VIII - Eccellenza della Santa Messa

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La S. Messa è il solo ed unico sacrificio che abbia la nostra cristiana religione; sacrificio però così grande e perfetto, che diventarono come niente i sacrifici di Abele, di Noè, di Abramo e di Mosè. Poiché in questi si offrivano cose terrene, di poco valore; e se avevano qualche merito presso Dio, non lo era che in virtù della fede che il popolo aveva nel futuro Messia; mentre invece nella S. Messa si offre una vittima divina, di valore infinito, degna d'un Dio infinito. Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è appunto quegli, che nella S. Messa si sacrifica in un modo miracoloso, rinnovandovi il sacrificio della Croce, senza visibile spargimento di sangue.

La S. Messa viene a ragione detta tesoro; perché con essa noi veniamo a soddisfare ai quattro debiti che abbiamo verso Dio.

1° - Si offre a Dio il sacrificio della S. Messa in ricognizione del suo sovrano dominio su tutte le cose, ed il cristiano viene qui a soddisfare al primo dovere che ha di lodare Dio e di onorare l'infinita di Lui maestà, degna d'infinito onore e di infinite lodi.

2° - Nella S. Messa si soddisfa al debito che abbiamo di esser grati e riconoscenti a Dio per i grandi beni che Egli ci ha dati e ci dà continuamente; ed è Gesù Cristo stesso che a nostro luogo ringrazia l'Eterno suo Padre dei benefici, che sì abbondantemente concede a noi sue creature.

3° - Nel sacrificio della S. Messa, Gesù Cristo offre se stesso al Divin Padre per ottenere a noi il perdono dei nostri peccati e farci rientrare in grazia con Lui; e così noi per mezzo di Gesù, vittima di propiziazione, veniamo a soddisfare al debito che abbiamo con Dio per i nostri peccati, ed anche efficacemente sollevare dalle pene del Purgatorio le anime dei nostri cari defunti.

4° - Infine nella S. Messa è ancora il nostro caro Gesù, che rinnovando il sacrificio del Calvario, viene ad ottenerci da Dio tutte le grazie e gli aiuti di cui abbisogniamo, e così supplisce all'insufficienza nostra domandando per noi a Dio quanto ci abbisogna per l'eterna salute.

Tutto questo deve farci concepire un'altissima idea dell'eccellenza e dignità della S. Messa ed animarci a ben ascoltarla, poiché allora saranno innumerevoli e meravigliosi i vantaggi che ricaveremo; e per lo contrario con assistervi volontariamente distratti, senza raccoglimento e senza devozione, rinnoveremmo, per quanto è da noi, gli scherni e maltrattamenti sofferti dal Divin Redentore sul Calvario, e faremmo gran disonore alla nostra religione.

Perciò assistiamo, e soventi, ad un così grande sacrificio con tutta devozione ed a ginocchia piegate, salvo quando si leggono i due Vangeli, e nelle Messe solenni quando si canta il Gloria e Credo.

Si ravvivi ancora la nostra fede per riguardare nella persona del Sacerdote lo stesso Gesù Cristo, della cui passione porta le insegne di tutto ciò che lo circonda.

I Santi tanto erano compresi dell'eccellenza di un così augusto mistero della nostra religione, che si stimavano ben felici, quando potevano ascoltare una ed anche più Messe al giorno; ed oh! come anche credevasi onorati, quando loro riusciva di servire alla S. Messa, ché questo è l'uffizio degli Angeli; così vediamo che S. Luigi, re di Francia, S. Tommaso d'Aquino, e S. Vincenzo de Paoli anche all'età di 84 anni, servivano sovente la Messa, con faccia tutta raggiante di gioia, unendosi in tal modo al numero infinito di Angeli che circondano l'Altare in tempo del S. Sacrificio, come li ebbe a vedere realmente S. Nilo monaco d'Oriente.

Ah! Intendiamola ben bene che la vera ragione di tanta misericordia del Signore verso di noi è appunto la S. Messa, in cui si offre a Dio il nostro caro ed amato Gesù.

Ecco il sole della santa Chiesa, che caccia via le nuvole e rasserena il Cielo; ecco l'arco celeste, che ci spiega l'alleanza e la pace che Iddio vuole che ci sia tra Lui e noi. Ben dunque si può dire che, se non vi fosse la S. Messa, il mondo a quest'ora sarebbe già sprofondato a causa di tanti peccati ed iniquità che inondano e coprono la faccia della Terra; è la S. Messa che trattiene il braccio di Dio, il quale vorrebbe castigare noi miserabili peccatori; ed è per questo che noi dobbiamo avere grande stima ed apprezzar molto il ricco tesoro che è la S. Messa.

Deve infine ognuno di noi sapere che, per ascoltare santamente e con frutto la S. Messa, il miglior modo è meditare la passione di Cristo. “Chi vuol crescere, così parla S. Bonaventura, di virtù in virtù, di grazia in grazia, mediti la passione del nostro Divin Redentore”; il Crocifisso meditato è il libro dei Santi.


Manuale di Filotea

 


Documento stampato il 04/12/2024