È impossibile non avvertire, parlando con le persone, leggendo i giornali, una pericolosa atmosfera di pessimismo diffuso, che rischia i scivolare nella vera e propria depressione, nella resa a una situazione generale che sembra senza via d’uscita. Viviamo ormai in uno stato di “crisi sistematizzata” e le elucubrazioni dei vari soloni che prevedono, chissà come, “uscite dal tunnel”, “ripresa” e simile mercanzia, scivolano come l’acqua sul vetro. D’altra parte, in questa situazione è facile rimestare nel torbido, eccitare le ansie e scatenare la piazza: si è visto in questi giorni, con le manifestazioni violente e i relativi corollari di devastazioni e feriti, alcuni dei quali gravi.
Le recenti elezioni siciliane, con la massiccia vittoria degli astenuti e con l’affermazione, nell’area dei pochi che sono andati a votare, di un monumento all’irrazionalità come è il partito dei cosiddetti “grillini”, ci danno lo specchio di un Paese che rischia davvero di scivolare nell’abisso. Risultato? Non pochi, anche tra i cattolici, parlano di un secondo governo Loden, con un distacco dalla realtà che si può spiegare solo con la rinuncia a scegliere, con la resa per stanchezza a una morte permanente.
Certo, è difficile trovare motivi di ottimismo, tra un governo di killer che ha messo a terra l’Italia e una classe politica che ha fatto tutto il possibile per screditarsi. Ma chiediamoci con onestà: è lecito che i cattolici partecipino a questa resa di massa?
Non è lecito. Se ci arrendiamo, vuol dire che abbiamo perso la fiducia nella Divina Provvidenza, vuol dire che ci siamo scordati che siamo il sale della terra, non per nostro merito, ma per la Grazia dell’incontro con Nostro Signore e con la Sua Chiesa.
L’Italia è un grande Paese, ma cosa lo ha reso grande? La nostra Tradizione cattolica, che ha costruito la civiltà, che ha costruito anche l’ordine sociale in cui abbiamo vissuto per secoli, ben prima di una “unità” che tuttora fa discutere gli storici.
Ci chiediamo come mai nel nostro Paese si trovano i più grandi tesori d’arte? Ci chiediamo da dove nacquero i concetti stessi di solidarietà, umanità, previdenza, che hanno generato una Società che soccorreva i più deboli, che difendeva la famiglia, in un clima morale e sociale armonioso?
Proviamo a porci queste elementari domande e scopriremo inevitabilmente che la Fede cattolica è stata per secoli la vera linfa della nostra civiltà. Forse che ora la Fede cattolica non ha più valore? Forse che l’Italia non ha tuttora il privilegio della diretta vicinanza col Vicario di Cristo?
Per un cattolico non è lecito arrendersi. Siano in una crisi gravissima, non lo neghiamo, ma è ancora possibile uscirne e salvare la nostra civiltà e le nostre famiglie.
Chiediamo ai cattolici italiani di riscoprire la speranza e la preghiera, di non abbandonarsi al facile pessimismo. Di cui a breve ci attendono gli appuntamenti difficili ma irrinunciabili delle elezioni. Una società ordinata deve eleggere degli uomini che la guidino. Abbiamo i criteri per operare le scelte giuste, e non scordiamoci che esistono, grazie al Cielo, anche i politici onesti, che realmente intendono il loro mandato come un servizio al bene del popolo e non come un privilegio. Ricordiamoci che questi politici onesti hanno bisogno di sentirsi appoggiati, di capire che non c’è il vuoto attorno a loro.
Chiediamo alla Chiesa italiana, al Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, di abbandonare la timidezza che sembra contraddistinguere, con poche eccezioni, ogni intervento dei Pastori in materia politica. Chi se non la Chiesa deve dare parole chiare ai fedeli?
È ormai l’ora in cui non ci si può più limitare a generici richiami morali, validi senza dubbio, ma insufficienti. Abbia la Chiesa il coraggio di fare nomi e cognomi, di distinguere tra i politici che lavorano apertamente contro la Fede, e quindi contro la Società, e quelli che invece (ne esistono!) sono ancora guidati dal rispetto vero per l’uomo e dal timor di Dio.
Sappiamo tutti che ci potremo risollevare solo se ritorneremo a vivere secondo i valori da tanto tempo richiamati dal Papa, i valori non negoziabili. Se ricostituiremo questo confine, rispettando il quale la politica può e deve svolgere la sua dialettica per il bene comune, potremo realmente incominciare a rivedere la luce.
Sono cose che sappiamo tutti, ma il timore a dirle è tanto. Questo è un timore colpevole, inescusabile. Non esiste il diritto di fare come il depresso, che si rigira nel letto e cerca rifugio nel sonno.
La Chiesa deve tornare ad avere il ruolo, che le è proprio, di custode della Verità e quindi di guida e faro del vivere civile. I fedeli devono ricordarsi la Grazia che hanno ricevuto, coi Sacramenti e l’incontro con la Chiesa. Riprendiamo coraggio, e di fronte alla minaccia diffusa contro la Fede rispondiamo con una Fede ancora più forte. Se agiremo con vera fiducia nella divina Provvidenza e avendo veramente a cuore gli insegnamenti immutabili della Fede cattolica, non saremo soli.
Ognuno riprenda il suo posto, nessuno abbia paura. Solo così ricostruiremo l’Italia.
Paolo Deotto
(Fonte: RISCOSSACRISTIANA.it)