L'intervento di S. Vincenzo de' Paoli – S. Caterina Labouré il 21 aprile 1830 entrò nel noviziato delle Figlie della Carità di Parigi, mentre si celebravano le solenni feste della Traslazione delle reliquie di S. Vincenzo de' Paoli nella nuova Casa Madre dei Preti della Missione. Il santo, che l'aveva chiamata nella sua comunità con un misterioso sogno, volle manifestare la sua predilezione verso questa semplice figlia dei campi col mostrarle ripetutamente il suo cuore ardente di carità, ma rattristato dalle persecuzioni che stavano per colpire la Chiesa. Perciò l'assicurò di aver ottenuto da Dio, per intercessione della SS. Vergine, una speciale protezione per la sua duplice famiglia, destinata a rianimare la fede illanguidita dalla bufera della Rivoluzione. Quale sarà questo segno di protezione?
La Madonna della Sedia – Nella notte dal 18 al 19 luglio 1830 S. Caterina si addormenta dopo d'aver ardentemente pregato S. Vincenzo di ottenerle di poter finalmente vedere la Madonna che, rimasta orfana all'età di 9 anni, si era scelta per Madre. Verso le 11 viene svegliata dal suo Angelo Custode, che le appare tutto splendente sotto la forma d'un bambino, e le dice: La SS. Vergine ti aspetta in cappella. La Santa, dopo un po' di esitazione, si veste in fretta ed è accompagnata dalla sua guida in cappella, che trova tutta illuminata. Dopo un'ansiosa attesa, una bella Signora scende dalla destra dell'altare e, fatta una profonda adorazione al tabernacolo, va a sedersi sul seggiolone del predicatore che trovavasi a sinistra. La suora crede si sognare, ma il bambino in tono severo le dice: Ecco la Madonna. Allora le si getta ai piedi appoggiando, con filiale atteggiamento, fatto unico forse nell'agiografia, le sue mani sulle ginocchia della Vergine.
La Madonna ammaestra a lungo la sua discepola sulla sua vita interiore, specialmente sul modo di regolarsi col suo direttore spirituale; preannunzia in seguito fra le lacrime le gravi persecuzioni per la Chiesa in Francia, assicurando che la Famiglia di S. Vincenzo sarebbe stata da lei protetta e non avrebbe avuto vittime. Io amo la vostra comunità, tengo gli occhi posati su di voi. Sentirete gli effetti della mia visita e della protezione di Dio e di S. Vincenzo. Venite ai piedi di quest'altare, qui le grazie saranno sparse su tutti quelli che le domanderanno con fiducia. Dio ti vuole affidare una missione; avrai molto da soffrire, ma non temere, Io sarò con te!
La Madonna del Globo – Il 27 novembre seguente, durante la meditazione della sera, la Madonna le compare alla destra dell'altare bianco vestita, manto color celeste aurora, un velo che dal capo scendeva ai piedi, sorretti da un mezzo globo circondato da un serpente verdastro. Fra le mani, all'altezza del petto, teneva un globo più piccolo d'oro sormontato da una croce pure d'oro, simbolo, le dice una voce, del mondo e di ogni anima. La Madonna con un gesto sacerdotale offre il globo a Dio e prega. Ad un tratto le sue dita si riempiono di anelli in cui sono incastonate preziose gemme che mandano fasci di raggi, simbolo, le viene detto, delle grazie che la onnipotente preghiera di Maria ha impetrate. Alcune gemme, che non mandano luce, indicano le grazie che la Vergine vorrebbe concedere ma che si trascura di domandare. Attorno la scritta: Maria Regina sine labe originali concepta, ora pro nobis, meravigliosa espressione plastica dell'Immacolata, della Regina Mundi e della Mediatrice Universale.
La Madonna dei Raggi – A questo punto il globo che la Vergine ha fra le mani scompare ed Essa spiega le mani luminose verso il globo che le sta sotto i piedi, simbolo anch'esso del mondo e di ogni anima, facendo piovere su di esso i raggi delle sue grazie.
