Cercasi sacerdote cattolico

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Tremate terra e voi che fate professione di servire Gesù ma che, al di dentro, adorate voi stessi! Tremate, poiché Dio vi consegnerà al suo nemico perché i Luoghi Santi sono nella corruzione. Molti conventi non sono più case di Dio, ma il pascolo di Asmodeo e dei suoi” (dal messaggio di Maria SS apparsa a La Salette, 1846).

A tutti i cattolici amorosi di Dio e della sua Santa Chiesa propongo questo semplice elenco (riportando in primis citazioni da parte di fonti più che attendibili in quanto a cattolicità) che possa agevolare nella distinzione tra un alter Christus e un protestante che si spaccia per prete cattolico, perché, se il gregge di Dio ha bisogno più che mai di qualcosa, è proprio di un buon pastore interessato alla salute - spirituale - delle sue pecorelle.

Mons. Lefebvre, “Tutti i papi hanno rifiutato lo sposalizio della Chiesa con la rivoluzione che è un’unione adultera, per cui da un’unione adultera non possono venire che ibridi. Il rito della nuova messa è un rito ibrido, i sacramenti sono sacramenti ibridi, al punto che noi non sappiamo più se questi sono sacramenti che donano la grazia o no. I preti che escono dai seminari sono dei preti ibridi; non sanno cosa sono, non sanno che sono fatti per salire all’altare, offrire il sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo e dare Gesù Cristo alle anime” (Lettera aperta ai cattolici perplessi, cap XV, pag 114).

A partire dal giustamente discusso Concilio Vaticano II, l’unico Concilio non dogmatico ma pastorale nel quale si sono spalancate le porte alle idee della Rivoluzione del 1789, la Chiesa ha fatto i conti con vescovi che appoggiavano le idee del comunismo e che hanno instaurato all’interno di essa pensieri sempre più liberali; un esempio di cattolicità liberale, M. Prelot, scrisse “Abbiamo combattuto sull’arco d’un secolo e mezzo per far prevalere le nostre opinioni all’interno della Chiesa e non ci siamo riusciti. Infine è venuto il Vaticano II e abbiamo trionfato. Oramai le tesi e i princìpi del cattolicesimo liberale sono definitivamente e ufficialmente accettati dalla Santa Chiesa”.

Dunque, non si può continuare a far finta di non vedere nulla.

I preti che escono ora dai seminari cattolico-liberali sono quei sacerdoti ibridi di cui ci parla Mons. Lefebvre; oggi infatti le notizie che vogliono fare più scalpore sono proprio quelle che vorrebbero infangare l’immagine della Chiesa, proponendoci di continuo episodi di pedofilia, spaccio, rapina (e chi più ne ha...) da parte del clero. Di cosa dovremmo scandalizzarci ora, dato che avremmo solo dovuto aspettarci frutti marci dall’unione adultera? Dovevamo scandalizzarci prima. Il problema adesso sta nel fatto che questa realtà è nascosta, e che quindi i cattolici - giustamente inorriditi - si allontanano dalla Chiesa anziché avvicinarsi a causa proprio dei loro stessi preti liberali post-conciliari.

Non solo. Sta di fatto che ora quei preti sono gli stessi che amministrano i sacramenti e che celebrano la messa: solo Dio sa se attirano grazie e benedizioni su di loro e sul loro gregge, avvelenati come sono dalle idee progressiste.

Se la rivoluzione crede nel potere della democrazia, allora quei preti si sentiranno già in contraddizione con loro stessi: la Chiesa ha il primato del papa, gli succedono i vescovi e dopo ancora i sacerdoti, che non sono pari grado ai laici, proprio per ciò che sono chiamati a fare.

Invece, quei preti sconclusionati celebrano messe nelle quali i laici si cibano da soli dell’Eucarestia; “presiedono” come i protestanti all’assemblea, voltando le spalle al Tabernacolo mentre dovrebbero offrire il sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo; recitano la forma del sacramento come se dovessero raccontare una storiella, mentre si deve soppesare ogni singola parola per rendere valido il sacramento; il Vangelo, riservato in una messa alla lettura del solo sacerdote, viene letto da una persona chiunque fra i presenti; etc.

