Morte e gloriosa Assunzione di Maria Santissima

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La fervorosissima carità di cui in una maniera affatto incomprensibile era infiammato il cuore di Maria Santissima, non poteva fare a meno di non liquefarla, dirò così, in ardentissimi desideri di volarsene a vedere a faccia a faccia il suo Dio, e di unirsi con perfettissima unione al suo divino Figliuolo.

Se tutti i Santi nel tempo del loro pellegrinaggio su questa Terra hanno, a misura dell'amore che ardeva loro nel cuore, anelato al riposo della celeste patria; se l'Apostolo S.Paolo si sentiva infiammato dal desiderio d'essere sciolto dai legami del suo corpo mortale, e d'essere con Cristo; quali saranno stati i desideri e i sospiri di Maria, il cui amore per Dio non ve ne fu, né ve ne sarà mai nessun altro che si possa paragonare?

Poiché dunque ella ebbe dimorato su questa terra tutto quel tempo che piacque all'infinita Sapienza di Dio di lasciarvela, per esempio agli uomini di tutte le più eroiche virtù, per consolazione degli Apostoli e dei Discepoli di Cristo, per edificazione e per beneficio della nascente Chiesa, e perché ella giungesse a quell'immenso cumulo di meriti corrispondente alla gloria che ab eterno le era preparata in Cielo, si separò con una preziosissima morte l'anima sua santissima dal suo corpo, pagando così il debito cui l'umana condizione è soggetta, e cui anche il suo divino Figliuolo aveva voluto assoggettarsi, senza che si sappia in quale anno della sua età ciò sia avvenuto, e se in Gerusalemme o in Efeso. Ignote ci sono altresì le particolari circostanze che accompagnarono questo felicissimo passaggio, avendo voluto Dio che, non meno la vita nascosta di Maria Santissima, la sua morte servisse a noi d'esempio d'umiltà, e d'istruzione per conoscere chiaramente quanto poco o nessun conto dobbiamo fare dell'essere dagli uomini conosciuti e stimati.

Ma se a noi rimangono occulte le circostanze della morte di Maria Santissima, sappiamo però secondo la pia antichissima credenza della Chiesa che il corpo suo non sperimentò la corruzione, ma fu ben presto riunito all'anima, e per ministero degli Angeli assunto in Cielo; la gloriosa Assunzione di Maria Santissima ha perciò la santa Chiesa celebrata fin da antichissimo tempo, e celebra la solenne festa nel giorno del 15 agosto.

E bene si conveniva questo singolarissimo privilegio a quel corpo da cui Gesù Cristo aveva tratto la sua carne; in cui Egli aveva dimorato nove mesi; della cui sostanza si era nutrito. Né doveva rimaner soggetta alla comune sorte degli altri Santi colei che era stata da Dio arricchita d'una grazia e d'una santità superiore a quella di tutti gli uomini e di tutti gli Angeli; colei che era stata sollevata all'incomparabile dignità di Madre di Dio; colei che era così intimamente congiunta a Gesù Cristo e dal quale ella era così singolarmente amata.

Maria dunque entrò in corpo e in anima nel Santuario del Cielo, e prese pieno e perfetto possesso di quella gloria ineffabile che per tanti titoli le si conveniva. Chi è che può immaginarsi la solennità di questo trionfo: chi è che può comprendere l'immensità della gloria, a cui è innalzata Maria?