Il Rovescio della Medaglia – A questo punto il quadro si volta e compare un altro quadro ovale con al centro il Monogramma di Maria, sormontato dalla Croce: sotto, il Cuor di Geùs coronato di spine e il Cuore di Maria trafitto dalla spada. Attorno, una cornice di 12 stelle. Alla domanda della Veggente se ci si debba mettere qualche dicitura, la Madonna risponde che l'M, la Croce e i due Cuori dicono abbastanza. Una voce le ripete: Fa coniare una Medaglia secondo il modello che hai visto. Quelli che la porteranno con fiducia, ripetendo la breve giaculatoria, riceveranno grandi grazie e saranno sotto la specialissima protezione della Madre di Dio. La visione si ripete ad intervalli almeno 5 volte e viene ripetuto l'ordine di far coniare la Medaglia. Il P. Aladel, direttore della Veggente, dopo aver provato a lungo la sua penitente per accertarsi che non fosse vittima di qualche illusione, nel 1832 ottiene, con una facilità inaspettata, dall'Arcivescovo De Quelen, di far coniare la Medaglia. Le grazie sono talmente numerose e straordinarie che all'inizio del 1835 essa è già chiamata a voce di popolo Miracolosa, nome che le è rimasto e che non fu mai smentito dai fatti. Nel 1842 abbiamo l'improvvisa conversione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne, che provocherà l'approvazione della Chiesa e la concessione della festa della Medaglia il 27 novembre con ufficiatura propria. Nel 1840 si ha la prima erezione canonica dell'Associazione delle Figlie di Maria, nel 1909 dell'Associazione della Medaglia Miracolosa e nel 1935 sorge in Casale Monferrato l'Apostolato Mariano, organizzazione dei Volontari e delle Apostoline della Medaglia.
La Medaglia e la S. Schiavitù – La Schiavitù consiste: 1) in una volontaria, totale e perpetua Consacrazione a Maria; 2) in una conseguente amorosa vita di dipendenza da Lei.
1) La Consacrazione è: uno dei più importanti elementi del Messaggio del 1830 non ancora abbastanza apprezzato e forze anche misconosciuto; uno dei desideri più vivi della Madonna non ancora totalmente assecondato. Si ripete nello sviluppo dello studio del Messaggio del 1830 la storia della realizzazione della missione affidata alla Veggente. Come l'erezione dell'altare della Regina Mundi, che formò il martirio di S. Caterina, avvenne 50 anni dopo la coniazione della Medaglia, così ci volle quasi un secolo perché l'attenzione degli studiosi, troppo esclusivamente limitata al privilegio dell'Immacolata, si rivolgesse agli altri privilegi accennati sopra e non meno chiaramente insegnati dalle Apparizioni, privilegi sui quali il Montfort ha ha basato la sua teoria sulla Consacrazione.
Inoltre nel dono, che la Madonna ci fa della Medaglia sulla quale è scolpito il suo Cuore, come non vedervi un eloquente invito alla Consacrazione? A chi ci offre il suo cuore come si può rispondere adeguatamente se non offrendogli il nostro? E la stessa Medaglia che portiamo sul petto non indica forse che apparteniamo a Maria? E la catenella che ci circonda il collo non simboleggia forse le dolci catene che ci legano a Lei in perpetua schiavitù?
Non manca neppure la caratteristica della consacrazione montfortiana di essere rivolta a Cristo per mezzo di Maria. Che ne fa infatti Maria del nostro cuore simboleggiato nel globo? Non lo offre forse immediatamente a Dio, dopo di averlo purificato delle nostre colpe, adornato dei suoi meriti e delle sue grazie e dopo di averlo santificato con la Croce di Cristo?
Realizziamo l'augurio profetico di S. Caterina: Quando sarà che Maria sarà proclamata Regina di ogni anima in particolare con la consacrazione che ci pone fra le sue mani?
2) La vita di dipendenza e di unione a Maria non è meno chiaramente espressa dalla Regina Mundi. Infatti quale maggior dipendenza che esser nelle mani di uno, per lasciarsi da lui maneggiare come meglio gli piace? E quale unione più intima con la Madre di quella del figlio che poggia sul suo materno cuore? La Madonna del Globo si può con verità chiamare la Madonna della Consacrazione.
Nella altre apparizioni la Madonna domanda un santuario, ove la Madre dà l'appuntamento ai figli pellegrini. In quelle del 1830 volle che i suoi figli fossero i suoi santuari viventi. Volle che la Medaglia fosse un santuario individuale, ambulante, del quale ognuno di noi è il sacerdote, il nostro petto l'altare, la nostra fede la lampada, la nostra preghiera l'incenso, i nostri sacrifici i fiori, il nostro cuore l'olocausto. Maria con la sua Medaglia vuol indicarci che vuol stare con noi, che ha sempre gli occhi posati su di noi, incitandoci a star col nostro pensiero e col nostro cuore con Lei, ad avere i nostri occhi rivolti a Lei per farne il nostro modello e sforzarci di vivere alla sua presenza, imitarne le virtù e invocarla nei bisogni.
Dopo di ciò chi oserà ancora considerare la consacrazione come qualcosa di estraneo alla spiritualità mariana delle Apparizioni e non riconoscerà onestamente in esse la più bella spiegazione e la più efficace conferma della dottrina montfortiana?
Un segreto di felicità