Primo Precetto della Chiesa

Home / Dottrina Cattolica / Catechismo di S.Pio X / Primo Precetto della Chiesa

Che ci ordina il primo precetto: “Udir la Messa la domenica e le altre feste comandate”? Il primo precetto ci ordina di assistere devotamente in tali giorni alla santa Messa.

La Chiesa consacra la domenica di ogni settimana all'onore e al culto di Dio. Nella domenica si ricorda in particolar modo la Risurrezione del Signore e la Pentecoste, due festività fondamentali per la Chiesa avvenute proprio in questo giorno: sono queste infatti le due domeniche più solenni dell'anno, perché solennizzano i due più grandi misteri cristiani.

Tuttavia, la Chiesa non festeggia solamente ogni domenica dell'anno, anzi vi sono numerose altre festività che ricordano e onorano i più grandi misteri cristiani: la Trinità, il Natale, le festività riguardanti Gesù Cristo e la Madonna, e i Santi.

L'insieme delle festività cattoliche forma l'anno liturgico: a seconda della festa celebrata, l'anno viene così suddiviso.

1 – Periodo natalizio. Inizia con l'Avvento, ossia le quattro settimane che precedono il Natale in memoria dei vari millenni che precedettero la nascita di Cristo. Il Natale, festa solenne del 25 dicembre. L'Ottava di Natale, ossia la settimana dopo tale festa, che si conclude il primo dell'anno. Segue, come complemento e sviluppo, l'Epifania (6 gennaio), che celebra la manifestazione di Cristo ai pagani nella persona dei magi. All'Epifania, seguono le sei domeniche dopo l'Epifania, che celebrano la manifestazione di Cristo ai Giudei nel battesimo ricevuto nelle acque del fiume Giordano, ai discepoli col primo miracolo compiuto nelle nozze di Cana di Galilea, e completano il ciclo natalizio o l'infanzia del Salvatore.

2 – Periodo pasquale. Inizia con le domeniche di Settuagesima, Sessagesima, Quinquagesima. Continua con la Quaresima, il periodo di quaranta giorni composto da quattro domeniche di Quaresima, la prima domenica di Passione e la seconda domenica di Passione, ovvero la domenica delle Palme, e termina con la Settimana Santa; in questo lungo periodo di quaranta giorni, queste festività ci ricordano che, per risorgere dal peccato e regnare gloriosi con Cristo, è necessario prima morire al peccato e al vizio tramite la mortificazione e la penitenza. La domenica di Pasqua celebra la Risurrezione di Cristo, il principale miracolo che manifesta la sua divinità, causa esemplare ed efficiente della nostra resurrezione spirituale e fisica. Alla Pasqua seguono la Domenica in Albis e quelle successive, fino alla festa dell'Ascensione, che conclude il ciclo pasquale.

3 – Periodo di Pentecoste. Quest'ultimo periodo celebra la vita della Chiesa, animata, assistita, santificata dallo Spirito Santo. Inizia proprio con la domenica di Pentecoste, che ricorda la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli nel cenacolo. La prima domenica dopo Pentecoste è la festa della Santissima Trinità, solennità che celebra uno dei misteri principali della fede cristiana; segue il giovedì successivo la festa del Corpus Domini, che solennizza il mistero eucaristico. Il venerdì dopo l'Ottava del Corpus Domini ricorre la festa del Sacro Cuore di Gesù. L'ultima domenica di ottobre c'è la solennità di Cristo Re.

Accanto alle feste del Signore vi sono le feste della Santissima Vergine Maria (ciclo mariano). Le principali sono: l'Immacolata Concezione (8 dicembre), l'Annunciazione (25 marzo), Maria Regina (31 maggio), l'Assunzione (15 agosto), il Cuore Immacolato (22 agosto), la Natività (8 settembre) e il Nome di Maria (12 settembre).

Ogni giorno, la Chiesa festeggia e ricorda qualche santo (ciclo santorale). Ricordiamo le varie feste degli Apostoli, Tutti i Santi (1 novembre), san Giuseppe (19 marzo e 1 maggio), san Giovanni Battista (24 giugno), san Lorenzo (10 agosto), san Gabriele Arcangelo (24 marzo), san Michele Arcangelo (29 settembre), gli Angeli Custodi (2 ottobre) e san Raffaele Arcangelo (24 ottobre).

