Le innumerevoli falsità in un'intervista a p.Alfonso Bruno, FI
Nella rivista mensile “Testimoni” dei Dehoniani di Marzo 2014 è apparso un articolo a firma di P. Lorenzo Prezzi con il titolo “La prova e la speranza”. All’inizio di questo articolo si evidenziano, molto a sproposito, due casi di nuove Fondazioni: i Francescani dell’Immacolata da una parte, dall’altra i Legionari di Cristo. Già trattare questi due casi, quasi si volesse assimilarli, è assolutamente errato perché un conto sono i Legionari di Cristo, che presentano un Fondatore chiaramente mancante e quindi colpevole di fronte a Dio e agli uomini, un altro è la personalità squisitamente mistica e dotta dei due Fondatori dei Francescani dell’Immacolata. Mentre le gravi colpe del Fondatore dei Legionari di Cristo sono comprovate con dovizia di particolari, i Fondatori dei FI, in particolare Padre Stefano M. Manelli, sono stati accusati, sentite bene!, di preferire la celebrazione della Santa Messa secondo il V.O. anziché del N.O.!
L’articolista parla di scandali gravi delle due famiglie religiose; dice testualmente “da un lato la gestione dei beni; dall’altro i casi di immoralità sia tra i fondatori come tra i consacrati”. Ma di quale “immoralità tra i fondatori come tra i consacrati” si parla? A chi si riferisce? Non certo a Padre Stefano M. Manelli e a Padre Gabriele M. Pellettieri FI contro i quali non è stato trovato nessun capo d’accusa ma solo calunnie infamanti fatte proprio dai loro figli!
L’articolista passa poi ad esaminare I Francescani dell’Immacolata. