Gesù non cessa di volermi bene … il mio corpo, padre mio, è tutto ammaccato per le tante percosse che ha contato fino al presente per mano dei nostri nemici … Ignoro quello che mi accadrà, so soltanto però una sola cosa con certezza, che il Signore non verrà mai meno nelle sue promesse: “ Non temere, io ti farò soffrire, ma te ne darò anche la forza – mi va ripetendo Gesù. Desidero che l’anima tua con quotidiano ed occulto martirio sia purificata e provata, non ti spaventare se io permetto al demonio di tormentarti, al mondo di disgustarti, alle persone a te più care di affliggerti, perché niente prevarrà contro coloro che gemono sotto la croce per amor mio e che io mi sono adoperato per proteggerli”. Quante volte – mi ha detto Gesù poc’anzi – mi avresti abbandonato, figlio mio, se non ti avessi crocifisso”. “Sotto la croce s’impara ad amare ed io non la do a tutti, ma solo a quelle anime che mi sono più care”.
Gesù mi dice che nell’amore è lui che diletta me; nei dolori invece sono io che diletto lui. Ora desiderare la salute sarebbe andare in cerca di gioie per me e non cercare di sollevare Gesù. Sì, io amo la croce, la croce sola; l’amo perché la vedo sempre alle spalle di Gesù. Oramai Gesù vede benissimo che tutta la mia vita, tutto il mio cuore è votato tutto a lui ed alle sue pene. Deh! Padre mio, compatitemi se tengo questo linguaggio; Gesù solo può comprendere che pena sia per me, allorché mi si prepara davanti la scena dolorosa del Calvario.
Confidate, mia buona figliuola, nel Signore, nel suo perdono e nella di lui protezione… L’insaziabile sete che vi divora nasce dal “perché non è arrivata l’anima ancora al termine della sua corsa, non è totalmente immersa nell’eterna fontana; il che non potrà succedere nello stato di viatori. Guai a quell’anima che si crede di essere saziata sulla terra, perché questo segnerebbe il principio della sua rovina ed ella sarebbe in inganno. Siate calma e ravvivate la vostra fede, la vostra fiducia in Dio. Siate umile e sottomessa ai divini voleri e nessuna cosa potrà nuocere al vostro spirito.
Il contrassegno evidente della perfezione è quello di essere sottoposta alla divina volontà nelle prove dello spirito. La religione è un ospedale d’infermi spirituali, che vogliono essere guariti e si sottopongono a soffrire…tutte le amarezze della medicina… prendi amorosamente, dolcemente ed amabilmente questa risoluzione: o morire o guarire, e poiché non vuoi morire spiritualmente, procura di perfettamente guarire; e per guarire voglia tu soffrire la cura e la correzione del divin medico e supplicalo a non risparmiarti veruna cosa per ottenerti la guarigione.
Tu intanto non ti affliggere fino al punto da perdere la pace interna. Prega con perseveranza, con fiducia e con mente calma e serena.
Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell’anima vi è il continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo fiorire in lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito.
Fa che non turbi l’anima tua il triste spettacolo della ingiustizia umana: anche questa, nella economia delle cose, ha il suo valore. E’ su di essa che vedrai sorgere un giorno l’immancabile trionfo della giustizia di Dio!
Sii sempre allegramente in pace con la tua coscienza, riflettendo che ti trovi al servizio di un Padre infinitamente buono, che per sola tenerezza scende fino alla sua creatura, per elevarla e trasformarla in lui suo creatore. E fuggi la tristezza, perché questa entra nei cuori che hanno attacco alle cose del mondo.
Il savio loda la donna forte perché senza tregua, egli dice, le sua dita maneggiarono il fuso. Volentieri vi dirò qualche cosa su queste parole. Nella nostra canocchia è racchiuso il cumulo dei desideri che vorreste realizzare: se filerete ogni giorno un poco, se saprete con pazienza e con perseveranza tirare filo a filo i vostri disegni fino alla esecuzione, ne verrete infallibilmente a capo. Ma avvertite di non affrettarvi, perché attorcigliereste il filo coi nodi ed imbrogliereste il vostro fuso. Camminate perciò sempre cauti e prudenti, e sebbene in tal guisa andrete avanzando lentamente, farete però gran viaggio (Tratto dall’Epistolario I, III, II edizione anno 1973, 1977 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ribabottoni).
San Padre Pio da Pietralcina