Oggi come allora: non prevalebunt!
Ci fu, negli anni Sessanta, un’autentica e terribile Rivoluzione, il Sessantotto, appunto, che fu rapidissima e che dette “un tremendo colpo alla tradizionale adesione del popolo all’insegnamento e ai valori cattolici” (Benedetto XVI – 2010). Il 1968 non fu un “fenomeno d’urto abbattutosi dall’esterno contro la Chiesa, bensì è stato preparato e innescato dai fermenti postconciliari del cattolicesimo”, lo stesso “processo di formazione del terrorismo (le sole BR uccisero cinquecento persone, N.d.R.) italiano dei primi anni 70”, il cui legame con il ’68 non si può non vedere: “rimane incomprensibile se si prescinde dalla crisi dei fermenti interni al cattolicesimo postconciliare”.
Parola di un teologo non certo sconosciuto, Joseph Ratzinger, allora Prefetto della congregazione per la Fede, oggi regnante Pontefice per grazia di Dio… e che Dio ce lo conservi a lungo.
Dunque una Rivoluzione, come appunto scriveva Ratzinger, che proviene anche dall’interno della Chiesa e che tende a distruggere la Civiltà cristiana (cfr. Joseph Ratzinger in “Svolta dell’Europa”, 1992, pagg. 125-126).
Una Rivoluzione, il Sessantotto, che viene – secondo le categorie del Professor Plinio Correa de Oliveira, espresse in “Rivoluzione e Controrivoluzione”, dopo la Prima Rivoluzione (la Riforma protestante), la Seconda Rivoluzione (la Rivoluzione francese, il Risorgimento, che in questo centocinquantesimo anniversario è stato così ben impersonato dal duo Napolitano – Benigni), la Terza Rivoluzione (quella sovietica, il comunismo, lo stalinismo, il maoismo, il castrismo, Pol Pot…) e, infine, la quarta Rivoluzione, più radicale delle precedenti, perché “in interiore homine”, una rivoluzione che si manifesta anche nei comportamenti, nei costumi: rivoluzione sessuale, rivoluzione psichedelica, rivoluzione musicale (il tribalismo), una rivoluzione capace di sconvolgere non solo il corpo sociale, ma anche il corpo umano (droga, sballo, piercing, tatuaggi…).
Questa quarta rivoluzione vede ormai la Società cristiana senza anticorpi, vede ormai “sacerdoti e religiosi (…) adottare modi di pensiero e di giudizio delle realtà secolari senza sufficiente riferimento al Vangelo”, insomma “una “Societas Catholica” aggredita da una “Societas latronum”, quelli che oggi noi chiamiamo i “poteri forti”, i quali ci hanno già messo la mordacchia, mandando a casa un governo legittimamente votato e un’opposizione anch’essa legittimata dalle urne, in attesa di poter imprimere sulle nostre carni l’orrendo “marchio della bestia” di biblica memoria, con l’abbattimento degli ultimi baluardi rimasti: la famiglia, intesa come l’unione di un uomo con una donna atta alla procreazione, l’ordine stesso della natura… e questa guerra viene da lontano, dalla società dei Lumi, dal modernismo, orribile mostro proteiforme, che alligna nella Chiesa nonostante la condanna di San Pio X.
Nel 1974, allorché combattemmo con onore la battaglia contro la piaga del divorzio (battaglia persa per il tradimento della democrazia cristiana e dei vertici della chiesa conciliare), fummo profetici, ahimè, nel prevedere che il divorzio sarebbe stato il Cavallo di Troia per l’introduzione in Italia del delitto d’aborto, della libera droga, dell’eutanasia…
Non è un caso che oggi – seguendo le così dette “direttive europee” che nessuno sa cosa siano in realtà – la Corte di Cassazione, presieduta dalla stessa donna che condannò a morte Eluana Englaro, abbia riconosciuto gli stessi diritti della famiglia naturale alla famiglia di fatto.
Ricordiamo, in proposito, l’opera deleteria portata avanti da due ministri del Governo Berlusconi, la Stefania Prestigiacomo e la Mara Carfagna, contro lo stesso volere della maggioranza di centro-destra che, quando ha votato, le ha messe – con voto trasversale – sempre in minoranza, opera ripresa dalla Elsa Fornero, che intanto ha iniziato a proporre una “educazione alla diversità, fin dalla scuola materna “… cercando di far sparire la differenza tra i due sessi, ad esempio mettendo obbligatorio il congedo per parto agli uomini… insomma il primo passo per trasformare l’uomo in “mammo” e passare al genitore A e genitore B, come nella Spagna di Zapatero, cancellando la differenza dei sessi e dei ruoli.
