*Che cosa sono i consigli evangelici? I consigli evangelici sono esortazioni che Gesù Cristo fece nel Vangelo ad una vita più perfetta, mediante la pratica di virtù non comandate.
Per salvare la nostra anima, è necessario avere almeno la perfezione essenziale che i Comandamenti impongono, e cioè la pratica della virtù della religione (primi tre Comandamenti), dell'obbedienza (quarto Comandamento), dell'amor del prossimo (quinto Comandamento), della purezza (sesto e nono Comandamento), della giustizia (settimo e decimo Comandamento), della veracità (ottavo Comandamento) e delle altre virtù comandate che si riassumono nelle virtù cardinali, e che si riducono alla carità.
Oltre la perfezione essenziale, obbligatoria per tutti, vi è anche una perfezione integrale, che consiste nella pratica delle virtù non comandare, ma consigliate come una via migliore e più perfetta di quella dei Comandamenti.
Nel Vangelo leggiamo (Mt 19, 16-22): Ed ecco avvicinarglisi uno che gli disse: “Maestro buono, che farò io di bene per ottenere la vita eterna?” Gesù gli rispose: “Perché m'interroghi di ciò che è buono? Uno solo è buono, Dio. Ora, se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i Comandamenti”. “Quali?” domandò egli. E Gesù: “Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non dirai falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre, amerai il tuo prossimo come te stesso”. Soggiunse allora il giovane: “Tutti questi Comandamenti io li ho già osservati fin dalla mia infanzia. Che cosa mi manca ancora?”. E Gesù gli rispose: “Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai, dallo ai poveri, e ne avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Udite queste parole il giovane se ne andò via afflitto, perché aveva molti beni.
Con l'esempio e con la parola, Gesù Cristo consigliò un modo più perfetto di osservare le virtù della povertà (settimo Comandamento), della castità (sesto e nono) e dell'obbedienza (quarto), esortando alcune anime (ad esempio il giovane ricco) a praticare liberamente (“se vuoi essere perfetto”) la povertà volontaria (“va, vendi quello che hai”), la castità perpetua (“vieni” solo tu, rinunciando a tutti) e l'obbedienza perfetta (“seguimi”). Non si tratta di un comando, ma di un'esortazione e di un consiglio a una vita più perfetta, di maggior rinuncia e di maggior carità.
ESEMPIO:
Carlomanno, figlio di Carlo Martello, signore della Francia orientale, diede un ottimo esempio nel seguire i consigli evangelici. Dopo aver dato grandi prove di valore sul campo di battaglia, e dopo essere rimasto vedovo, si spogliò di tutti i suoi beni, venne in Italia e si fece monaco benedettino, prima a Soratte e poi a Monte Cassino. Non reputava nessun servizio indegno di sé e fu visto colui che un tempo sedeva sul trono e sterminava i nemici in battaglia, aiutare umilmente e serenamente il cuoco nei servizi più semplici e bassi della cucina.
*Quali sono i principali consigli evangelici? I principali consigli evangelici sono: la povertà volontaria, la castità perpetua e l'obbidienza perfetta.
Con la pratica dei tre consigli evangelici è indicato il modo più sicuro ed efficace per vincere in modo radicale i tre principali nemici della nostra salvezza: la concupiscenza degli occhi (l'avarizia o brama dei beni sensibili e delle ricchezze), la concupiscenza della carne (lussuria) e la superbia della vita (superbia), che ci spingono a preferire i beni materiali alla gloria di Dio e al nostro bene vero ed eterno.
I tre consigli evangelici si oppongono a queste tre concupiscenze, origine e causa di tutti i peccati, facendoci praticare le tre virtù che le contrastano: povertà volontaria, castità perpetua, obbedienza perfetta.
Nessuno è strettamente obbligato a seguire i consigli evangelici. Chi è chiamato da Dio ed ha ricevuto le disposizioni necessarie per rispondere alla chiamata ed ha accettato l'invito obbligandosi col voto a praticare i consigli, allora è obbligato a seguire la via scelta per i voti che ha espresso spontaneamente.
I religiosi praticano questa forma di vita (leggi qui), che consiste essenzialmente nell'osservanza dei tre consigli evangelici secondo una regola approvata dalla Chiesa.
Chi senza vocazione entra nella vita religiosa si assume obblighi superiori alle sue forze e si espone al pericolo di essere infedele ai doveri. Chi è chiamato e non risponde, per questo solo fatto non pecca, perché non segue un consiglio; ma, per altri motivi, difficilmente è senza peccato, trascura una grazia singolarissima e si espone al pericolo di percorrere una via per la quale Dio non gli ha preparato le grazie. Chi è chiamato e segue fedelmente la vocazione, raggiungerà una grande perfezione sulla terra e una gloria speciale in Paradiso.
ESEMPI:
1. San Luigi Gonzaga rinunciò al ducato di Mantova, a tutte le ricchezze e gli onori cui aveva diritto e si fece religioso nella Compagnia di Gesù. Fu sempre osservantissimo della povertà, tanto che non voleva neppure tenere per sé un foglio di carta se non aveva l'autorizzazione dei suoi superiori.
2. Santa Caterina da Siena a dodici anni fece voto di castità perpetua, e dovette sostenere dure lotte contro i suoi parenti, che invece avrebbero voluto vederla sposata. Per costringersi a portare il capo coperto e distogliere da sé gli sguardi, si tagliò la bionda e bella capigliatura.
3. Nell'orto di un monastero vi era una pianta secca, che il frate ortolano voleva tagliare, ma l'abate glielo vietò, e anzi gli ordinò di innaffiarla tutti i giorni. Sebbene fosse persuaso di fare una cosa inutile, l'umile frate obbedì e per un anno gettò acqua sulle radici della pianta secca, finché questa dopo un anno emise foglie, il secondo anno fiori, il terzo anno frutti. “Sono i frutti dell'obbedienza” commentò l'abate.
Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X