Ma il Papa sa quello che – a nome suo – stanno facendo ai “Francescani dell’Immacolata”? Appena due giorni fa Francesco ha giustamente proclamato che “il Vangelo non si annuncia con le bastonate, ma con amore e gentilezza”.
Eppure sui Francescani dell’Immacolata – senza alcun motivo e alcuna colpa da parte loro – si è abbattuta una tempesta di bastonate. Stanno radendo al suolo quello che è uno dei pochi ordini religiosi vivi, ortodossi e pieno di vocazioni (stimato e sostenuto da Benedetto XVI).
Il peggio è che la distruzione viene perpetrata in nome di Francesco. Ma è mai possibile che il Papa della gentilezza approvi questi metodi e questa persecuzione?
COLPISCONO I MIGLIORI
Fra l’altro i “Francescani dell’Immacolata”, nel disastro generale degli ordini religiosi (senza vocazioni, spesso in crisi dottrinale e disciplinare, con molti noti errori), dovrebbero essere portati ad esempio: infatti loro vivono radicalmente la povertà, vivendo solo di carità, hanno molte vocazioni, conducono una vita fortemente ascetica, fanno tante opere di carità per i poveri e i diseredati, annunciano la Buona Novella con zelo missionario e sono obbedienti alla Chiesa (in questi mesi di repressioni subiscono tutto con mitezza e nel silenzio).
Molti fedeli sono scandalizzati dall’accanimento con cui vengono colpiti. C’è gente che piange per i forzati allontanamenti di questi buoni frati dalle comunità dove hanno lavorato fino ad ora.
Io non ho mai avuto a che fare con loro, ma, da osservatore imparziale, li ammiro. E mi chiedo: perché tanta durezza contro religiosi che per i fedeli rappresentano un grande esempio di vita e un vero riferimento spirituale?
Eppure non si è avuto un tale accanimento nemmeno nei casi di religiosi, preti e teologi in cui c’erano grossi problemi di dottrina, disciplina e altro.
Il post-Concilio, per esempio, fu una catastrofe. A decine di migliaia buttarono l’abito religioso: “Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata” affermò Giovanni Paolo II, “si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la Liturgia; immersi nel ‘relativismo intellettuale e morale’ e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza dogmi definiti e senza morale oggettiva”.
IL DISASTRO DEI GESUITI
Anche la Compagnia di Gesù, come Bergoglio sa bene, è stata nella tempesta e alcuni suoi membri hanno alimentato la confusione teologica. Eppure non sono mai stati presi provvedimenti come quelli adottati oggi contro i “Francescani dell’Immacolata”.
Secondo le statistiche ufficiali dal 1965 (quando finisce il Concilio) al 2005, i membri della Compagnia di Gesù (i gesuiti) sono crollati del 45 per cento, i salesiani del 24 per cento, i Frati minori del 41 per cento, i Cappuccini del 29 per cento, i Benedettini del 35 per cento, i Domenicani del 39 per cento.
Al contrario i “Francescani dell’Immacolata”, famiglia religiosa nata negli anni Settanta da padre Stefano Maria Manelli e da padre Gabriele Maria Pellettieri, hanno attratto subito tante vocazioni.
Riconosciuti dalla Chiesa nel 1990, con decreto pontificio del 1998, oggi sono circa 400 frati in 55 case nel mondo e altrettante suore con 47 case su tutto il globo. Anche le vocazioni – che in tutte le diocesi languono – fra loro crescono a ritmi impressionanti. Davvero una comunità benedetta da Dio.
Così l’11 luglio scorso la Congregazione vaticana dei religiosi ha deciso di colpire col commissariamento questa fiorente famiglia religiosa.
PERSECUZIONE
Da allora al fondatore, padre Stefano M. Manelli, è stato imposto l’isolamento (i suoi frati non possono né scrivergli, né telefonargli, né andare a trovarlo, né parlargli in alcun modo); tutti i frati che avevano ruoli di responsabilità sono stati esiliati in luoghi remoti, spesso all’estero; i movimenti laicali legati alla congregazione sono stati ibernati; il seminario è stato chiuso e sono state sospese le ordinazioni diaconali e sacerdotali.
Il commissario non ha potuto prendere in pugno le riviste dell’ordine perché appartengono ai laici, così ha proibito ai religiosi della congregazione di collaborarvi. In sostanza si è usato il pugno di ferro.