Dunque, omologazione. Si vuole creare quel progetto utopico che tutte le Rivoluzioni hanno tentato di creare: “l’uomo nuovo”, in contrapposizione all’uomo vecchio, all’uomo cattolico, povero peccatore ma con gli occhi rivolti al cielo...
Ricordate la Rivoluzione francese, che voleva creare l’uomo nuovo? E il comunismo, lo stalinismo, il maoismo con la “rivoluzione culturale”, ricordate la Cambogia di Pol Pot: venivano uccisi tutti coloro che non avessero calli alle mani o portassero gli occhiali… campi di sterminio; due milioni di morti ammazzati… e qual è “l’uomo nuovo”?
Insediatosi, dunque, con l’arroganza che gli è propria, Mario Monti ha dichiarato trionfante: “Cambieremo la mentalità degli italiani”, ovvero faremo l’uomo nuovo… un uomo senza “scintilla divina”, progettato nelle alte logge degli iniziati.
La creazione di un “uomo nuovo” prevede la distruzione della Civiltà cristiana, un nuovo “personaggio” che non dipenda più dalla Chiesa ma direttamente dai “poteri forti”: dunque, sempre meno spazio per la piccola proprietà, per il risparmio… poco spazio alla piccola impresa, che dovrà essere sostituita dalle “multinazionali”… sempre più potere alle banche e sempre più tasse per i cittadini, che verranno diuturnamente controllati attraverso i loro conti correnti, le loro telefonate, e anche le loro opinioni…
Da quando Monti è al governo, pochi sanno che almeno quaranta piccoli imprenditori si sono suicidati, perché non riuscivano più ad andare avanti…
I giovani che, giustamente, sognano il matrimonio, una famiglia, che fanno progetti per il futuro e che quindi agognano un “posto sicuro” vengono criminalizzati e definiti, di volta in volta: “attaccati ai privilegi corporativi e medievali”, “bamboccioni”, “sfigati”, “privi di fantasia”, perché “il posto fisso è monotono”… il tutto davvero ripugnante quando a parlare sono persone che hanno sistemato figli e figliocci con stipendi milionari in posti ultrafissi e ultrasicuri, con “diritto di successione” di padre in figlio…
Hanno fatto strame delle pensioni e delle conquiste dei nostri nonni e dei nostri padri, quelle pensioni che hanno permesso, fino a ieri, di mandare avanti tante famiglie, nonostante la crisi e la disoccupazione giovanile… oggi il futuro è buio e spaventoso, i nostri nipoti e pronipoti non vedranno forse le pensioni…
Una storia già scritta.
Guardate: vi cito testualmente quello che è riportato da un libro – che allora io giudicai “fantapolitico” – ristampato nel 2002 con gli aggiornamenti (Epiphanius – “Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della Storia”. Ed. Ichthis, 2002):
- Decolla il governo Amata e quasi contemporaneamente Moody’s, un’agenzia di New York che dà indicazioni agli investitori sul rischio delle azioni e delle obbligazioni offerte sui mercati mondiali, deprezza l’Italia e, nonostante nulla fosse cambiato negli ultimi due anni, la pone tra i Paesi a rischio. Superfluo annotare che Moody’s e il suo responsabile per l’Italia, David Levey, appartengono ai medesimi circoli finanziari esclusivi di Wall Street.
- Per reazione calano gli acquisti di titoli pubblici italiani e lo Stato è obbligato ad innalzare i tassi di interesse per renderli più appetibili; decolla contemporaneamente la speculazione sulla lira, con beneficio per il finanziare d’assalto George Soros, membro del C.F.R. e della Trilaterale, che, per l’occasione, sembra riesca a guadagnarci 28 milioni di dollari. Il potere di acquisto della lira cala di un quasi 30% nel solo periodo agosto 1992 – marzo 1993, il deficit dello Stato aumenta e il governo è spinto a vendere parte del suo patrimonio. I capitali prendono la via dell’estero a scapito degli investimenti sul territorio nazionale.