Ci si potrebbe domandare dunque - come hanno fatto e stanno facendo i cattolici - qual è il senso della messa, il ruolo del sacerdote e dell’assemblea, se sono davvero pari grado come sembra apparire o se tutto non è altro che un rito ambiguo. I sacerdoti devono anche dare Gesù Cristo alle anime: come, se i sacramenti non sono più tali? Se persino i fedeli percepiscono un dubbio crescente che, dopo così poca riverenza, davvero il sacramento sia valido, lo credono i preti? Oppure ciò che hanno fatto è stato un sacramento ibrido al punto che non si sa più se questo è un sacramento che dona la grazia o no?

Cerchiamo un Sacerdote cattolico, che sappia chi sia e qual è il suo compito, che celebri la messa Tradizionale e non il nuovo rito ibrido post-conciliare, che si attenga alla dottrina della Santa Chiesa Cattolica e che non si adegui (per il suo bene innanzitutto e per quello dei fedeli) alle pretese dei cattolici-liberali, che altro non vogliono se non la rovina della Santa Chiesa di Dio.

Sébastien Leclère (docente di filosofia, Fraternità Sacerdotale San Pietro) “La tonaca afferma chi sono. Facilita la comunicazione, ci rende più aperti verso il mondo, esprime la verità del mio essere, la mia identità”.

Perché la stragrande maggioranza dei preti, dopo il Concilio II, non si veste più con la tonaca, a tal punto che la gente guarda con stupore i sacerdoti che invece la indossano?

Sarebbe come se i poliziotti non mettessero più la divisa ma continuassero il loro lavoro, mettendo in mostra solo pistola e manette. Ebbene, i preti di oggi non si vestono più con la tonaca ma fanno vedere appena una minuscola croce al petto - neanche tanto visibile a dire il vero -. E perché?

La tonaca afferma chi sono: un sacerdote che indossa la tonaca è subito riconoscibile dalla gente, dà loro un chiaro messaggio di testimonianza della propria fede senza timore di esporsi agli sguardi stupiti o anche aggressivi delle persone. E’ sicuramente preferibile un sacerdote che indossa la tonaca ad un prete che si nasconde nella moda odierna per non dare nell’occhio!

Facilita la comunicazione: una persona non si rivolge ad un sacerdote come ad una qualsiasi altra persona. Quando si incontra un sacerdote, l’atteggiamento è più reverenziale, il linguaggio più moderato, la postura più modesta; viene naturale, come verrebbe naturale allacciarsi la cintura di sicurezza, moderare la velocità e fermarsi anche al giallo in vista della polizia! Come si potrà prendere tali precauzioni se non ci fosse la tonaca a gridare “Sono un sacerdote”?

Ci rende più aperti verso il mondo. Il compito dei sacerdoti, come si diceva prima, è quello di portare Gesù Cristo alle anime, ma l’attività missionaria è difficile e, oltre alla confessione o alla direzione spirituale se non si leggono i cuori delle persone, a volte possono sfuggire alcune anime particolarmente bisognose. Dio ovviamente provvede anche e soprattutto a quest’ultime, facendo in modo che siano loro ad avvicinarsi al suo ministro. Ma come potranno le pecorelle smarrite andare incontro al pastore, se si nasconde alla loro vista stando in mezzo al gregge? Essere aperti al mondo significa non cedere al mondo, ma mostrarsi ad esso come il padre misericordioso che non aspetta altro che il ritorno del figliol prodigo.

Esprime la verità del mio essere, la mia identità. E chi è un sacerdote se non un alter Christus? Come Cristo fece sulla terra, il sacerdote battezza, comunica, rimette i peccati, celebra il Sacrificio Eucaristico, unisce in matrimonio ... Un fedele, guardando un sacerdote, deve intravedere Gesù Cristo e la talare non può che aiutare questa benefica visione.

Invece, sono stati tanti gli episodi di disagio ed imbarazzo da parte di fedeli nel confessarsi da un prete che non indossava la tonaca, perché la sensazione era quella di ammettere le proprie colpe ad un uomo qualsiasi.