Nessuno può credere che il Pontefice della tenerezza abbia voluto o autorizzato una cosa simile. Troppo grande sarebbe la contraddizione fra il suo insegnamento (“amore e gentilezza, non bastonate”) e la pratica concreta che ricorda i fantasmi dell’Inquisizione.
E’ pur vero che in passato l’Inquisizione, i cui metodi furono spazzati via grazie a Joseph Ratzinger, nel corso della sua storia colpì diversi santi.
L’ultimo fu padre Pio. Com’è noto il santo cappuccino, fra 1960 e 1961, dovette subire – sotto il cosiddetto “Papa buono” – provvedimenti restrittivi e punitivi molto duri. Erano del tutto ingiusti, come poi ha dimostrato la piena riabilitazione voluta da Paolo VI e la canonizzazione del frate stigmatizzato fatta da Giovanni Paolo II.
Ma fa un certo effetto che si perseguitasse un santo come lui, proprio mentre nella Chiesa si portavano in palmo di mano teologi come Karl Rahner che Roncalli nominò fra i consultori del Concilio Vaticano II.
Rahner ha avuto un’influenza assai nefasta nella teologia post-conciliare (basti dire che Hans Kung è stato il suo degno allievo). La sua teoria dei “cristiani anonimi” fu un autentico veleno.
Tuttavia Rahner è intoccabile anche oggi. Ci sono teologi che si permettono di mettere in discussione i dogmi della fede cattolica, la Madonna e i santi. Ma Rahner non si può discutere.
Invece fra le coraggiose iniziative di riflessione teologica che i “Francescani dell’Immacolata” hanno intrapreso negli anni passati c’è stato proprio un convegno di studi intitolato significativamente “Karl Rahner: un’analisi critica”. In netto contrasto con la “teologia progressista” oggi dominante.
INQUISITORI SINISTRI
Molti sospettano che fatti del genere abbiano contribuito a mettere i “Francescani dell’Immacolata” nel mirino del potere clericale, dove oggi siedono ecclesiastici che hanno avuto trascorsi nella “Teologia della liberazione”, come il cardinale brasiliano João Braz de Aviz che è proprio il capo della Congregazione vaticana che ha deciso il commissariamento.
In un’intervista di qualche tempo fa il prelato ha raccontato come visse quella fase della sua vita, ma curiosamente lì non ha fatto sua la condanna degli errori della Teologia della liberazione che fu firmata da Giovanni Paolo II e da Joseph Ratzinger.
Anzi ha affermato: “rimango convinto che in quella vicenda è passato comunque qualcosa di grande per tutta la Chiesa”.
Sì, una grande catastrofe. Ecco ora nuovi disastri “progressisti”, come l’annichilimento dei “Francescani dell’Immacolata”. Se questi frati fossero stati seguaci di Rahner, Kung o della Teologia della liberazione, la loro persecuzione avrebbe suscitato uno scandalo sui media. Invece sono fedeli alla Chiesa, dunque nessuno li difende.
C’è chi sostiene che si tratti di una sorta di vendetta trasversale contro Benedetto XVI per il “Motu proprio” che liberalizzò la messa tradizionale. Esso suscitò pesanti reazioni e opposizioni in Curia e fra i vescovi.
Mentre i “Francescani dell’Immacolata” attuarono fedelmente il “motu proprio” volendo essere in comunione col Papa. E’ questa la loro colpa?
Io credo che la loro distruzione danneggi tantissimo pure l’attuale papa. Perché annichilisce un carisma prezioso per la Chiesa e perché porta acqua al mulino dei lefebvriani che hanno attaccato pubblicamente Bergoglio. Adesso costoro possono dire: “vedete, nella Chiesa di Francesco c’è posto per tutti, meno che per i cattolici”.
Avendo sempre difeso il Pontefice da questi attacchi, io spero che, informato dei fatti, quanto prima egli metta fine a questa incredibile persecuzione e ristabilisca la verità e la giustizia.
