Che ci proibisce il nono Comandamento? Il nono Comandamento ci proibisce i pensieri e i desideri cattivi.
Per fare peccato non occorre l'atto esteriore, è sufficiente anche un atto interno. Il sesto comandamento proibisce gli atti esteriori con le parole o le opere cattive; il nono comandamento, invece, proibisce gli atti interiori, quelli che riguardano i pensieri e i desideri cattivi. I peccati interni sono la radice e la fonte di quelli esterni: “È dal cuore” dice Nostro Signore “che escono i cattivi pensieri, gli adulteri, le impudicizie, i furti, le false testimonianze, le bestemmie”.
In particolare, il nono comandamento proibisce i pensieri e i desideri cattivi che sono la causa di tutti i peccati interni ed esterni contrari alla santa purezza. Sono pensieri cattivi tutti quelli che riguardano cose laide (oggetti, figure, azioni, ecc.) contrarie alla purezza. Il peccato consiste nell'accettare il piacere che accompagna tali pensieri e compiacersene e dilettarsene con la volontà. Il desiderio cattivo è la volontà di fare le cose cattive proposte dalla mente. Pensieri e desideri diventano peccato solo quando sono avvertiti e acconsentiti, voluti o accettati, cercati apposta, o non respinti dopo che si sono avvertiti: sono peccato come le opere corrispondenti. Non è peccato quando i pensieri sono inerenti al compimento di un dovere, ad esempio, il confessore che ascolta certi peccati non pecca, purché non si compiaccia del male che deve conoscere.
Il nono comandamento è valido tanto per gli uomini che per le donne e proibisce pensieri e desideri cattivi sia verso l'altro sesso che verso il proprio.
RIFLETTO:
La mortificazione dei sensi e il ricorso pronto e fiducioso a Maria Santissima nelle tentazioni sono il rimedio più sicuro per riportare vittoria su tutti i pensieri e desideri cattivi.
ESEMPIO:
Un giovane andò da un pio eremita e si lagnò dei pensieri, immaginazioni e desideri cattivi che lo tormentavano. Il buon vecchio lo consolò con queste parole: “Puoi tu impedire che un uccello voli sul tetto della tua casa? Non puoi impedirgli di volare, ma puoi impedirgli di fermarsi e di fare il nido. Così non puoi andare esente dai pensieri e desideri cattivi; per non peccare, basta che non li lasci fermare nella mente e nel cuore”.
Che ci ordina il nono Comandamento? Il nono Comandamento ci ordina la perfetta purezza dell'anima e il massimo rispetto, anche nell'intimo del cuore, per il santuario della famiglia.
Nella Sacra Scrittura leggiamo di Giuseppe l'ebreo che preferì essere accusato falsamente e condannato al carcere piuttosto di macchiare la purezza, mantenendosi puro anche nei pensieri e nei desideri (Gn 39, 6-18).
Dio è la somma purezza, perciò esige anche in noi la purezza integrale della mente, della volontà e del cuore. La purezza esteriore non può che essere il riflesso di quella interiore. Proibendo di desiderare la donna d'altri, Dio impone il massimo rispetto per la famiglia, santuario sacro, fondato sopra un Sacramento. L'attentato alla santità della famiglia ha inizio dai pensieri e desideri cattivi verso la moglie o il marito altrui.
ESEMPIO:
San Pier Damiani racconta che un uomo, il quale per l'inganno era riuscito a soddisfare la sua passione infame ai danni di un amico, andato poi a una festa, davanti a una moltitudine di gente il demonio lo prese, lo sollevò più volte in alto e lo lasciò cadere in terra, finché non lo ebbe sfracellato. Dio aveva ascoltato la preghiera della donna ingannata, la quale aveva chiesto che vendicasse il suo onore.
Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X