Riceviamo una lettera di un laico vicino aiFrancescani dell’Immacolata, il piccolo ordine “commissariato” – una vicenda altamente discutibile, secondo diverse fonti - che denuncia una situazione di notevole durezza da parte dei nuovi gestori della situazione. Per lunga esperienza sappiamo che la crudeltà nei confronti dei confratelli negli ambienti ecclesiali non ha niente da invidiare a qualsiasi altro ambiente. Ma papa Bergoglio, che ha firmato il commissariamento, nella sua intervista al direttore di Civiltà Cattolica esortava a un atteggiamento di “misericordia” e di “tenerezza”, parlava della Chiesa come di “un ospedale da campo dopo la battaglia” e affermava: “Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite”, perché “alla fine la gente si stanca dell’autoritarismo”.
Leggete da quanto segue se autoritarismo e sorella prepotenza sono presenti nella situazione dei Francescani dell’Immacolata. Viene da chiedersi: ma che cosa avranno mai fatto, quei poveri religiosi? Speculato, abusato di minori, condotto una vita immorale?
Ecco la lettera: “Dopo la notizia del commissariamento dei Francescani dell’Immacolata, come siano proseguite le cose è poco noto. Sarà allora bene fare un riepilogo.
Dopo l’accusa mossa contro Padre Stefano Maria Manelli, fondatore dell’Istituto dei Francescani dell’Immacolata (F.I.), di aver fatto deviare i Frati dal loro carisma fondazionale, senza spiegare, fino ad oggi, da quale percorso il Padre abbia deviato; dopo aver proibito di celebrare nel Vetus Ordo, con un divieto ancora in corso, a cui è seguita totale obbedienza da parte dell’Istituto; dopo aver deposto dagli incarichi, trasferito e allontanato, in fretta e furia, i frati fedeli al carisma dei Padri Fondatori e dopo aver promosso tutti quei frati che appoggiano la “nuova” linea nei vari conventi dei F.I. sparsi per il mondo;
dopo aver, senza motivo chiaro, allontanato dall’insegnamento Padre Apollonio, Procuratore Generale, Preside del Seminario Teologico e Guardiano del convento di Roma-Boccea e dopo averlo trasferito in Portogallo;
dopo aver allontanato dall’insegnamento P. Lanzetta, già Vice-delegato F.I. per Italia, Superiore a Firenze e docente del Seminario e dopo averlo trasferito in Austria;
dopo aver trasferito P. Settimio Manelli e P. Siano, rispettivamente rettore e vicerettore del Seminario, deposti dall’incarico di insegnamento e sostituiti con due frati della “nuova” linea, uno dei quali non ha nemmeno il baccellierato in teologia;
dopo aver spedito in Africa, dall'oggi al domani, Padre Budani, licenziando in diritto canonico ed impedito di proseguire gli studi;
dopo aver esiliato Padre Stefano, sempre obbediente, e averlo privato della possibilità di ricever visite finanche dagli stessi parenti di sangue, sotto pena di peccato grave e dopo avergli proibito di ricevere telefonate ed impedito ogni contatto diretto con il mondo…
dopo tutto questo, con lettera del 27 novembre, padre Fidenzio Volpi, con l’appoggio di padre Alfonso Bruno, ha ritenuto opportuno dirigere la sua guerra senza limiti anche contro i laici.
Ha infatti sospeso tutte le attività dei laici appartenenti alla MIM (Missione Immacolata Mediatrice) e al TOFI (Terz’Ordine Francescano del’Immacolata) e ha proibito ai terziari di vestire l’abito.
E’ così, con questa inaudita durezza e con queste purghe stalianiane, che si sistemano eventuali difficoltà interne ad una congregazione religiosa? Oppure così si distrugge un carisma, non solo in grado di portare a numerose e crescenti vocazioni, ma anche lodato, sino a ieri, e sostenuto dalle più alte gerarchie vaticane (si pensi solo che pochi mesi fa padre Manelli e padre Lanzetta, oggi reprobi, frequentavano vescovi e cardinali e trovavano ospitalità sull’Osservatore Romano)”.
Marco Tosatti (LA STAMPA.it)