Antonio Socci
(Fonte: ANTONIOSOCCI.com)
Antonio Socci ci informa sulla persecuzione in atto contro i Francescani dell’Immacolata. Meglio tardi che mai per deplorare ora ciò che tutti sanno da mesi. Peccato che sia anche l’occasione per una sparata gratuita contro la Fraternità Sacerdotale San Pio X
Un vero fulmine, il bravo Antonio Socci. Con decreto dell’11 luglio dello scorso anno i Francescani dell’Immacolata vengono commissariati. La vicenda da subito presenta le caratteristiche di una vera e propria persecuzione. Ne parlano non solo i “soliti” siti tradizionalisti; ne parla la stampa nazionale, perché i Francescani dell’Immacolata erano ben conosciuti, perché la loro persecuzione appare inspiegabile – o fin troppo spiegabile – perché le proteste arrivano anche da tanti semplici fedeli che sono stati privati delle loro guide spirituali. Giova ricordare anche che, in tempi di crisi tremenda di tutti gli Ordini religiosi, i Francescani dell’Immacolata avevano semmai il problema opposto, costituito dai molti giovani attirati dalla proposta di una vita di Fede profonda e totale. In questi anni i Francescani dell’Immacolata sono aumentati di numero, si sono sparsi in tutto il mondo, mentre i conventi e le chiese di tanti altri ordini chiudevano per la cosiddetta “crisi delle vocazioni”.
Tutte cose ben note. Il decreto, dicevamo, porta la data dell’11 luglio 2013. Su Libero di ieri, ossia dopo 178 giorni, Socci ci informa che “IN VATICANO C’E’ UNA NUOVA INQUISIZIONE CATTO-PROGRESSISTA. PERSEGUITANO CON ACCANIMENTO I “FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA” PERCHÉ’ HANNO FEDE E TANTE VOCAZIONI. E’ UNA VERGOGNA!!!… “ e si chiede: “… MA IL PAPA LO SA?”.
Che dire? Chissà perché, mi è venuto in mente un paragone. Il 25 aprile del 1945 entrarono in Milano i partigiani guidati da un focoso avvocato, tale Sandro Pertini. Venivano a liberare Milano… che era già stata liberata dagli Alleati. La prudenza è sempre una buona cosa, soprattutto in guerra, quando c’è il serio rischio di farsi di male.
Ma lasciamo stare la storia e torniamo all’attualità. Benvenuto quindi ad Antonio Socci, che finalmente ci informa di cose che ormai conoscono tutti. Certo, sarebbe lecito chiedergli: scusi, ma lei dov’era, fino a ieri? Mah! Però, però.. ci sono un paio di cose che vanno puntualizzate, così, per amor del vero.
Partiamo dalla domanda che turba Socci. “Ma il Papa lo sa?”. La domanda sarebbe già in sé stessa irrispettosa perché come si fa a pensare che il Papa sia all’oscuro di fatti che sono su Internet e sulla stampa un giorno sì e un giorno no, e questo non da pochi giorni, ma da quasi sei mesi? È forse il Papa un uomo incapace di leggere i giornali? È forse un uomo che ha deciso di chiudersi nel buio e nel silenzio? Non si direbbe davvero. Ergo, il Papa potrebbe “non sapere” solo se fosse incapace di capire ciò che tutti leggono e sanno. Suvvia, siamo seri…Inoltre se Socci leggerà il decreto di commissariamento, vedrà che nel testo si fa esplicito riferimento alla volontà del Santo Padre.
Quindi dovremmo concludere che, nell’ottica di Socci, il Papa non solo non sa ciò che tutti sanno, ma ignora anche che il suo nome è stato usato abusivamente per dare inizio a una crudele persecuzione contro un Ordine che, come riconosce Socci stesso, non ha alcuna colpa.
L’altra cosina da puntualizzare è questa. La domanda “Ma il Papa lo sa?” è funzionale alla chiusa dell’articolo, in cui l’ottimo scrittore prende l’occasione per fare una sparata che in questo caso è del tutto gratuita, ma che comunque fa tanto “politicamente corretto” e quindi va molto bene a chi ha la costante preoccupazione di stare a galla, con ogni mare e con ogni tempo.
Ci riferiamo alla seguente frase, in chiusura dell’articolo: “Io credo che la loro distruzione (la distruzione dei Francescani dell’Immacolata, N.d.R.) danneggi tantissimo pure l’attuale papa. Perché annichilisce un carisma prezioso per la Chiesa e perché porta acqua al mulino dei lefebvriani che hanno attaccato pubblicamente Bergoglio. Adesso costoro possono dire: “vedete, nella Chiesa di Francesco c’è posto per tutti, meno che per i cattolici”.
