Alla meditazione aggiungiamo un po’ di lettura spirituale; che è come la rugiada, la quale feconda l’anima nostra di santi pensieri, di casti affetti, di ottime risoluzioni. A tal intento sarebbero ottime Le vite dei Santi del Massini; L’imitazione di Gesù Cristo del Gersen; Il Combattimento spirituale dello Scupoli; La pratica di amar Gesù Cristo di Sant’Alfonso; La Filotea di San Francesco di Sales, ecc.
Attendiamo poi specialmente alla preghiera, che è il canale di tutte le grazie. Chi prega, e prega bene, certo si salva; chi non prega, abbandonato a se stesso si perde.
San Vincenzo de’ Paoli diceva: Nulla si può aspettar di buono da quel cristiano che trascura la preghiera all’inizio e alla fine della giornata.
Perciò non manchiamo mai di recitare con devozione le orazioni del mattino e della sera; terminiamo le preghiere della sera con l’esame di coscienza, non andando a dormire col peccato sull’anima, senza almeno pentircene e promettere di confessarci al più presto, perché a nessuno fu promesso il domani.
Al mattino poi ricordiamoci di offrire a Dio tutte le opere e i patimenti della giornata; e procuriamo di rinnovare tale offerta più volte fra il giorno (per il che basta una semplice elevazione della mente a Dio), accompagnandola con fervorose e frequenti giaculatorie; perché se non si sta bene attenti, l’amor proprio cercherà di introdursi nelle nostre opere, lavorando non per il puro amore di Dio e per l’adempimento della sua volontà, ma per contentare il nostro gusto o per altri fini terreni, che guasteranno più o meno le nostre opere anche più belle.
Un santo Religioso prima di metter mano a qualsiasi opera, alzava gli occhi al cielo e si fermava un poco; interrogato su che cosa facesse, rispose: Piglio la mira per assicurare il colpo. E così dobbiamo fare ancora noi; prima di principiare qualche azione, prender bene la mira, dicendo: Signore, faccio questo per piacere a voi.
Manuale di Filotea