- Prende il via la spirale inflattiva, che vede il fallimento di centinaia di piccole e medie aziende, impossibilitate a sostenere i nuovi costi di produzione, con un mercato divenuto per loro quasi impermeabile, mentre il livello di disoccupazione aumenta. L’Alta Finanza intanto si compra in tutta tranquillità, e a buon prezzo, i gioielli di Stato, scegliendo con calma i migliori, allo stesso modo dell’Est dove, all’indomani dell’operazione “caduta” del comunismo, sta acquisendo le industrie a tecnologia avanzata a prezzo stracciati.
- Nel luglio del 1992 la Goldman Sachs indica, con anticipo di quasi due anni, che il cambio col marco avrebbe dovuto assestarsi sulle 1.000 lire.
- Il 22 – 25 aprile 1993 il Bilderberg Group, riunito in Grecia, affronta a porte chiuse il tema Italia. Nulla trapela. Fra i 115 partecipanti sono presenti per l’Italia Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini, Gianni Agnelli, Antonio Maccanico, Tommaso Padoa Schioppa, Mario Monti ex-rettore della Bocconi di Milano ed economista di fiducia di Agnelli, il tecnocrate Renato Ruggiero del Consiglio di Amministrazione della FIAT. Si sa solo che viene istituito un “Consiglio dei 12”, composto da 12 membri del Bilderberg “di statura tale da avere accesso a qualunque governo”. Il pauroso debito pubblico italiano, fino a quel momento essenzialmente interno viene internazionalizzato dal governo Ciampi e il suo controllo, e con esso quello della politica nazionale, passa la mano alle grandi piazze finanziarie mondiali.
Ditemi un po’ se non si tratta di uno scritto profetico.
Ma andiamo avanti:
- Al “direttorio economico del mondo” di Copenaghen erano presenti tra i 106 europei, 46 americani e 20 giapponesi, il generale Hagglund, capo della Difesa finlandese, a fianco del ministro russo degli Affari esteri, Andrei Kozyrev; il professore di economia della Bocconi di Milano e membro del Bilderberg Mario Monti a nome della CEE; Serguei Karaganov, consigliere di Eltsin e Boris Tarasyuk, vice ministro degli affari esteri dell’Ucraina. Nel rapporto finale R.D. Blackwill, della Banca Morgan Grenfell e vicedirettore del C.F.R. (pp. 33 e 39), parlava di “governi trilaterali” e di “ambasciatori trilaterali”, nella certezza ormai acquisita che i personaggi di questi cenacoli, collocati ai vertici dei governi nazionali erano in grado di gestire direttamente gli affari delle varie nazioni. La novità stava unicamente nel fatto che era la prima volta che ciò veniva scritto apertamente in un documento ufficiale della Trilaterale.
Ma allora viene spontanea una domanda: cos’è dunque questa “Trilaterale” e concretamente qual è il suo programma? Ci risponde sempre Epiphanius:
- Una definizione centrata e illuminante della Trilaterale fu quella coniata nel corso di un pranzo ufficiale il 2 dicembre 1975 da Jacques Chirac, allora primo ministro: “E’ quanto noi in Francia chiamiamo una società di pensiero. Una delle più eminenti”.
In sintesi la Trilaterale è un’espressione del gioco fabiano adattato ai nostri tempi, come lo comprovano le sue stesse tesi, identiche a quelle di società quali il C.F.R., il R.I.I.A., il Bilderberg e compendiabili in:
- Favorire il socialismo, specie quello tecnocratico nelle sue varie forme, idonee a tempo e luogo;
- Favorire la religione solo nella misura in cui è vettore di mondialismo;
- Favorire un concerto internazionale fondato solo su base economica; per contro:
- Opporsi radicalmente al concetto di Stato-nazione;
- Opporsi a ogni propaganda di tipo antisocialista o anticomunista.
Parlare di finanziamenti alla Commissione Trilaterale è, a dire il meno, pleonastico. Un semplice sguardo al prospetto delle sue interrelazioni dà le dimensioni della ricchezza e del potere, rispettivamente manovrata ed esercitato da questo colosso nei soli Stati Uniti. Senza contare motori commerciali potentissimi come l’I.R.E.X., le Fondazioni europee e giapponesi, e almeno una ventina delle principali multinazionali mondiali che essa controlla.
Attraverso la Trilaterale, creatura del C.F.R. e del R.I.I.A., Mammona sottrae ai popoli la loro ricchezza (solve) e la concentra (coagula), in poche mani, a loro volta facilmente controllabili e utilizzabili dall’AUTORITA’ che vigila e presiede ai vertici della Controchiesa.
