E' utile conoscere da dove questo male del modernismo è nato e si è irrobustito.
Analizzando i mali morali che ne hanno dato origine, prima tra tutte è l'aberrazione dell'intelligenza, causata dalla curiosità e dalla superbia.
La curiosità, infatti, può essere un male se non è saggiamente frenata: essa può condurre l'umana ragione ad applicarsi in nuove cose al di fuori della Chiesa cattolica, e tutto ciò che è fuori la Santa Chiesa – dove vi è la certezza assoluta della verità – cade inevitabilmente nell'errore.
Ma ancor più della curiosità, a trarre in inganno l'animo umano è certamente la superbia. Per essa, i modernisti confidano ciecamente in se stessi come se fossero gli artefici della legge universale; per superbia, si vantano di possedere la sapienza e si ripetono: “Non siamo come gli altri uomini”, inseguendo ogni più assurda novità pur di non confrontarsi con gli altri; per superbia, rigettano ogni sottomissione, ma si danno l'autorità di riformare gli altri.
E' la superbia ad essere la via più sicura per giungere al modernismo: se un laico cattolico o un sacerdote non elimina dal cuore questo vizio, certamente il suo animo è più che disposto ad accettare pienamente le teorie moderniste.
[I direttori dei Seminari hanno l'obbligo di allontanare dal sacerdozio i seminaristi orgogliosi, ma non sempre ciò è stato fatto con vigilanza e tenacia!]
Dopo le cause morali del modernismo (curiosità e superbia), la principale causa intellettuale del modernismo è l'ignoranza.
Ebbene, proprio i modernisti che tanto si vantano di possedere la sapienza, in realtà si dimostrano grandi ignoranti della filosofia scolastica: schernendo quest'ultima e abbracciando la fallace filosofia moderna, si sono trovati completamente sprovvisti di qualsiasi argomento per poter reggere alla confusione delle idee e per respingerne i sofismi.
Poi, forzando la falsa filosofia perché si accordasse con la fede, hanno dato origine ad un sistema colmo di errori.
[E non è tutto! Lavorando con notevole zelo si impegnano per sparpagliare ovunque i loro errori a danno della Chiesa.]
Per riuscire meglio a propagandare le loro idee distorte, i modernisti agiscono con astuzia in modo preciso: prima, eliminano gli ostacoli, e dopo cercano tutti i mezzi che possano aiutarli, mettendoli in pratica con pazienza e costanza.
Gli ostacoli che abbiamo accennato per i modernisti sono senza dubbio: il metodo scolastico della filosofia, l'autorità e la Tradizione dei Padri della Chiesa, il magistero ecclesiastico.
Il loro disgusto per il metodo scolastico è senz'altro dovuto alla loro ignoranza a riguardo, o per paura, o per entrambe le ragioni. Coloro che intendono seguire le dottrine del modernismo, si ricordino le parole di Pio IX: “il metodo e i principi con i quali gli antichi Dottori della scolastica coltivarono la teologia, non si confanno alle necessità dei nostri tempi e al progresso delle scienze”.
La Tradizione è il secondo grosso ostacolo per i modernisti; essi tentano di stravolgerne la forza e la natura, così da poterla privare di ogni valore ed efficacia. Anche in merito a questa loro abominevole intenzione, è utile ricordare la condanna del Concilio di Nicea a tutti coloro che “osano, secondo i malvagi eretici, disprezzare le tradizioni ecclesiastiche ed escogitare qualsiasi novità... o architettare con malizia ed astuzia di abbattere qualsiasi cosa delle legittime tradizioni della Chiesa cattolica”.
A proposito dei Santi Padri della Chiesa, i modernisti li presentano al popolo come degnissimi di ogni culto, ma molto ignoranti di critica e di storia, scusabili soltanto per i tempi nei quali vissero. Infine, sviliscono l'autorità del magistero ecclesiastico stravolgendone sacrilegalmente l'origine, la natura e i diritti, sia ripetendo liberamente contro di essa le calunnie dei nemici.
Stando così le cose, i cattolici che difendono strenuamente la Chiesa devono aspettarsi dai modernisti un grandissimo odio nei loro confronti, ogni specie di insulto, ogni tipologia di accusa (specie di ignoranza e di ostinazione). Se i modernisti trovano un cattolico che confuta le loro teorie, ne sono intimoriti al punto tale da fare in modo di rendere le sue parole inefficaci con la congiura del silenzio, e nel medesimo tempo, esaltano senza misura chi si mette dalla loro parte. Il modernista più sapiente non è altro che il modernista più ardito nel rigettare la tradizione e il magistero ecclesiastico, e se trovasse la condanna della Chiesa, sarebbe lodato apertamente dai modernisti come un martire della verità.
In particolar modo i giovani possono cadere nella trappola del modernismo: spinti internamente dalla curiosità e dalla vanità, essi aderiscono all'audacia con cui i modernisti lodano e insultano.
I modernisti non lasciano niente di intentato pur di acquisire sempre più adepti: sia con l'azione, che con la parola e la stampa, cercano ogni mezzo che possa favorirli. Occupando le cattedre dei seminari e delle università, inculcano a poco a poco le loro dottrine; stampano giornali, libri e articoli che introducano il loro pensiero nelle istituzioni sociali. Il risultato è che, soprattutto le menti giovani, respirando un'aria corrotta, non si accorgono di essere plagiati dai modernisti e finiscono per parlare e scrivere molto più liberamente di quanto sia lecito ad un cattolico.
[Ma questa influenza maligna riguarda sia laici che sacerdoti, persino interi ordini religiosi...]
Spinti dal pregiudizio, i cattolici che finiscono nella trappola modernista finiscono per trattare la questione biblica secondo la critica modernista; disprezzano le antiche tradizioni; demoliscono le sacre tradizioni e le sacre Reliquie. Tutto ciò non è mosso da buona fede, specie quando combattono le tradizioni del passato, ma intanto questi cattolici più o meno modernisti si convincono da soli di operare per il bene della Chiesa. In realtà, essi si dovrebbero accorgere di offendere gravissimamente Dio e la Sua mistica Sposa, non tanto per le loro opere, ma per l'intenzione che li anima e per il fatto che favoriscono le pretese dei modernisti.
Veronica Tribbia - dal Catechismo sul modernismo secondo l’enciclica “Pascendi” di papa S. Pio X - Editrice Ichthys