Partiamo da alcune parole di sant’Agostino tratte dal De Civitate Dei:“Due amori hanno costruito due città: l’amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l’amore di Dio spinto fino al disprezzo di sé la città celeste. In ultima analisi, quella trova gloria in se stessa, questa nel Signore. Quella cerca la gloria tra gli uomini, per questa la gloria più grande è Dio, testimone della coscienza. Quella solleva il capo nella sua gloria, questa dice al suo Dio: “Tu sei mia gloria e sollevi il mio capo” (Salmo 111, 4).”
Dal palcoscenico di un Festival di Sanremo Roberto Benigni, con un gettone enorme (si parla di 350.000 euro) irriguardoso nei confronti della crisi economica attuale,parlando a circa 14 milioni di spettatori televisivi, ha fatto una difesa dell’omosessualismo, citando anche Oscar Wilde, dimenticandosi però di ricordare che lo scrittore irlandese prima della morte si sia convertito al cattolicesimo pentendosi dei suoi trascorsi. Ma Benigni non si è limitato a questo. E’ arrivato ad affermare -tra applausi scroscianti- che l’amore giustificherebbe tutto. Convinzione, questa, tipica della mentalità attuale.
Sant’Agostino, invece, afferma nelle parole che abbiamo appena lette che alla base tanto della salvezza quanto della dannazione c’è ugualmente l’amore. L’amore giudicato dalla Verità porta alla salvezza, l’amore libero dalla Verità porta alla dannazione. Rileggiamo: “Due amori quindi hanno costruito due città: l’amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l’amore di Dio spinto fino al disprezzo di sé la città celeste.” Insomma, alla base dell’errore vi è ugualmente l’amore.
A riguardo riproponiamo una riflessione sulla Trinità, utile per capire quanto sia inaccettabile la convinzione secondo cui l’amore giustificherebbe tutto.
A proposito della Trinità si afferma che è costituita dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Non si dice: dallo Spirito Santo, dal Figlio e dal Padre o dal Figlio, dal Padre e dallo Spirito Santo, ma: dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Il tutto in una successione logica e non cronologica.
Cosa vuol dire? Vuol dire che senza il Figlio non ci sarebbe lo Spirito Santo e senza il Padre non ci sarebbe il Figlio. Ma non che il Padre abbia creato il Figlio e il Figlio abbia creato lo Spirito Santo. Perché, se così fosse, il Figlio e lo Spirito Santo sarebbero delle creature e ciò non è. Dunque, una successione logica ma non nel tempo, cioè cronologica.
Il Cristianesimo ortodosso (per intenderci: quello dei Russi, dei Serbi, dei Greci) è lontano dal Cattolicesimo non solo perché non riconosce il Primato del Vescovo di Roma (il Papa) ma anche perché, a proposito della Trinità, non riconosce la dottrina cosiddetta del Filioque, cioè che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Lo Spirito Santo –dicono gli ortodossi- procede solo dal Padre.
Questione di lana caprina, direbbe qualcuno. Inutili pignolerie, direbbero altri. E invece no, la questione è importante, per non dire importantissima.
Metodologicamente si attribuisce al Padre la Creazione, al Figlio la della Redenzione, allo Spirito Santo la della Santificazione. Questo non vuol dire che nel momento della Creazione il Padre agiva e il Figlio e lo Spirito Santo non partecipavano, oppure nella Redenzione il Figlio agiva e il Padre e lo Spirito Santo erano assenti...Nella creazione ha agito tanto il Padre, quanto il Figlio, quanto lo Spirito Santo e così nella Redenzione...ma metodologicamente diciamo: il Padre crea, il Figlio redime, lo Spirito Santo santifica.
Il Figlio lo chiamiamo anche Verbo (Parola) per indicare il fatto che è il Dio che si manifesta. Il Figlio è anche il Logos, la Verità, mentre lo Spirito Santo è l’Amore.
Ed ecco il punto nodale. Già in Dio è pienamente rispettata la processione logica verità-amore. L’amore deve essere sempre giudicato dalla verità, altrimenti può diventare anche la cosa più terribile.
Facciamo un esempio. Un padre di figli che lascia la famiglia perché “s’innamora” di un’altra donna, fa bene? Oggi molti risponderebbero di sì; direbbero: se lo ha fatto per amore...
Ma questo è il punto. L’amore, se non è giudicato dalla verità, può diventare molto pericoloso.
Facciamo altri esempi. Perché Hitler e i suoi decisero di perseguitare gli Ebrei? La risposta può sembrare paradossale ma non lo è: per troppo “amore” nei confronti della razza ariana. Perché Stalin decise di sterminare milioni e milioni di piccoli proprietari? Per troppo “amore” nei confronti dello Stato socialista. Perché Robespierre decise di tagliare teste su teste? Per troppo amore nei confronti della Rivoluzione che egli sentiva minacciata.
Ecco cosa diventa l’amore sganciato dalla verità. Se si riflette, è questo uno degli errori più tipici dei nostri tempi.
C’è chi si lamenta che oggi c’è poco amore. Verrebbe voglia di dire: no, non è così, ciò che oggi manca non è l’amore, ma la consapevolezza della Verità, che è un’altra cosa. O meglio: c’è troppo sedicente amore, perché un amore, sganciato dalla Verità, non è amore.
Bisognerebbe ritornare a meditare sulla natura di Dio, per capire come già nella Sua intima natura è presente questa verità, e cioè che l’amore è vero se è conforme al Vero.
Benigni nel suo show televisivo ha detto che il peccato più grave non sarebbe l’omosessualità ma la stupidità. Rispondiamo: i peccati gravi –oltre ad altri- sono tanto l’omosessualità quanto la stupidità volontaria: appunto la stupidità di non voler riconoscere la verità dell’ordine naturale!
Corrado Gnerre