Sembra incredibile,ma più il tempo passa, più noi cattolici dobbiamo occuparci di "problematiche localizzate negli slip"! La fantasia dei relativisti - nichilisti - libertari ad oltranza del nostro tempo non conosce limiti alla rivendicazione di ogni presunto diritto che viene loro in mente, dall'aborto, all'eutanasia, al matrimonio dei gay e perfino alla diffusione con ogni mezzo dell'assurda teoria del gender.
Il mondo moderno è pervaso di egocentrismo e quindi della convinzione che farebbe parte dei diritti umani assecondare ogni desiderio, ogni pulsione e ogni istinto, che pertanto devono essere soddisfatti comunque, quì e ora. L'esempio più lampante agli occhi della vostra amica cattolica "bambina" è rappresentato da quella strana (anzi,buffa) teoria del gender, proveniente come molte altre da Oltreoceano. Quel termine che - come sanno tutti coloro che hanno almeno un'infarinatura di lingua inglese - ha, secondo il dizionario Hazon, il significato grammaticale di "genere" (che, come tutti imparano alle elementari, è il maschile o il femminile e, in alcune lingue, anche il neutro) e solo scherzosamente avrebbe il significato di sesso, meglio reso invece in inglese dal sostantivo "sex". A livello concettuale gender sarebbe una categoria che raggruppa cose e persone con rilevanti somiglianze e irrilevanti diversità (per esempio, il genere umano) ma oggi ha assunto un significato che si contrappone asex, indicando una presunta nostra condizione meta - biologica, cioè non più come nasciamo, maschio o femmina e quindi come obiettivamente siamo, ma "come diveniamo o vogliamo essere".
[...] In parole povere, questa teoria vuole negare la differenza tra maschi e femmine: femminilità e mascolinità sarebbero solo costruzioni sociali indotte dal sistema culturale che porterebbe alla definizione dell'identità sessuale imposta dalla società; la differenza tra i sessi sarebbe quindi solo un prodotto culturale, abolito il quale, l'essere umano può decidere anche più volte nel corso della sua vita, quale orientamento sessuale adottare, come faceva il personaggio di Orlando nell'omonimo romanzo di Virginia Woolf che, in un certo senso, va considerata l'antesignana di questa teoria.
A questo punto i cattolici "bambini", dotati del comune buon senso, rimangono un po' spiazzati e d'istinto si domandano se i sostenitori di questa bislacca teoria conoscano le differenze anatomiche interne ed esterne, nonché quelle psicologiche, che intercorrono tra l'uomo e la donna. L'interrogativo ha un suo fondamento perché la teoria del gender è condivisa anche da un illustre medico come il prof. Umberto Veronesi il quale, intervistato al riguardo, ha dichiarato: "La specie umana va evolvendosi verso un modello unico, le differenze tra uomo e donna si attenuano e gli organi della riproduzione si atrofizzano (!?). Questo, unito al fatto che tra fecondazione artificiale e clonazione il sesso non è più l'unica via per procreare, finirà per privare del tutto l'atto sessuale del suo fine riproduttivo. Il sesso resterà ma solo come gesto di affetto, dunque non sarà più così importante se sceglieremo di praticarlo con un partner del nostro stesso sesso".
La teoria del gender vuole attribuire la discriminazione che le donne hanno subito per secoli a cause non naturali, ma per così dire, artificiali e perciò create dalla società, relativizzando la differenza oggettiva tra maschi e femmine. Se la femminilità è costruita dal ruolo che tradizionalmente la società assegna alle donne, allora questo ruolo deve essere smontato, distrutto perché solo così la società potrà essere formata da esseri umani uguali, con gli stessi diritti e le stesse potenzialità. Perfino la moda, negli ultimi trent'anni, ha contribuito ad avvalorare l'indifferenziazione dei sessi inventando l'abbigliamento unisex (a giudizio della vostra amica, tutt'altro che elegante) e lo stesso linguaggio corrente tende a confondere i sessi abolendo l'articolo "la" davanti al cognome delle donne, come ha preteso che si facesse nei suoi confronti "la ministra" Elsa Fornero.
