Che cos’è il Paradiso? Il Paradiso è il godimento eterno di Dio, nostra felicità e, in Lui, di ogni altro bene, senza alcun male.
Si è detto che il fine ultimo dell’uomo è godere eternamente Dio in Paradiso. Vediamo dunque che cosa ci riserverà il Signore Nostro se durante questa vita terrena siamo stati a Lui fedeli.
San Pietro sul monte Tabor contemplò per alcuni momenti la gloria di Gesù Cristo e ne fu inebriato. Fuori di sé per il gaudio, domandò di restare sempre in quella beatitudine celeste (v. Mt 17, 1 - 8). Se bastò un raggio della gloria di Cristo per trarre Pietro e gli altri discepoli in un’immensa gioia, che cosa sarà il Paradiso, dove si contempla eternamente il fulgore della gloria di Dio?
Su questa terra, non è possibile la felicità o la beatitudine perfetta e definitiva, che invece è riservata al Cielo. Le creature o gli oggetti non possono renderci infinitamente felici e non possono appagare la nostra sete di beatitudine eterna: sono troppo piccole, troppo limitate nello spazio e nel tempo per soddisfare il nostro desiderio di Verità e di un Bene infinito!
Riflettiamo anche che siamo felici quando possediamo ciò che desideriamo: come dunque potremo essere eternamente felici se, nel momento della nostra morte, dovremo abbandonare tutto? A che cosa ci sarà giovato acquistare tanti beni se poi essi si deterioreranno nel tempo e noi dovremo abbandonarli?
Abbiamo bisogno di un Bene infinito, eterno ed incorruttibile.
Solo il Paradiso può essere la nostra vera meta, dove saremo eternamente felici e godremo dell’eterna presenza di Dio, nostro Unico ed Eterno Bene. Le creature e gli oggetti sono solo le vie, i mezzi per raggiungerla.
In Paradiso si contempla Dio. - Fin tanto che siamo sulla terra, non ci è possibile vedere direttamente Dio. Con il lume della ragione vediamo le sue opere e l’orma delle sue perfezioni stampate in esse; con il lume della fede crediamo in Dio, ma un velo di tenebre ci separa da Lui. Invece nella vita futura vedremo Dio faccia a faccia, com’è in se stesso.
La visione di Dio è beatificante. - Vedendo Dio direttamente, lo si ama di amore perfetto, lo si possiede e si è perfettamente felici. Dalla visione nasce l’amore, dall’amore il possesso e il gaudio perfetto.
Dio, Sommo Bene, è la sorgente di ogni bene. Chi Lo contempla, Lo possiede, Lo ama e vede, contempla e gode anche di tutti gli altri beni. L’intelligenza vede tutta la verità di cui è fatta capace dal lume di gloria; la volontà possiede tutti i beni; tutti i desideri e le brame del cuore sono appagate. In Dio si conosceranno tutti i misteri del creato.
Anche il corpo, dopo la resurrezione, sarà fatto partecipe della felicità dell’anima e diverrà immortale, impassibile, luminoso e agilissimo. Pensiamo al Corpo di Gesù Cristo Risorto!
RIFLETTO:
Se sapessimo davvero quale è la gioia e il gaudio che ci attende in Cielo, nulla di questa vita ci sembrerebbe troppo gravoso o difficile, ma anzi, faremmo di tutto pur di guadagnarci l’eterna gioia del Paradiso!
VISIONI del PARADISO di SANTA FAUSTINA KOWALSKA:
Oggi in spirito sono stata in Paradiso e ho visto l’inconcepibile bellezza e felicità che ci attende dopo la morte. Ho visto come tutte le creature rendono incessantemente onore e gloria a Dio. Ho visto quanto è grande la felicità in Dio, che si riversa su tutte le creature, rendendole felici. Poi ogni gloria ed onore che ha reso felici le creature ritorna alla sorgente ed esse entrano nella profondità di Dio, contemplano la vita interiore di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che non riusciranno mai né a capire né a sviscerare. Questa sorgente di felicità è immutabile nella sua essenza, ma sempre nuova e scaturisce per la beatitudine di tutte le creature.
SAN PAOLO parla così del PARADISO: Occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò nel cuore d’uomo ciò che Dio prepara per coloro che Lo amano.
SANTA TERESA D’AVILA che ebbe la grazia di contemplare il Paradiso scrive: "Quanto è mai lunga all’esule questa affannosa vita! Quanto mai duri i vincoli che m’hanno ormai sfinita!..."
Chi merita il Paradiso? Merita il Paradiso chi è buono, ossia chi ama e serve fedelmente Dio, e muore nella sua grazia.
Nostro Signore nella parabola evangelica dei talenti ci dice che i servi fedeli che avranno fatto gli interessi del padrone, nel giorno del rendiconto, saranno premiati e fatti partecipi della sua felicità (v. Mt 25, 14-24).
Per meritare il Paradiso occorre vivere secondo Dio, cioè credere a ciò che Egli ha rivelato, praticare e osservare i suoi Comandamenti con l’aiuto della Grazia, che si ottiene mediante i Sacramenti e l’Orazione.
ESEMPI:
Al carnefice che gli domandava che cosa si attendesse in premio dei tormenti che soffriva per la sua fede, sant’Abibo rispose: “Noi cristiani non aspettiamo cose che si possono vedere con gli occhi del corpo, ma teniamo fisso lo sguardo a quell’eterna beatitudine che ci fu promessa da Dio e della quale scrive l’Apostolo: “Io sono certo che i patimenti del tempo presente non sono degni di essere paragonati alla futura gloria che si scoprirà in noi.”
Il Paradiso sarà davvero una dolcissima sorpresa, che Dio prepara a coloro che Lo amano e Lo servono con fedeltà in questa vita.
Dio ha diritto alla nostra obbedienza, conforme alla sua Legge. A chi Lo ama e Lo serve facendo la sua volontà, Dio ha promesso il premio eterno del Paradiso. Al giovane che gli chiedeva che cosa dovesse fare per avere la vita eterna, Gesù rispose semplicemente: Osserva i comandamenti. A chi cammina nella via della bontà, dell’amore e del servizio è dovuto il premio della beatitudine, la meta verso la quale siamo in via.
Dio non può ammettere in Paradiso, dandogli come premio la vita eterna e il suo gaudio, colui che muore in peccato mortale, cioè privo della sua amicizia. Se qualcuno non resterà in me, dice Gesù, sarà gettato via, come un tralcio che si dissecca, si raccoglie e si butta sul fuoco, dove brucia (Gv 15, 6).
Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X