Ora, io non voglio far qui l’avvocato d’ufficio per la Fraternità Sacerdotale di San Pio X, che è perfettamente in grado di difendersi da sé. Vorrei solo riportare una piccola esperienza. Poco prima di Natale, esattamente nel fine settimana del 21-22 dicembre sono stato ospite del Priorato di Albano della Fraternità di San Pio X. Ho condiviso per due giorni orari e preghiere della Fraternità. Ho mangiato con i sacerdoti e i laici che in quei giorni si trovavano ad Albano. Ho, naturalmente, parlato con loro.
Ho solo avuto conferma di ciò che già sapevo della Fraternità dalle letture che avevo fatto. Ho parlato con sacerdoti per i quali la fedeltà a Roma non si mette nemmeno in discussione, assolutamente decisi contro il sedevacantismo che sta pericolosamente serpeggiando nella Chiesa. Ho assistito alla Santa Messa di sempre, quella in cui il sacerdote è rivolto a Cristo, in cui non c’è spazio per gli show personali che oltraggiano tante celebrazioni di bizzarri sacerdoti nelle nostre parrocchie. Ho sempre pregato con loro per il Santo Padre. Sono stati due giorni in cui, in buona sostanza, mi sono corroborato nella Fede, come mi capita del resto le poche volte che riesco ad andare alla Santa Messa a Seregno (dove ogni domenica viene celebrata la Messa di sempre da un sacerdote del priorato di Montalenghe) o a Monza, dove un gruppo di amici ha ottenuto, da circa un anno e mezzo, la celebrazione festiva in Vetus Ordo.
Di sicuro Antonio Socci ricorda anche che Benedetto XVI ha ritirato la scomunica contro i Vescovi della Fraternità di San Pio X.
Ripeto qui non si tratta di far l’avvocato, ma di guardare ai fatti.
Se Socci solo ora si accorge della persecuzione dei Francescani dell’Immacolata, vabbè, meglio tardi che mai. Per fortuna ci sono stati giornalisti un tantino più tempestivi di lui… ma che poi imbastisca una domanda che non sta in piedi “Ma il Papa lo sa?” solo per sparare su chi sta testimoniando fedeltà assoluta al Magistero della Chiesa, beh, questo non mi sembra davvero corretto. È un modo come un altro per confermare: “Attenzione! Io sono comunque in linea!”. Ovvero: “Non posso più tacere, perché anche i bambini hanno capito che sui Francescani dell’Immacolata si sta consumando una terribile ingiustizia, però sia ben chiaro che io sono politicamente moooolto corretto”.
I “lefebvriani” hanno “attaccato pubblicamente Bergoglio”? Ma, caro Socci, con tutto il rispetto e la devozione per il Vicario di Cristo, devo ricordarti forse io, ora, tutte le occasioni in cui Bergoglio si è reso attaccabilissimo, salvo magari cancellare interviste perché “mal trascritte”, non dopo un giorno o due, ma dopo un mese? L’ultima è di pochi giorni fa, con l’ennesima frase polivalente (questa volta sul tema dei figli delle coppie irregolari) e l’ennesima precisazione-quasismentita di Padre Lombardi.
Per favore, cerchiamo di essere seri. Repetita iuvant, almeno si spera, e quindi ricordiamoci che il Papa è infallibile, ma solo quando insegna ex cathedra in materia di fede e di morale.
Chi si è permesso di rivolgere critiche a Bergoglio non lo ha fatto per sport, ma per amore alla Chiesa e alla Verità che Essa custodisce e tramanda. In questi casi, la critica non è solo legittima, è doverosa. Certo, se questa critica fosse condotta con toni ingiuriosi e irrispettosi, andrebbe biasimata. È successo questo? Sarebbe molto grave: documentalo, e saremo i primi a criticare le critiche mosse in tal modo.
Se già non li conosci, prova anche tu, caro Socci, a conoscere un po’ meglio i cosiddetti “lefebvriani”. Poi ci dirai se proprio da loro viene un pericolo per la Chiesa… ah, sia ben chiaro, parlo di Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica. Altre non ne conosco.
Paolo Deotto (RISCOSSACRISTIANA.com)