosa, né più santa del Tempio e dell'Arca. Quel nobilissimo edificio,in cui tutto era prezioso e tutto adorno d'oro, era destinato, per usare le parole della Scrittura, per l'abitazione non già d'un uomo, ma dello stesso Iddio. E di fatto fu esso nella sua consacrazione ripieno della maestà del Signore, come dice la Scrittura: avendo Iddio dati segni sensibili della sua presenza in quel luogo. Or chi non vede, quanto propriamente si riconosca adombrata nel mentovato Tempio la santissima Vergine? Essa fu ornata di tutte le più sublimi e le più eroiche virtù, che la rendevano degna abitazione di Dio: essa divenendo Madre del divin Verbo fattosi uomo, col sopravvenire in lei lo Spirito Santo, e col ricoprirla l'Altissimo coll'ombra della sua virtù, fu ripiena della maestà di Dio in una maniera assai più segnalata di quel che ne fosse stato ripieno già il Tempio: essa in somma fu la vera, propria abitazione di Dio. Laonde a ciò alludendo la Chiesa, nelle lodi che dà a Maria, la chiama: Tempio del Signore, Sacrario dello Spirito Santo. E con egual ragione la stessa Chiesa invoca la Santissima Vergine con appropriarle il nome d'Arca dell'Alleanza, (Fæderis Arca). Perché come quest'Arca, tutta ricoperta e al di dentro e al di fuori d'oro purissimo, racchiudeva le due tavole della Legge data da Dio a Mosè sul monte Sinai, e un vaso con della manna caduta miracolosamente dal Cielo per nutrirne il popolo d'Israele nel deserto; così Maria santissima, del tutto pura d'anima e di corpo, racchiuse nel suo seno Gesù Cristo Legislatore della legge di grazia, e autore e consumatore della nuova eterna alleanza fra Dio e gli uomini; Gesù Cristo, che come Egli stesso dice nel Vangelo, è la vera manna, il pane vivo sceso dal Cielo, per dare la vita eterna a coloro che, vivendo nel deserto di questo misero Mondo, se ne nutriscono degnamente.
P. Carlo Massini