Il gioco a livello di politiche nazionali interne è scoperto: i militanti della cosiddetta sinistra si danno da fare a distruggere la famiglia, l’educazione, l’eredità, l’ordine, l’esercito, in una parola la struttura portante di una società tradizionale, in nome di un laicismo liberale, egualitario e pacifista; quelli della sedicente destra a loro volta distruggono la piccola industria, l’artigianato, le piccole aziende agricole, il piccolo commercio in nome dell’accrescimento della ricchezza nella società, del libero scambio, del liberalismo economico; quelli del centro si impegnano a distruggere e cancellare nel cuore del popolo, in nome dell’Umanità e dell’amicizia tra tutte le genti, l’idea e il significato della parola stessa di Patria, terra dei Padri: il tutto farcito da una martellante pubblicità per il mescolone delle razze (in ciò vigorosamente appoggiati da un clero più o meno consapevole) per sradicare quanto è rimasto di attaccamento alla vera religione, alle tradizioni che sono fiorite intorno ad essa, alle radici storiche, culturali, ecc. di un popolo.
È cosa ormai comune assistere alla sceneggiata delle elezioni dove il cittadino sovrano, libero e indipendente, vota e si agita per la sinistra, la destra o il centro, mentre in realtà si affianca invece quietamente e in modo inavvertito alle idee massificanti di cosmopolitismo, indifferenza per ogni valore, tossico che assorbe in dosi sempre maggiori fin all’intorpidimento dello spirito, povero burattino che si muove nel cerchio tracciato dal compasso massonico, con tutto quel che ciò comporta e che la quotidianità europea tragicamente testimonia.
Dove andremo dunque a finire in Italia?
Ci sono almeno 350.000 persone (gli “esodati”) che, a causa della retroattività della sciagurata riforma, non potranno godere di quella pensione che si sono meritati in una vita di lavoro e, nello stesso tempo, non potranno essere riassunti dalla stessa ditta o ente; i licenziamenti incalzano, la disoccupazione giovanile aumenta vertiginosamente ed è arrivata al trentasei per cento, i consumi sono in calo, luce, gas, benzina in aumento, a giugno molti getteranno la spugna o vedranno andare in fumo i loro sudati risparmi; con la riforma dei catasti le tasse sulla casa verranno raddoppiate, triplicate, quadruplicate… della cifra record dei suicidi dei piccoli imprenditori per disperazione abbiamo già parlato.
Intanto si tenta di criminalizzare “l’altro”, vengono messi in antagonismo quei cittadini vessati dalla infame riforma sul lavoro e sulle pensioni con i piccoli imprenditori e i piccoli proprietari vessati dalle tasse e dai tassi dati a usura dalle banche… vengono invitati alla delazione, alla denunzia… come i galletti di Renzo.
Oltre alle sanzioni amministrative e penali “l’evasione fiscale” deve avere – avverte il ministro Passera – una “sanzione sociale”… insomma, in parole povere, il commerciante che si dimentica dello scontrino o il poveraccio che non ce la fa a pagare, debbono essere messi in liste di proscrizione e additati al pubblico disprezzo, alla gogna, al linciaggio non solo morale ma evidentemente anche fisico…
Finché i cittadini si beccheranno tra di loro questa classe di mercanti umani e di negrieri sarà salva!
E invita alla gogna e al linciaggio per gli evasori proprio quel ministro Passera al quale – ci assicura l’onorevole Crosetto – quando era il Presidente di “Intesa Sanpaolo” venne contestata dalla agenzia delle entrate un’evasione di duemila miliardi…
Gli uni contro gli altri: il “divide et impera”!
Il professor Massimo Viglione sull’agenzia di stampa “Corrispondenza Romana” racconta quello che sta succedendo in Grecia, prendendo le mosse dalla trasmissione “Matrix”, presentata da Alessio Vinci su Canale 5 Mediaset il 26 febbraio scorso.