“Le vanno incontro – dice S.Bernardo – tutti gli angelici cori, e alla considerazione del meraviglioso oggetto che vedono, esclamano attoniti: Chi è costei, che dal deserto si alza ridondante di delizie? Come se essi più chiaramente dicessero: Quanto mai grande è costei? E donde mai, ad una che viene dal deserto del mondo, tanta copia di delizie? Perché eguali in noi non si trovano, che pure siamo ricolmati di gioia nella città del Signore da un impetuoso fiume, e che nella gloriosa faccia di Dio, come in un torrente di piaceri, ci dissetiamo? Chi è costei, che di sotto al sole, ove altro non è che affanno, dolore ed afflizione di spirito, quassù se ne viene doviziosamente ricolma di spirituali delizie? Perciò quella immensa moltitudine di celesti Spiriti con affetto di singolar devozione a lei si presentano, e con inni e cantici di gioia l'accompagnano al trono di gloria, che l'è preparato. Ma oh con quale placido volto, con quale serena fronte, con quali lieti amplessi Maria è ricevuta dal suo Figliuolo! Felici in vero furono quei baci che riceveste, o gran Vergine, dal vostro lattante Figliuolo, allorché nel vostro grembo con materna tenerezza l'accarezzavate: ma quanto più felici sono quelli che nel beato saluto oggi voi ricevete dalla sua bocca, mentre Egli siede alla destra dell'eterno suo Padre! Ah chi parlerà degnamente della generazione di Cristo, e dell'Assunzione di Maria, essendo l'una e l'altra ineffabile e incomprensibile?”

Gesù Cristo dunque collocò la sua Santissima Madre non solamente sopra tutti i cori dei Patriarchi, dei Profeti, degli Apostoli e di tutti gli altri Santi, che regnano in Cielo, ma sopra gli Angeli, e sopra gli Arcangeli, e sopra gli stessi più sublimi Spiriti, quali sono i Serafini, e così la costituì Regina del Cielo e della Terra.

Ed ecco la verità di ciò che fu adombrato da Salomone, allorché egli fece sedere sopra di un magnifico trono la sua madre Bersabea, trattandola così come regina. Era Salomone figura di Gesù Cristo, e Bersabea rappresentava la sua Santissima Madre da Lui costituita Regina del Cielo e della Terra. Ecco quel grande prodigio, che vide nel Cielo S. Giovanni Apostolo nella sua Apocalisse: Quella donna, vestita di sole, sotto i cui piedi sta la luna, e nel suo capo porta una corona di dodici stelle.

Dice ancora S. Bernardo: “Sì, Maria Santissima è quella donna vestita di sole, cioè tutta risplendente per la gloria che le comunica il suo divino Figliuolo. Ella ha coronato il capo di dodici stelle, le quali peraltro ricevono, piuttosto che essere ornamento al suo capo, perché esso è di qualsivoglia astro più splendido e più luminoso. E chi può mai apprezzare le gemme, chi nominare le stelle, ond'è composto il reale diadema di Maria? Supera l'umana capacità di descrivere la composizione, e la tessitura di questa corona”.

Che se vogliamo, per quanto n'è capace la nostra limitata mente, comprendere la sublimità della gloria onde fu arricchita la Vergine nella sua Assunzione al Cielo, riflettiamo che ella ha dovuto corrispondere alla fede, all'amore, all'umiltà e alle altre virtù che lei praticò mentre visse su questa terra: e per tutto dire in una parola, all'abbondanza, alla pienezza, alla ridondanza della grazia ch'ella ricevette nel corso della sua vita mortale.

“Or quanto maggiore di quella di tutti gli altri Santi e di qualsivoglia creatura fu la grazia ch'ella ricevette in terra, tanto superiore a quella di tutti è la gloria ch'ella gode in Cielo!” continua S.Bernardo, “Che se né occhio mai vide, né mai orecchio udì, né mente umana mai comprese le cose che Dio ha preparate a quelli che Lo amano, chi potrà mai ridire le cose che Egli ha preparate a Maria, la quale sicuramente più di tutti Lo amò? Dovette inoltre la gloria della Vergine esser proporzionata alla sua dignità di Madre di Dio. Or siccome non vi fu, né vi poté mai essere dignità maggiore di questa, né il Figliuolo di Dio trovò sulla terra luogo più degno di Sé che l'utero verginale di Maria, così neppure in Cielo vi è trono più sublime di quello sopra il quale è dal suo Figliuolo collocata Maria”.