[…] Le notizie che giungono dal mondo su questo argomento sarebbero risibili, se non fossero tragiche. In Canada una coppia di genitori (folli?) sta allevando il loro bambino di nome Storm (anche il nome, in italiano "Tempesta", è già un programma) in maniera culturalmente asessuata, in attesa che lui stesso possa scegliere il proprio gender. A Sòdermalm, In Svezia, un asilo infantile - dal nome latineggiante di Egalia, che più corretto politicamente non si può - chiama i suoi bambini non con quello che noi, poveri cattolici retrogradi e antiquati, chiamiamo "nome di battesimo", ma con l'appellativo inglese di friend, sostantivo generico e uguale sia al maschile che al femminile, per evitare qualsiasi discriminazione sessuale. Nell'asilo Egalia uno dei giocattoli più amati è una coppia di "giraffi" (cioè rigorosamente maschi) che, per avere un figlio, adottano un uovo di coccodrillo. In California una legge locale, ilFair education act, obbliga le scuole a insegnare ed esaltare il ruolo che omosessuali, bisessuali, transessuali e lesbiche hanno avuto nella storia di quello Stato.
Non è finita. Qualche anno fa fu diffusa la notizia, accolta con grande entusiasmo dalle femministe più avanzate, della scoperta di un farmaco capace di abolire temporaneamente, o anche per sempre, il naturale (ma da loro detestato) ciclo femminile. Questa "scoperta" renderebbe le donne simili agli uomini, contribuendo all'eliminazione della differenza tra i sessi. Omosessuali, bisessuali, transessuali e femministe esultano, perché si realizzerebbe un importante passo avanti verso l'eliminazione di ogni idea di "normalità" in merito all'identità sessuale degli uomini e delle donne. Ma non si rendono conto i sostenitori del gender che in questo modo essi contribuiscono ad alterare irreversibilmente il fondamento costitutivo dell'essere umano, condizione essenziale per la riproduzione della specie di cui tutti noi facciamo parte?
Che cosa rispondono gli interessati a questa seria obiezione? Nulla, perché per i libertari ad oltranza, i relativisti, i nichilisti vale il principio "dopo di me il diluvio", vale a dire che ciò che per loro conta è solo la soddisfazione totale e immediata di ogni pulsione, di ogni desiderio, di ogni istinto, senza preoccupazione alcuna per il futuro, per la sicura distruzione della famiglia, per le nuove generazioni (se ancora ce ne saranno).O forse risponderebbero che la loro posizione non insidia affatto la sopravvivenza dell'umanità, perché si può sempre contare sulle tecniche artificiali di procreazione, che in futuro saranno sempre più perfezionate, come ha teorizzato e auspicato anche un medico di fama mondiale come il prof. Veronesi. Aldous Huxley, col suo "Mondo Nuovo", è stato un ben triste profeta...
