“Io sono venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza” (Gv 10, 10) ha detto chiaro Gesù. Questa venuta del Signore Gesù non indica solo il fine del suo ministero, ma suppone la venuta nel mondo di Qualcuno che è al di sopra e anteriore al mondo. A partire dalla missione di Gesù, noi penetriamo meglio nel mistero della sua adorabile Persona. Per meglio conoscerlo, è necessario conoscere meglio la sua origine.
Senza dubbio Egli ha assunto una natura umana, ma questo non diminuisce la sua dignità divina. Quando Lui dice che deve tutto al Padre, riconosce semplicemente la paternità di Dio al Quale è consustanzialmente unito con lo Spirito Santo, da tutta l’eternità.
“Gesù è Dio”
Definire ciò che è il Signore Gesù, cercare di conoscerlo meglio, di approfondire i suoi rapporti con il Padre nella Trinità, la sua missione eterna e la sua missione nel tempo, fa parte della nostra vita, si può dire in modo drammatico: perché ciò che è in causa nel mondo attuale in cui viviamo, è davvero la divinità di Gesù. Se Gesù è Dio, di conseguenza Egli è il Signore e il Re di tutte le cose, delle persone, delle famiglie, della società, di tutte le realtà che esistono.
Se noi non siamo convinti della Divinità di Gesù, noi non possederemo mai la forza di custodire la fede in Lui, Dio, Signore e unico Re, davanti all’invadenza del laicismo, nome moderno dell’ateismo, e delle false religioni, per le quali Gesù non è Re, non è affermato come Dio con tutte le conseguenze che questo comporta per la moralità generale, moralità del singolo, delle famiglie, dello Stato.
A causa dell’ambigua libertà religiosa, come spesso oggi viene affermato, che pone tutte le religioni sul medesimo piano e accorda i medesimi diritti alla Verità e all’errore, Gesù non è più ritenuto la sola unica Verità e Colui che è la sorgente della Verità.
“Noi siamo pluralisti” si dice oggi. Che cosa significa “pluralismo?”. Spesso vuol dire che Gesù lo si ammette ma non gli si riconosce che è l’unico Dio, che c’è qualcosa di diverso e alla pari con Gesù: si mettono sullo stesso piano tutte le opinioni, tutte le “religioni”. Così i cattolici che vivono in mezzo agli atei o in mezzo ai musulmani, o tra i protestanti, pensando come si pensa dai più oggi, ammettono di fatto ateismo, protestantesimo, islamismo come realtà valide: ecco il relativismo, l’indifferentismo che caratterizza i più oggi.
Questi cattolici di oggi hanno perso il senso della Regalità di Gesù, regalità spirituale e sociale, e così finiscono di perdere il senso della Divinità di Gesù. È mancanza di fede assai grave, perché così diventa assai facile che molti si allontanino dalla Chiesa, non pratichino più la fede e la loro vita diventa moralmente deplorevole.
Questa idea di libertà – che è licenza e non vera libertà – arriva presto ad avvelenare se stessi e a corrompere la Verità. E questa Verità è Gesù stesso, il Figlio di Dio fatto uomo, unico Signore, unico Salvatore, unico Re dell’umanità e del mondo. Se non si afferma tutto questo, non c’è più legge, non c’è più moralità, viene meno la civiltà, al cui tramonto stiamo assistendo da decenni.
“Gesù è Re”
Il numero dei divorzi, delle famiglie distrutte, diventa sempre più grande, come diventa sempre più grande il numero delle convivenze con il dilagare di un’infelicità e di una depressione inimmaginabile fino a non molti anni fa. Dopo che questo relativismo – la negazione di Gesù unico Dio e unico Re – si è diffuso nei nostri Paesi, siamo davanti a una decadenza peggiore di un terremoto devastatore: dopo il divorzio, la contraccezione, il “libero amore”, le “unioni civili” tra uomini e uomini, donne e donne, l’eutanasia, lo sgretolamento di tutto, al punto che i figli ammazzano i genitori e i genitori ammazzano i figli.
Allora, occorre riflettere, pensare, convincersi che è necessario, indispensabile che Cristo regni e non solamente sui singoli, nell’intimità delle coscienze, nelle scelte private, ma in ogni realtà: la famiglia, la scuola, la cultura, la giustizia, la medicina, il lavoro, i rapporti civili e sociali, la stessa politica: tutto è stato voluto da Dio “in Lui e per Lui”, Gesù, il Figlio suo e l’unico nostro Re; tutto trova la soluzione soltanto in Lui.
Amici, se sentiamo dire: questa persona pensa in modo diverso da me, ha un’altra religione diversa dalla mia, ella è libera. No, questo non è vero. Dobbiamo dire invece: «Mi dispiace, ma tu sei nell’errore, tu non sei nella Verità. Un giorno, ti sarà chiesto conto e sarai giudicato sulla tua vita. Già, proprio così. Devi convertirti. Non basta che cerchiamo i valori comuni. Gesù ha iniziato la sua missione, dicendo a tutti: “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15)».
Gesù deve regnare non solo nella nostra casa, ma fuori della nostra casa, in tutta la società. Tutto gli appartiene. Tutta l’umanità sarà giudicata da Lui. Nessun uomo, di nessuna religione, può pretendere di non essere giudicato da Lui. Gesù stesso ha detto: “Dio Padre ha messo ogni giudizio nelle mie mani” (Gv 5, 22). Perché Egli procede dal Padre, è il Verbo del Padre, ha diritto e potere su tutti gli uomini e su tutte le realtà umane. Dobbiamo essere convinti di questo!
Qualcuno dirà che così siamo intolleranti. Cerchiamo di capirci: noi tolleriamo l’errore che non può essere cambiato dall’oggi al domani, ma la Verità, il Cristo unica Verità, non può tollerare l’errore. Per il fatto che è la Verità, caccia l’errore come la Luce caccia le tenebre. Noi non possiamo farci nulla. La Verità non tollera l’errore e il Bene non tollera il male.
Questo non vuol dire che in pratica non si possa tollerare ciò è che impossibile cambiare, chi non si lascia convertire. Ma dobbiamo agire e non darci pace affinché non ci sia l’errore né le tenebre,né il vizio, né alcunché al di fuori di Gesù. E tutto questo, lavorando, soffrendo, pregando, agendo in ogni modo, per condurre a Gesù ogni uomo, ogni realtà, il mondo intero.
In questo si trova e si alimenta lo spirito di apostolato, lo spirito missionario della Chiesa, di ogni cattolico davvero innamorato di Gesù, di Gesù nella sua interezza, Uomo-Dio, unico Salvatore, unico Re. Diversamente siamo fuori dal progetto di Dio che vuole “omnia instaurare in Christo” (Ef 1, 10), ricapitolare in Gesù tutte le cose, quelle della terra e quelle del cielo.
Mai come oggi è vero e si deve riflettere, come scriveva il padre De Condren, che “occorre far nascere e crescere nelle nostre anime il vero spirito di Religione, che non può soffrire che vi sia qualcosa fuori di Gesù Cristo, che si può essere nella pace solo quando tutto sarà riportato a Lui”. Oportet Jesum regnare (1a Cor 15, 25). Gesù deve regnare.
Candidus (sìsìnono.org)