È proprio vero che le misure e i piedi dell’egoismo e dell’amore sono non soltanto diversi, ma contrapposti. Per il nostro egoismo, infatti, è sempre bene tutto ciò che è facile, comodo, piacevole, divertente... Per l’amore, invece, il bene più prezioso è ciò che costa, che esige impegno, sforzo, e fa animare anche al sacrificio della stessa vita.
L’amore più grande, infatti, è quello che spinge al sacrificio, all’immolazione della propria vita, come ha insegnato Gesù: «Nessuno ha un amore più grande di colui che sacrifica la propria vita» (Gv 15,13). E proprio Gesù, difatti, ha dimostrato a noi il suo sommo amore, facendosi per noi «obbediente fino alla morte, e alla morte di croce» (Fil 2,8).
Anche nei riguardi della Fede, che è la prima delle tre virtù teologali, non è forse vero che noi facilmente arriviamo ad essere titubanti e dubbiosi non appena la Fede esige da noi uno sforzo, un sacrificio, una rinuncia o un rinnegamento?... Diciamo sempre di “credere” quando tutto è facile, è comodo, non comporta sofferenza e nessun disturbo...
Quando, invece, la Fede ci mette alla prova e vuole anche il nostro sacrificio, allora siamo subito pronti a denunciare il pericolo di “perdere la Fede” o di farla vacillare.
Perciò, di fronte alla Fede di diamante dei perseguitati, delle vittime e dei martiri, qual è la nostra Fede così facilmente titubante o vacillante? Non è forse una Fede di cartapesta o di... ricotta?
Padre Pio ci ricorda, appunto, la Fede dei martiri, i quali «credevano soffrendo», ossia testimoniavano la loro ferma Fede non comodamente o senza disturbi, ma soffrendo torture spesso atroci e sanguinose, fino alla morte subita con ogni specie di martirio.
Le storie dei martiri, infatti, sono il libro d’oro della Chiesa, sono il vertice della vita cristiana, sono le punte di diamante della Fede pura e ardente, della Fede più alta e invitta, che ha onorato i due millenni di storia della Chiesa e dell’umanità.
Perciò Padre Pio ci esorta, ci spinge ad una vita cristiana di Fede senza mediocrità e compromessi, ma coraggiosa e generosa, una Fede non di... acqua, ma di sangue, perché è vero e sarà sempre vero che «il più bel credo è quello che si pronuncia nel sacrificio e in uno sforzo di violenza».
Padre Stefano M. Manelli
(Fonte: dalla rivista IL SETTIMANALE DI PADRE PIO)