Avrete anche voi sentito condannare l’amore per la Tradizione come “ritorno al passato”. Segno che non si è affatto compreso cosa vuol dire Tradizione, forse neppure a livello di vocabolario.
Tradizione vuol dire non perdere la fede, il bene e i tesori dei nostri padri. Vuol dire dunque continuità nella via della grazia divina.
Non il presente che conosciamo è in rapporto con il futuro, ma il passato glorioso della nostra santa religione cattolica. Il futuro sarà in relazione con la realtà immortale del passato, con la Tradizione e una fede pura, senza macchia, senza tempo.
Quando si tratta della fede cattolica, non a caso si può parlare di santa religione cattolica. La si chiama santa perché viene da Dio e quindi ha il potere di rendere gli uomini e le donne santi.
La Santa Messa tridentina, che è la Messa di sempre, con l’intera liturgia tradizionale; il contegno dignitoso del clero e dei laici; la retta dottrina fatta propria dai Pontefici e dai Santi; la stima per la vocazione consacrata; e la grandezza della stessa vocazione al matrimonio: questo e anche altro mostrano d’aver scelto la vita spirituale, e non la morte spirituale; la maggior gloria di Dio che vorrà condividerla con i suoi figli, e non un degrado sempre più profondo; le occasioni di grazia e non le occasioni di caduta e di peccato.
Giovanni XXIII e soprattutto Paolo VI hanno interrotto il fluire della santità di vita nella Chiesa Cattolica, riformandone lo spirito e la liturgia. Si è aperto il Corpo di Cristo al dilagare di un germe di autodistruzione. È stato l’inizio della fine, di un presente in cui si percorre, giorno dopo giorno, la scala discendente della fine dei tempi, fino all’abominio della desolazione.
Dalla bellezza siamo passati alla bruttezza, dall’armonia tendente al Cielo ci siamo ridotti alla deformità rivolta verso l’inferno.
L’uomo di oggi, fuori e dentro la Chiesa, a parte il piccolo resto fedele, non brama che la morte. Morte all’innocenza, alla famiglia, all’anima, alla religione, ai bimbi nel grembo materno, alle persone consenzienti e non consenzienti da uccidere per odio della vita, per un bestiale rifiuto dell’amore di Cristo.
Eppure, questa umanità impazzita, «perversa e adultera» (Mt 16, 4), ritorta su se stessa, è mantenuta nell’esistenza per volontà di Dio, e come dono del suo Amore misericordioso.
E proprio mentre il mondo rinnega più che mai Cristo e la sua Madre Santissima, Dio rinnova ancora, non sappiamo fino a quando, i suoi celesti appelli.
La Madonna, Madre di Dio e dei cristiani, Madre della purezza calpestata dall’uomo, si manifesta ancora oggi in più luoghi della terra.
Collaboriamo con la Madonna perché siano svelati i piani di satana, che vuole ridurre le persone all’accecamento completo, per assicurarle ai tormenti eterni dell’inferno.
Annunciamo il più possibile il Vangelo di Gesù Cristo, e facciamo comprendere ai nostri contemporanei la necessità di essere devoti di Maria Santissima.
Lei che nei Vangeli quasi non parla, oggi si pronuncia per condurci al trionfo del suo Cuore Immacolato. Questo la Vergine Santissima ha annunciato a Fatima, e da allora sono trascorsi quasi cento anni.
Cosa ci porterà l’anniversario del secolo che passa non sappiamo, ma vogliamo chiamare tanti altri nel cammino verso la nostra liberazione.
Isidoro D'anna (lucechesorge.org)