Di cosa vi stupite? Hanno cambiato prima la Messa!

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Iniziamo un nuovo anno, come sempre carico di attese.

Insieme ad attese è però anche carico di timori, visto il mare incostante di confusione dentro il quale siamo ormai immersi. 

Confusione perché quasi più nulla è stabile nel mondo e, ed è infinitamente peggio per noi, nella Chiesa. 

Un tempo la confusione del mondo si infrangeva difronte alla stabilità, rocciosa, della Chiesa di Dio. E gli uomini, che per costruire hanno bisogno di una roccia sicura, dentro la Chiesa ritrovavano quella compostezza stabile che dava loro la sicurezza necessaria per affrontare la lotta nel tempo. 

I tempi possono essere insicuri e confusi; le anime possono attraversare momenti di incertezza nella lotta che dentro di loro passa tra grazia e peccato; ma la Chiesa no! La Chiesa che ti parla di Dio e che ti dà Dio, deve essere la Madre che nel turbine del tempo sta ferma, porto sicuro nel travaglio della vita. 

E che ne sarà delle anime impegnate nella lotta dentro il tempo, se non avranno più questo porto sicuro? Che ne sarà di loro se, per fuggire dalla confusione del peccato, troveranno una Chiesa perennemente in cantiere, impegnata a cambiare e modificare continuamente tutto dentro una irrequieta ansia di novità?

Una casa in cantiere non è una dimora abitabile, non è vivibile: le anime ci passano per un po', se ne partono e non vi ritornano più. 

È proprio quello che si vive nella Chiesa di oggi: morale fluttuante, disciplina incerta, amministrazione dei sacramenti pasticciata, liturgia raffazzonata, autorità assente... una vita ecclesiale piena di “dipende”, “bisogna vedere”, “occorre adattarsi”, “va interpretato”, “non bisogna esagerare”, ecc... non c'è che dire, il contrario di una casa piena di composta pace in Dio. 

Molti se ne stanno accorgendo che questa situazione non è normale, non è cattolica!

Molti se ne stanno accorgendo; incominciano a dirlo, con il rischio però di non andare fino in fondo. 

Fanno tenerezza tutti quei “conservatori devoti” che si sono allarmati per la confusione del dopo Amoris Laetitia, delle incertezze intorno alla disciplina del matrimonio cristiano, ma non si stupirono prima della Messa nuova. 

Fanno tenerezza, e anche un po' rabbia, tutti quelli che vorrebbero un ritorno della Chiesa alla sua nobile stabilità, ma non hanno mai affrontato compiutamente il problema della riforma liturgica. 

Sì, questi conservatori devoti fanno tenerezza e rabbia insieme perché, non arrivando al dunque nel loro grido di allarme, contribuiscono alla fine ad alimentare la confusione che già abbonda nella Chiesa.

Ci viene da dire loro, con cuore,: “Ma di cosa vi stupite, se hanno prima cambiato la Messa?” 

Quale confusa rivoluzione sarà impossibile nella Chiesa, da parte di coloro che non ebbero scrupolo a rivoluzionare la Messa?

Quale aspetto della vita cristiana potrà restare fermo, se non è rimasta tale la Messa di Cristo e della Chiesa? 

Lungo i secoli si introdussero di tanto in tanto delle aggiunte al rito della Messa cattolica, certo! Il testo dell’offertorio è ad esempio medievale, il gloria non fu agli inizi... ma tutti i “cambiamenti” non cambiavano nulla: semplicemente chiarivano la Messa che c'era già, la liberavano da possibili ambiguità di interpretazioni del tempo, ne approfondivano la coscienza nel celebrante e nei fedeli. 

In una parola, le aggiunte non aggiungevano nulla nella sostanza, e i lievi cambiamenti non cambiavano nulla. 

Non così con l'ultima riforma post-conciliare: ha operato una rivoluzione che ha modificato le coscienze. Chi la accetta, deve poi accettare che la vita della Chiesa si concepisca al di là della Rivelazione, in un perenne cambiamento senza fine e limiti. La Rivoluzione è progressiva, è solo questione di tempo. 

Non scandalizzatevi della confusione, preoccupatevi della Messa! 

All'inizio di un nuovo anno ribadiamo la nostra fedeltà alla roccia della Messa di sempre, unica pace per ogni fedele.

Sì, alla Messa di sempre, che non fu mai cambiata né rivoluzionata, ma esplicitata e purificata dalle aggiunte estranee. Sì, alla Messa di sempre, anche se l'ultima generazione di liturgisti ride di questo termine. Ridono per non affrontare il problema, per non studiarlo fino in fondo, per non uscire dalla “corte” degli esperti che contribuiscono alla menzogna, quella di una Chiesa che può fare ciò che vuole di ciò che ha di più prezioso da Cristo, “Fate questo in memoria di me”. 

Unica pace la Messa di sempre; unica pace per ogni fedele che voglia davvero essere di Cristo.

 
 
Radicati nella Fede 


Documento stampato il 21/11/2024