Si scrive mondopiccolo, in una sola parola e senza virgolette, perché ci piace il senso di familiarità che questo nome guareschiano trasmette. Ci piace il suo essere un luogo di tutti i giorni in cui ci si sente a casa, al proprio posto. Ci piace perché dice la scelta di andare contro la corrente di un mondo in cui tutto deve essere globale, senza confini, protagonista: in un mondo in cui tutti si sforzano di vivere in grande, noi pensiamo che si debba tornare a pensare in piccolo.
Pensare, prima di agire. E pensare in piccolo, tornando a riconoscere la nostra dimensione di creature che devono cercare la grandezza in una sola cosa: credere. Credere in grande, pensare in piccolo e agire in piccolissimo. Esattamente il contrario di quanto avviene in questo tempo, in cui si crede in piccolissimo e si agisce in grande, convinti che la misura di tutto sia l’effetto prodotto sul mondo e sulla sua storia. «Perché gli uomini» insegna Giovannino Guareschi «sono delle disgraziate creature condannate al progresso, il quale progresso porta irrimediabilmente a sostituire il vecchio Padreterno con le nuovissime formule chimiche. E così, alla fine, il vecchio Padreterno si secca, sposta di un decimo di millimetro l’ultima falange del mignolo della mano sinistra e tutto il mondo va all’aria».
«La solita storia», insomma. E «la solita storia» a noi non piace perché la misuriamo con un metro diverso rispetto a quello di conio corrente. La guardiamo da Mondo piccolo, che non è una deliziosa invenzione consolatoria. Mondo piccolo è tremendamente reale, coerente, rigoroso, è inesorabilmente più vero dell’illusorio Mondo Grande, è il precipitato narrativo di tutto quanto l’uomo ha saputo trarre dagli insegnamenti del Cielo per farne quanto di meglio possibile in terra. Mondo piccolo è frutto di una sapienza vecchia come il cucco che può anche passare di moda, ma sarà sempre la pietra d’angolo cui dovrà poggiarsi l’uomo dopo aver toccato il fondo del Nulla.
Per questo, mondopiccolo è una postazione privilegiata per osservare quanto avviene nel Mondo Grande. Questa rivista racconterà i piccoli e grandi sommovimenti dei nostri tempi e li misurerà con i princìpi di cui qui ci si fida ciecamente perché sono stati fissati una volta per tutte dal Vecchio Padreterno, che non sbaglia mai.
Si parlerà di filosofia e politica, di teologia e morale, di scienza e letteratura con la convinzione di dire cose talmente vecchie da essere originali. Così originali che il primo numero di una rivista che si chiama mondopiccolo è interamente dedicato a Giovannino Guareschi, l’uomo che il Mondo piccolo lo ha fatto conoscere a milioni di lettori.
Questa prima uscita ha per titolo “L’argine & la libertà” e raccoglie gli scritti di autori che nell’insegnamento guareschiano hanno trovato alimento per andare contro la corrente del Mondo Grande. Negli articoli che seguono non si racconta la storia del padre di don Camillo e Peppone, ma si cerca di dire quanto sia stata grande la lezione di uno scrittore così inattuale da trovare il personaggio principale delle sue storie nel Cristo Crocifisso.
“L’argine & la libertà”, che sono coordinate di ogni uomo retto nel credere, nel pensare e nell’agire, trovano origine e fine proprio nella Croce e sulla Croce posta nel cuore di Mondo piccolo. L’uomo non è veramente libero se non riconosce l’argine da cui non può tracimare. E l’argine non avrebbe senso di esistere, se non vi fosse qualcosa, o meglio, qualcuno da contenere.
La storia, se non vuole essere «la solita storia», deve tenere conto di questi due poli. Allora, il suo racconto assume toni di metafisica e di poesia, come quelli che si respirano sulla riva del Grande Fiume se ci si va in compagnia di Giovannino Guareschi e delle sue creature. E diventa epica, cioè grande racconto di piccole imprese. E di immensa fede.