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IX Pellegrinaggio della Tradizione ad Oropa - Nel tempo della chiesa occupata

I nove anni della novena si compiono, di quella novena che ci ha portato ai piedi della Beata Vergine Maria, Regina del Monte di Oropa. L'anno prossimo sarà l'anno della quinta incoronazione, tempo certo di numerose grazie.

Cosa ci ha spinti ad un simile gesto, cosa ci ha provocati ad una fedeltà di nove anni?

Certamente la consapevolezza che non ci può essere vero Cristianesimo se non ai piedi di Maria Santissima.

Il Verbo di Dio, il Verbo eterno, si è fatto uomo, è venuto nel mondo per compiere la nostra redenzione, per mezzo di Maria Santissima; allo stesso modo la presenza di Cristo in noi non accadrà in altro modo, se non per mezzo della Beata Vergine Maria.

Certo, i santuari mariani sono tanti, perché allora la scelta di Oropa?

Perché è il santuario dei tempi difficili.

Quando Sant'Eusebio vi portò la statua della Vergine Bruna, la Chiesa conosceva una delle sue crisi più terribili: l'Arianesimo, l'antica eresia, aveva invaso tutto... sembrava aver vinto. Negava la divinità di Cristo, la consustanzialità di Cristo con il Padre, ma lo faceva in modo così subdolo e devoto da ingannare la maggior parte dei cristiani.

Tutto sembrava perduto... se la Chiesa non avesse reagito il Cristianesimo sarebbe finito in una religione naturale, pensata dall'uomo, che del Cristianesimo avrebbe solo conservato la facciata  esterna.

Tutto sembrava perduto... i difensori della vera fede accusati di eresia e cacciati in esilio: Atanasio, Eusebio e tanti altri.

A Milano, ad esempio, le chiese erano tutte in mano agli ariani e così in gran parte del mondo cattolico.

Sant'Atanasio, e come è commovente riudirlo, arrivò a dire ai cristiani fedeli: “Loro (gli ariani) hanno le chiese, noi abbiamo la fede”.

Proprio nel tempo della “Chiesa occupata”, Eusebio portò sui monti di Oropa la statua della Madonna per nasconderla dall'iconoclastia degli ariani, perché chi non riconosce fino in fondo la divinità di Cristo ha in odio il culto vero a Maria Madre di Dio.

Oropa è davvero il luogo dei tempi difficili... dei tempi in cui bisogna nascondere la Madonna sotto un masso, per attendere tempi migliori, quando Dio li darà.

Così a noi, non sembri irriverente il paragone, è stato chiesto in questi anni di stare in disparte per  custodire la vita cattolica, semplicemente cattolica, senza aggiungerle e detrarle nulla: voglia il Cielo che lo abbiamo fatto!

In disparte per non perdere la fede e la vita che da essa scaturisce, perché chi si espone troppo rischia di essere avvelenato dal clima pestifero della Chiesa occupata. 

Ma Oropa è anche il luogo della stabilitas – della stabilità.

Quando la grazia di Dio concesse la vittoria alla fede cattolica, riproclamata con chiarezza a Nicea, e la sconfitta alla menzogna ariana, gli uomini tentarono di portare a luogo secondo loro più degno la santa immagine della Regina del Cielo. La storia di Oropa ci tramanda che la Madonna, portata solennemente verso Biella, diventò pesantissima e il carro su cui era collocata inamovibile: gli uomini compresero che la Vergine voleva restare lassù, stabile, tra le montagne dove era stata per secoli custodita e difesa.

Non vi è forse qui, per noi, un grande richiamo alla stabilità?

Non vi può essere difesa della fede, della vita cattolica, se non nella stabilità. Là dove il Signore ci conduce, là dove si manifesta la possibilità di vivere un Cristianesimo autentico, là devi restare.

C'è il tempo del migrare, del nascondersi, del cercare il luogo di messa cattolica salvata; ma dopo deve venire il tempo della stabilitas: occorre, se si vuol fare vita veramente cristiana, se si vuole la propria ed altrui santificazione, occorre stare fermi al luogo dato.

E il luogo dato non è solo geografico, è di più, è luogo morale.

Dove c'è la Messa di sempre salvata, c'è un prete che l'ha salvata – senza di lui non ci sarebbe questa grazia. A quel prete occorre fare riferimento, sì, obbedienza; e iniziare a costruire attorno a quell'altare un mondo cattolico, con le sue opere di educazione e carità. 

Ma per far questo occorre la stabilitas loci.

Lo sanno bene i nemici della Tradizione, che concedono le conventicole occasionali ai nostalgici, ma mai una stabilità di lavoro.

Ma i nemici della Tradizione sono tanto aiutati dai tradizionalisti borghesi, quelli che non vogliono legami duraturi per restare liberi. Perennemente annoiati, cercano sempre altrove un luogo più Tradizionale, e così non costruiscono niente... ma loro si accontentano di essere contro.

Grande inganno, terribile inganno. Quando persone così giungono nelle nostre chiese, dividono e distruggono, che Dio ce ne scampi!

Oropa: luogo della difesa della fede nei tempi della Chiesa occupata; luogo della stabilitas perché la Chiesa sia edificata.

Per queste due ragioni, che sono in fondo una, saliamo ancora ad Oropa, perché ai piedi della Madre di Dio si compia la novena; e Dio porti a compimento il nostro voto.


Don Alberto Secci - Don Stefano Coggiola (radicatinellafede.com)