Inoltre, la tonaca come una divisa ricorda al sacerdote in ogni istante, in ogni momento della sua vita chi è e qual è il suo compito: è colui che fa le veci di Dio sulla terra.

Cerchiamo un Sacerdote cattolico, che non abbia timore di testimoniare la sua fede al mondo, che abbia il coraggio di indossare la tonaca specialmente per il bene delle anime che Dio gli ha affidato.

Santo Curato d’Ars, “Quando vedete un prete, dovete dire: - Ecco colui che mi ha reso figlio di Dio e mi ha aperto il cielo per mezzo del santo battesimo, colui che mi ha purificato dopo il mio peccato, colui che nutre la mia anima... - Il prete è per voi come una madre, come una nutrice per un neonato: ella gli dà da mangiare e il bimbo non deve far altro che aprire la bocca. La madre dice al suo bimbo: - Tieni, piccolo mio, mangia.- Il prete vi dice: - Prendete e mangiate, ecco il corpo di Gesù Cristo. Possa custodirvi e condurvi alla vita eterna.- (...) Dopo Dio, il prete è tutto! ... Lasciate una parrocchia per vent’anni senza prete e la gente finirà per adorare gli animali. Quando si vuole nuocere alla religione, si comincia attaccando il prete, perché laddove non c’è più il prete, non c’è più il sacrificio eucaristico e laddove non c’è più sacrificio, non c’è più religione”.

Il prete è colui che nutre la mia anima, e l’anima non ha bisogno che della Grazia di Dio, elargita dai sacramenti. Il sacerdote (dal libro La Santa Messa e il Sacerdote - I due tesori della Chiesa di Vincenzo Cuomo) ha tre dimore: l’Altare, il Tabernacolo e il Confessionale.

L’altare è il luogo d’incontro tra l’amato e l’amante. Il Sacerdote lo chiama: Lui risponde e viene, per opera dello Spirito Santo. (...) E’ all’altare che Gesù - presente nel Sacerdote - si fa maestro e Guida del suo popolo ... E’ all’altare che Gesù - per mezzo del Sacerdote - diventa l’Agnello immolato.(...) E’ all’altare che il cielo si unisce alla terra e la terra al cielo, ed il Sacerdote deve essere il segno, la tabella viaria che indica l’unica via che porta alla salvezza. E’ all’altare che i fedeli scoprono la vera identità e - se c’è - la santità del Sacerdote. (...) La Messa è il culmine del potere sacerdotale, dove il Sacerdote manifesta una potestà infallibile.

E ancora, se il Sacerdote è veramente compenetrato e cosciente del mistero cosmico che per suo mezzo si compie, dovrà, necessariamente, avere un atteggiamento interno ed esterno di una santità, gravità, compostezza e solennità unica. La Messa non è una “devozione privata” da svolgersi secondo il proprio estro. La Chiesa, consapevole della santità dell’azione sacra, ha messo degli argini invalicabili alla cosiddetta “creatività”. Non si può manomettere la struttura della Messa aggiungendo o mutando o creando riti e preghiere e gesti conformi al gusto privato.

Forse da queste parole si può trarre qualche spunto di riflessione per confrontare la Santa Messa con la messa che si è affermata dopo il Concilio: la sacralità sostituita alla teatralità, il mistero al dubbio, il sacrificio all’indifferenza, Gesù Cristo all’uomo...

La seconda dimora del Sacerdote è il Tabernacolo: effettivamente, Gesù Cristo non sarebbe potuto scendere nella terra in Corpo, Sangue, Anima e Divinità senza la Consacrazione del Sacerdote.

Con il suo esempio, con la sua fede entusiasta ed entusiasmante il Sacerdote vedrà presto il Tabernacolo circondato da numerose “lampade viventi”, da cuori ardenti di amore. Per l’efficacia dell’apostolato il Sacerdote deve ricordare che la sorgente della vita e dell’energia soprannaturale e dell’acqua che zampilla per la vita eterna è Gesù presente nel Tabernacolo.

E poi, il Confessionale. Grazie al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, scaturito fino all’ultima goccia dal suo Sacratissimo Cuore, è possibile per i fedeli ottenere la remissione dei propri peccati. Gesù è il Buon Pastore che va alla ricerca della pecorella smarrita e che per la sua salvezza ha dato la Vita.

