Guareschi per sempre, Guareschi per tutti

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Roncole Verdi, nel parmense, proprio di fronte alla chiesetta nella quale il grande musicista Giuseppe Verdi suonò l’organo, si trova l’Associazione del Club dei Ventitré (che prende il nome dai ventitré lettori auspicati con sano umorismo e in tutta umiltà da Giovannino Guareschi) dedicata appunto allo studio ed alla raccolta di libri, documenti, tesi di laurea (ormai quasi duecento da ogni parte del mondo) sul grande scrittore emiliano.

A fianco della casa natale diGiuseppe Verdi si trova ancora il Bar Guareschi che, con il ristorante (dal 1995 sede dell’Associazione) lo scrittore di Fontanelle di Roccabianca acquistò nel 1964. Sui tavoli del Bar, dove si possono gustare i taglieri con i prodotti tipici locali, dal culatello ai formaggi, sono visibili, protetti da vetri trasparenti, i famosi numeri del “Candido”, rivista settimanale nella qualeGuareschi dette un contributo importante nell’immediato dopoguerra con vignette, rubrichette ed articoli densi di intelligente e profondo umorismo e saggezza popolare.

L’ingresso dell’Associazione guareschiana è quanto mai affascinante, con una gigantografia di Don Camillo(Fernandel) in bicicletta e con la stessa bici d’epoca usata nei celeberrimi films, ora appoggiata alla parete. Anche il Guzzino rosso utilizzato dallo scrittore compare tra i pannelli della mostra al piano terra. Al piano superiore, dove ad attenderci c’era il figlio di GuareschiAlberto, conosciuto dai lettori come Albertino negli ameni e riflessivi raccontini di vita familiare, si trova l’archivio Guareschi, comprendente l’intera biblioteca dello scrittore parmense, nella quale campeggia ben ordinata la raccolta dellaDomenica del Corriere (dal 1899 al 1942), sovente compulsata ed usata dallo scrittore stesso nei suoi articoli.

Sull’altro lato, davanti alla biblioteca, si possono ammirare i testi in moltissime lingue (dal giapponese allo svedese, dal coreano all’islandese) delle traduzioni dell’autore della saga di Mondo piccolo. Al piano inferiore si possono leggere i pannelli (come ricordavamo) che narrano l’intensa vita e le opere di Giovannino Guareschi, con la possibilità di gustarsi un video originale che esplica in modo accattivante l’originalità e la genialità del “creatore” di Don Camillo e Peppone.

Gli eredi, Alberto e Carlotta, hanno messo a disposizione di tutti un tale patrimonio culturale e spirituale e senza neppure far pagare un biglietto! Un doveroso e sentito grazie per un contributo inestimabile, frutto della loro generosità e della magnanimità paterna. Parlando con il figlio Alberto, la cui rassomiglianza fisica col padre è palese, si possono cogliere i valori umani e cristiani che hanno contraddistinto la poderosa opera dello scrittore umorista: l’umiltà e la generosità, segni indelebili di una grande anima. Seppur sprovvisto dei singolari baffi del padre, Alberto conserva intatto lo sguardo buono ed intenso del conosciuto genitore e quella capacità di sorridere e commuoversi delle persone genuinamente popolari. L’invito a non prendersi troppo sul serio, suggerito e tramandato di padre in figlio, è quanto mai visibile e riscontrabile.

Giovannino Guareschi, oltre che ad essere letto ed apprezzato nei suoi libri, è presente in spirito negli occhi e nella cordialità del figlio. Come il grande scrittore, in tutta umiltà, confessava di non aver creato i famosi personaggi di Mondo piccolo, ma di averli raccolti nelle campagne o in riva al Po ed averli accompagnati su e giù per l’alfabeto, così il figlio ci ha fatto assaporare la vicinanza spirituale ed umana con il padre. Una vicenda umana che ha visto lo scrittore patire due anni di lager, lontano dagli affetti familiari, senza cadere nell’odio e nel rancore per i torti subiti. Al contrario, come ci ha raccontato il figlio, l’esempio e la lettura di Guareschi hanno aiutato molte persone a sorridere ed a trovare motivazioni forti per vivere (nel lager e nella nostra società). 

Una lezione ricca di umanità che si può condensare con una esultante esclamazione:Guareschi per sempre, Guareschi per tutti! 

Fabio Trevisan


Documento stampato il 21/11/2024