Continua il santo abate: “Perciò l'Assunzione della Vergine accrebbe senza dubbio l'allegrezza di quei beati cittadini del Cielo. Che se alla sua voce, mentre ella stava ancora su questa terra, esultò di gaudio chi stava chiuso nel grembo materno, cioè Giovanni Battista, quale crediamo noi che sia stata l'esultanza di quei cittadini del Cielo, quando udirono la sua voce, videro il suo viso, e goderono della presenza di lei esaltata già a tanta gloria? E noi quale motivo non abbiamo di allegrezza, di gaudio, riflettendo all'Assunzione di Maria? Tutto il mondo è illuminato dalla presenza di quella gran Donna, in maniera che sino la stessa celeste patria più chiaramente risplende, illuminata dallo splendore di questa verginale lampada. Perciò nel più alto dei cieli risuonano i rendimenti di grazie, e i cantici di lode. Ma per quello che a noi spetta, sembrerebbe che dovessimo anzi piangere che rallegrarci. Perché quanto della sua presenza si rallegra il Cielo, non ne segue che altrettanto questo basso Mondo debba rattristarsi della sua assenza? Ma cessino pure le nostre querele, giacché neppure noi abbiamo qui città permanente, ma andiamo in cerca appunto di quella ove la gloriosa Vergine è già arrivata.

Se noi pure siamo scritti cittadini di codesta città del cielo, non è forse giusto che nonostante in questo esilio, stando sopra dei fiumi di Babilonia, di lei ci ricordiamo, con lei comunichiamo nel gaudio, partecipiamo della sua allegrezza e di quella particolarmente per 1'Assunzione della Vergine? Come un impetuoso fiume riempie di giubilo la città di Dio, noi pure siamo parte di quelle gocce, che da lassù cadono sopra questa Terra! Ci ha preceduti la nostra Regina, ed è stata accolta in tanta gloria, affinché le veniamo dietro quali servi alla loro Signora, gridando con fiducia: Tirateci dietro a voi, correremo allettati dall'odore dei vostri profumi. Rallegriamoci con lei se l'amiamo, perché se n’è andata al suo Figliuolo, godiamo della sua gloria, se non vogliamo essere (che Dio ne guardi!) ingrati a colei che trovò grazia presso Dio”.

Sia altresì uno dei motivi della nostra santa allegrezza, nell’Assunzione della beatissima Vergine, il riflettere ch’ella è nel Cielo ricolma di tanto merito, e di una gloria sì grande per essere nostra Avvocata, e protettrice.

“È andata avanti a noi - continua a dire S. Bernardo - da questo nostro pellegrinaggio alla patria celeste Maria santissima, come nostra Avvocata. Essa come Madre del nostro Giudice, e Madre insieme di misericordia, tratterà colle sue preghiere e colla sua efficacia il grande affare della nostra eterna salute. Essa è un prezioso pegno, che la nostra Terra ha mandato al Cielo acciocché, con una felice alleanza d’amicizia, le umane cose si uniscano alle divine, alle celesti e terrene, le basse alle alte. Perciò questo nobilissimo frutto della Terra lassù è salito, donde a noi viene ogni grazia eccellente; e ogni dono perfetto. Ascendendo dunque in alto la Beata Vergine darà anch’essa doni agli uomini”, impetrandoli cioè colla sua validissima intercessione dal Datore d’ogni bene. A questa fonte dunque, corra l’anima nostra assetata, e a questo cumulo di misericordia ricorra con tutta sollecitudine la nostra miseria.

Ecco che noi coi nostri voti diciamo col medesimo s. Bernardo : “Per quanto ci ha permesso la nostra debolezza, v’abbiamo, o Vergine benedetta, accompagnata sino al trono del Figliuolo, e almeno di lontano v’abbiamo tenuto dietro nella vostra gloriosa Assunzione. Deh fate d'ora innanzi, per effetto della vostra pietà, che il Mondo provi il frutto di quella grazia che avete trovata voi appresso Dio. Ottenete colle vostre sante preghiere ai rei il perdono, la medicina agli infermi, il coraggio e la consolazione agli afflitti, e a chi si trova nei pericoli l'aiuto e la liberazione: così che ai vostri servi, i quali con lode invocano il vostro dolcissimo nome, o Maria, conceda per mezzo vostro i doni della sua grazia Gesù Cristo vostro Figliuolo, e Signor nostro, il quale è Iddio benedetto sopra tutte le cose, per tutti i secoli. Amen.”


P. Carlo Massini


Documento stampato il 23/11/2024