Il Confessionale è il luogo privilegiato dove si decide la sorte delle anime e perciò deve essere un punto abituale di riferimento per il Sacerdote e per i fedeli.

Spesso invece si vedono i confessionali che “aprono e chiudono alle ore XX”, come fossero locandine sotto la completa giurisdizione della burocrazia umana. In questo modo, quanti fedeli che avvertono in un dato momento la necessità del perdono per Grazia di Dio non possono confessarsi per la mancanza di preti, che sostituiscono al bene delle anime i loro comodi! Che i fedeli mi vedano “pescatore di anime”, sempre “appostato” per catturare, con l’amo dell’amore, la preda, per vivificarla nelle onde della Grazia del Sacramento del perdono. Ricordiamo quanti santi che, per il bene delle anime, rimanevano nel confessionale anche il giorno intero, pur di strappare le pecorelle di Dio dalle grinfie del leone!

Cerchiamo un Sacerdote cattolico, a modello del Santo Curato d’Ars, che ami Dio e il suo gregge, che lo conduca con la Grazia dei Sacramenti alla vita eterna e che lo protegga dalle insidie del diavolo; un sacerdote cattolico che nutra le anime dei fedeli portando loro Gesù Cristo Salvatore.

I quaderni del 1945-1950 di Maria Valtorta. “Dice Gesù: - ... I miei giovani sacerdoti! Ma sono proprio essi quelli che vanno nutriti di soprannaturale, per superare e neutralizzare i veleni del mondo razionalista che me li guasta! Sai come mia Madre chiama i giovani sacerdoti? Li chiama “i miei bambini”. E li ama senza misura, e se ne vede uno che non trascina la sua missione ma la porta con gioia e vola sulle vie della perfezione, ne gioisce come di una risurrezione. E se ne vede uno che manca, e in luogo di divenire, da sacerdote, santo, diviene, da sacerdote, uomo e meno ancora, soffre come per una nuova spada nel cuore... -“

Il sacerdote ha su di sé lo sguardo della Santissima Vergine Maria, che lo ama con particolare predilezione perché vede in lui il suo amatissimo Figlio Gesù.

Gesù vive, è presente ed operante nel Sacerdote in quanto Capo del Corpo mistico insignito delle potestà di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote.

Non solo per questo la Madonna ama particolarmente il sacerdote; Maria vede in lui la sua stessa santità e purezza: che cosa deve essere il Sacerdote se non santo, immacolato, tanto ricco di grazia da donarla agli altri? ... il Sacerdote è partecipe della funzione materna di Maria che si vede perpetuata nella missione generatrice del Sacerdote. Questo vale anche al momento della Consacrazione, quando in un certo qual modo si ripete il mistero dell’Incarnazione: Maria Santissima per opera dello Spirito Santo rese possibile l’Incarnazione di Gesù Cristo, mentre nella Consacrazione della Messa, per opera dello Spirito Santo, il Sacerdote rende possibile la presenza reale di Gesù Cristo Vivo e Vero sotto le specie del pane e del vino.

Cerchiamo un Sacerdote cattolico e devoto alla Santissima Vergine Maria, Madre di Gesù, cosicché sotto il suo manto continui l’opera sacerdotale rivestito di grazie e benedizioni.

Preghiamo incessantemente il Padre Celeste, perché mandi come guida del suo gregge un santo Sacerdote, un alter Christus. Sicuri della pietà della Divina Provvidenza, affidiamoci a Dio, che sa esattamente quale sia il bene per le sue anime.

S. Agostino, commento al S. Vangelo sec. Matteo (6, 24-33): “Il Signore vuole che ci ricordiamo che creandoci e formandoci di anima e corpo, ci ha dato molto di più che il nutrimento e il vestito. Egli non vuole che la cura di queste cose dividano il nostro cuore. L’anima, dice Egli, non è più che il nutrimento? affinché comprendiate che Colui che vi ha dato l’esistenza, vi darà anche più facilmente il nutrimento che alimenterà questa vita”.

Veronica Tribbia


Documento stampato il 23/11/2024