Alessio Vinci, con alle spalle la suggestiva immagine del Partenone, con ospiti in studio, interrogava cittadini greci sulla situazione della loro patria e il presentatore ebbe il merito grande di non lasciar cadere il discorso e di far parlare i cittadini: “stipendi di 1.300 – 1.500 euro ridotti a 300 o 400 euro, decine di migliaia di licenziamenti, l’impossibilità di ritirare i risparmi di una vita perché sono stati bloccati i bancomat…”
Alla domanda di chi era la colpa della situazione quasi tutti rispondevano: “dell’Europa e della Germania… noi paghiamo solo i viveri, non ce la facciamo a pagare il resto… siamo divenuti poveri, siamo nella miseria… ma non crediate di cavarvela, anche voi italiani farete la fine nostra a casa dell’Unione Europea…”
Gli stessi ospiti in sala erano in piena sintonia con gli intervistati, perfino l’ex ministro Tremonti, ormai libero dai lacci governativi, fece un duro attacco a Mario Monti che, pochi giorni prima, aveva avuto il cattivo gusto di definire l’Europa dell’Euro “una nuova primavera”.
L’unico che difese l’Unione Europea e i “poteri forti” fu il giornalista del “Corriere della Sera”…
Sì, la Grecia è ormai vicina..-
Ma come reagire a un mondo ostile? Come reagire al conformismo dell’informazione che brucia giornalmente grani d’incenso all’Imperatore (Monti) come veniva bruciato di fronte a Caligola e Nerone? Come reagire a una CEI (Commissione Episcopale Italiana, quelle nate dopo il Concilio per esautorare, a poco a poco, il Santo Padre) che non riesce ad azzeccarne una e che un giorno fa discorsi sessantottini e comunistardi con Bregantini, un altro giorno è tutta “tattamea” con il Governo Monti, prona come non mai, implorando che gli venga fatta pagare l’ICI che non pagano invece le coop e i sindacati… c’è perfino qualche vescovo che fa la “fuitina” per andare ad arruffianarsi Manti, non si sa mai… un domani che il mondialismo abbia istituito la propria dittatura ci sarà bisogno di amicizie… per salvare il gorgozzolo…
Come reagire alla Sinarchia del Mondialismo quando i leccapiedi in servizio permanente effettivo compongono peana e intrecciano “carole”? Quando tutti cercano una “strada” per farla franca, certi che saranno loro a prevalere, ora che hanno commissariato i partiti di destra e di sinistra, che si sono fatti esautorare nella massima compostezza e nel massimo silenzio, in attesa – e lo vedremo presto – della tosatura completa del loro elettorato, disgustato da questo atteggiamento servile…
Negli anni Settanta tutto sembrava perduto. Per il Vaticano e per i nostri politici dalla spina di cartilagine eravamo alla resa senza condizioni.
Dunque, quando i tattamea, i molluschi, i leccapiedi, erano “proni”, in attesa di “ricevere” qualsiasi sorpresa, di firmare qualsivoglia compromesso, di cedere tutto, in primis l’onore, venne coniato uno “slogan” che molti credettero intelligente: insomma, il comunismo bene o male sarà cambiato e noi comunque con un po’ di adattamento potremmo ben vivere in una società comunista, insomma almeno conserveremo la vita; sì, MEGLIO ROSSI CHE MORTI!
Da un’altra cattedra rispose un personaggio sempre in prima fila in tutte le battaglie per la Tradizione, per la dignità e la libertà dell’uomo, il professor Roberto de Mattei: “No, noi rifiutiamo in toto quello slogan cialtrone, anzi, per noi: MEGLIO MORTI CHE ROSSI”.
Schiena dritta! Preghiera e azione! No ad ogni e qualsiasi compromesso! La battaglia continuava!
La nostra stella polare erano i grandi martiri e confessori della Fede: il Cardinale Joseph Mindzentj, Solgenitzin… le centinaia e centinaia di martiri che seppero dire di no e rifiutarono di bruciare i grani di incenso al comunismo che, infatti, si sgretolò… nonostante tutti lo credessero imbattibile.
Ancor oggi la battaglia continua contro questi mercanti d’uomini, contro i nuovi schiavisti, i negrieri di questo secolo, nonostante l’abbandono dei partiti di destra e di sinistra che, nella speranza di salvare le poltrone (e invece le perderanno tutte! E lo vedremo presto, alle prossime elezioni!) si sono venduti a questo mondialismo globalizzato che ha nel liberismo selvaggio il proprio braccio secolare.
La Madonna, Regina di tutte le Vittorie, come a Lepanto, ci aiuterà nel difficile combattimento. Statene certi, cari amici, si scaldino i vostri cuori, non temete; in questo momento di tenebre “nulla vi turbi e nulla vi sgomenti, Dio non muta”, oggi, come ieri “non praevalebunt”!
Pucci Cipriani
(Fonte: RISCOSSACRISTIANA.it)