Che cosa possiamo fare noi cattolici di fronte a tanta presunzione umana e a un simile delirio di onnipotenza di tanti nostri fratelli, se non pregare il Signore perché mandi il Suo Spirito a tutta l'umanità? E il legislatore, dal canto suo, che cosa dovrebbe fare? Solo prendere atto dell'esistenza di certe realtà - come dicono molti (anche cattolici) rassegnati a queste derive - assecondandone i desideri e le pulsioni? In Italia il Parlamento cominciò a farlo trent'anni fa ammettendo il divorzio, primo fattore disgregatore della famiglia; ha continuato a farlo pochi anni dopo ammettendo l'aborto, vero e proprio omicidio, definito "diritto umano inalienabile"; forse non riuscirà a fermarsi, una volta iniziato il cammino su questo perverso "slippery slope", e consentirà agli omosessuali di "sposarsi" tra di loro e, peggio ancora, consentirà l'eutanasia, vero e proprio omicidio al pari dell'aborto. Così, la maggioranza parlamentare in un dato periodo storico risponderebbe solo a se stessa nel legiferare assecondando gli istinti di moda in quel momento. Altrettanto farebbe la successiva maggioranza, senza vincoli diversi dalla propria autoreferenzialità, per accattivarsi la cultura dominante che nel frattempo avrà probabilmente inventato nuove mode antropologiche diverse da quelle precedenti, e sarà il trionfo totale del relativismo. Forse l'ultimo tabù che ancora resiste è l'incesto ma, seguendo quella logica perversa, dovremo forse aspettarci che tra qualche decennio si richieda a gran voce la legittimazione del matrimonio tra fratello e sorella o tra un adulto e un bambino, visto che in Olanda esiste un forte movimento di opinione che vuole legittimare anche la pedofilia che, secondo la political correctness, sarebbe un delitto solo se (ovviamente) coinvolgesse i sacerdoti cattolici, mentre per tutti gli altri sarebbe legittima.
E' una ben strana epoca, la nostra! I guru del pensiero dominante sembrano fare di tutto per convincere gli spiriti più ingenui e sprovveduti che il bianco è nero e il nero è bianco; le sfide che il mondo secolarizzato rivolge ai cristiani sono sempre più numerose e frequenti, tali da lasciarli spesso disorientati. Il demonio, infatti, è il "grande seduttore" e si serve dei più svariati argomenti per lusingare la debole personalità umana indirizzandola verso le sue mete. Però i cattolici, specie se "bambini", non devono essere pessimisti: le bizzarre teorie antropologiche che esaltano il gender non hanno alcun fondamento scientifico, perché il sesso degli esseri umani è indelebilmente scritto nel loro DNA ("Maschio e femmina li creò", Gen 1,27) e un cosiddetto transessuale non potrà mai asserire di appartenere al gender diverso da quello che rivelano i suoi cromosomi, per quante cure ormonali gli propinino medici avidi di guadagno e per quante operazioni chirurgiche gli vengano praticate, con la connivenza di un legislatore compiacente, per modificare i suoi caratteri sessuali.
La teoria del gender rivela anche ignoranza di fondo. La scienza moderna ha accertato che la diversità sessuale non è soltanto genetica, ormonale, fenomenica, ma anche neurobiologica, tanto da potersi ormai riconoscere che il cervello umano è sessuato e il processo di differenziazione sessuale è determinato dal cromosoma Y, la cui presenza o assenza contraddistingue i due sessi. Si tratta quindi solo di una moda culturale e, a questo proposito, Alfonso Berardinelli fa un'interessante osservazione: nella filosofia occidentale c'è sempre stato chi assolutizzava la realtà e i fatti e chi invece, come i relativisti, riteneva valide solo le interpretazioni soggettive degli eventi. Secondo Berardinelli, nella cultura alta ogni teoria filosofica ha la vita media di vent'anni, poi le parti si invertono. C'è chi riscopre la realtà e chi riscopre le interpretazioni e così ogni sistema filosofico crede di superare quello che lo ha preceduto. Perciò, alla luce di questa osservazione è ben lecito sperare che in un futuro non tanto lontano l'umanità del XXI secolo - che, quando le fa comodo, dà tanta importanza alla scienza e dice che non ha bisogno di Dio - avrà riacquistato buon senso e non ricorderà più la teoria del gender.
Ma i cattolici "bambini" non hanno neppure bisogno di questo tipo di consolazione. A loro basta ricordare le parole con le quali il saggio Gamaliele ammonì il Sinedrio: "Se questa teoria o questa attività viene da Dio non riuscirete a sconfiggerla, ma se è di origine umana verrà distrutta" (At 5, 38,39). E non c'è dubbio che la teoria del gender venga soltanto dagli uomini.
Carla D'Agostino Ungaretti
(Fonte: RISCOSSACRISTIANA.it)