16/11/2017 - E' possibile che un sacerdote che vuole dire la S. Messa di domenica si ritrovi ad elemosinare una chiesa, vedendosi rifiutato da un'intera diocesi? Purtroppo, è ciò che è successo recentemente in una diocesi del nord Italia (di cui non riveliamo il nome per evitare sicure rappresaglie alla piccola comunità dei fedeli in questione... siamo a questi livelli nella chiesa misericordiosa capitanata dall'attuale vescovo di Roma!), dove ad un sacerdote della Fraternità sacerdotale S. Pietro, in visita al gruppo di fedeli che segue spiritualmente da anni, è stato impedito di celebrare la S. Messa in chiesa.
Si capisce, la S. Messa che doveva essere celebrata sarebbe stata in rito tridentino e, come volevasi dimostrare, quando si tratta della S. Messa non riformata dal Concilio Vaticano II, si scatenano un odio e un veemente attacco alla Tradizione e al Magistero perenne della Chiesa a dir poco impressionanti. Quei fedeli che si muovono chiedendo spiegazione a parroci o a sacerdoti o perfino alla curia di cui fanno parte, si sentono dare risposte formali, persino ridicole, che hanno chiaramente i contorni della derisione e del dileggio più astioso e velenoso. E nulla vale ricorrere, come nel caso del sacerdote della FSSP, ai suoi superiori o ad altre istituzioni presenti a Roma, in Vaticano persino: si scopre di avere a che fare con codardi, solerti soltanto ad evitare scocciature, per non urtare i manovratori della grande macchina tritatutto del cattolicesimo: non sia mai che ne possano derivare persecuzioni e problemi a non finire... Resta una domanda angosciante: del vivere in Grazia di Dio e salvare la propria anima affrontando la vita con quella che si chiama Fede, chi se ne cura più?
Ciò che addolora, è la constatazione che i vescovi e i sacerdoti della chiesa conciliare si definiscono cattolici ma operano come veri e propri persecutori di Nostro Signore, negando addirittura le chiese a chi vuole celebrare una Santa Messa.
Non siamo nuovi a questi atteggiamenti “misericordiosi” della chiesa conciliare, e in verità non dovrebbero stupire più di tanto, se si considera l'odio del padrone di questo mondo e dei suoi tirapiedi nei confronti di Nostro Signore e dei Suoi diritti; la presa d'atto che persino celebrare Messa, la vera Messa, diviene oggetto di ostacolo e impedimento, significa che si sta giungendo al redde rationem.
S. Pio da Pietrelcina, in merito alla celebrazione del Sacrificio di Cristo, disse: “Il mondo può rimanere anche senza sole, ma mai senza Messa”. Eppure, abbiamo assistito sotto il pontificato di Paolo VI al sabotaggio della S. Messa tridentina con il Novus Ordo (si ricordi il Breve esame critico dei cardinali Bacci e Ottaviani); ora assistiamo alla persecuzione di coloro che vogliono conservare il Sacro Rito Tridentino; tra poco vedremo la soppressione, l'eliminazione, l'annientamento totale della S. Messa con la definizione di una messa ecumenica... “Se qualcuno dirà che il canone della messa contiene degli errori, e che, quindi, bisogna abolirlo; se qualcuno dirà che il rito della chiesa Romana (…) è da riprovarsi; o che la messa debba essere celebrata solo nella lingua del popolo... sia anatema” questo quanto si legge nel Concilio Tridentino, ormai abbandonato da questa chiesa conciliare, di cui si vede chiaramente la corsa sfrenata ad eliminare tutto ciò che è degno di ritenersi cattolico.
Ecco come va il mondo nella chiesa conciliare: bisogna perseguitare tutto ciò che è rimasto della vera ed unica Chiesa cattolica, e così il clero si scopre essere divenuto un branco di lupi rapaci, altro che pastori!
L'Alfiere