La Chiesa intende celebrare devotamente tutte le feste dell'anno liturgico, ma per alcune, ha imposto l'obbligo di culto a tutti i cristiani, rendendo tali solennità di precetto. Sono feste di precetto, cioè con l'obbligo del riposo dalle opere servili e dell'assistenza alla Messa: tutte le domeniche dell'anno, Natale, l'Ottava di Natale, Epifania, Ascensione, Corpus Domini, Immacolata Concezione, Assunzione di Maria, san Giuseppe, santi Pietro e Paolo (29 giugno), Tutti i Santi.

È obbligatorio, per santificare la festa, l'assistenza alla Santa Messa. Chi trascura in tali giorni la Messa senza motivo grave, commette una colpa mortale.

Per soddisfare il primo precetto, vi sono diverse istruzioni: alla Santa Messa bisogna assistere con devozione; si richiede la presenza fisica, in modo che si veda direttamente il celebrante o lo si senta, o si possa almeno comprendere a che punto è il Santo Sacrificio così da poter essere moralmente uniti al celebrante; l'assistenza non è valida quando si giunge dopo l'Offertorio o si esce prima della Comunione; il modo migliore per assistere alla Santa Messa è quello di seguire il celebrante e unirsi a lui nella fede, nella devozione, nella recita delle preghiere servendosi dell'aiuto del Messalino o di qualche buon libro di esercizi spirituali; la Chiesa impone l'obbligo di assistenza alla santa Messa durante particolari feste e tutte le domeniche, ma è suo vivo desiderio che vi si assista il più spesso possibile, e che ci si comunichi spesso per partecipare più intimamente ai frutti del Santo Sacrificio.

Chi non ascolta la santa Messa nei giorni di precetto fa peccato grave? Chi, senza vero impedimento, non ascolta la Messa nei giorni di precetto e chi non dà modo ai suoi dipendenti di ascoltarla, fa peccato grave e non adempie il comandamento divino di santificare le feste.

Chi trasgredisce il primo precetto della Chiesa, senza motivo sufficiente, non solo non adempie alle istruzioni della Chiesa, ma offende anche il primo e terzo comandamento del Decalogo, perciò pecca gravemente. Nessuno, né genitori né padroni né superiori possono impedire a qualcuno di adempiere ciò che prescrivono Dio e la Chiesa.

Il Codice di Diritto Canonico dichiara: “Sono scusati dall'assistere alla Santa Messa nei giorni festivi coloro che non possono ascoltarla senza grave incomodo”. Sono cause gravi: l'impotenza fisica, ad esempio chi è ammalato, chi è in viaggio, chi è molto lontano dalla Chiesa, chi non è libero di lasciare il luogo in cui si trova (soldati in caserma, carcerati); l'impotenza morale, come la mancanza di vestiti decenti, il dovere evitare gravi danni alla salute o agli interessi o ai familiari. Anche un grave dovere di carità può scusare dall'obbligo di assistere alla santa Messa, ad esempio l'assistenza ad un malato grave, lo spegnere un incendio, ecc.

RIFLETTO:

Attenzione ai motivi che troviamo per scusarci dalle nostre trasgressioni al precetto festivo: per noi sono sempre sufficienti, in realtà se non sono gravi quanto quelli sopraelencati, ci macchiamo di colpa grave!

ESEMPIO:

Alessandro Manzoni, finché le forze glielo consentirono, adempì sempre fedelmente all'obbligo della Messa festiva. Un giorno, il cui tempo era pessimo, con vento, pioggia e freddo, un amico andò a visitarlo, lo trovò di umore nero e gliene chiese la ragione: “Sono triste perché queste benedette donne non hanno voluto che andassi in chiesa, col pretesto del tempo cattivo!”. All'osservazione che avevano fatto bene, perché avrebbe potuto buscarsi qualche malanno, soggiunse: “Che malanno! Supponga che io avessi vinto un gran premio alla lotteria e che oggi scadesse il termine per riscuoterlo e che avessi dovuto andare di persona: crede che le mie buone donne per paura del tempo mi avrebbero fatto perdere il premio trattenendomi in casa?”


Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X


Documento stampato il 27/12/2024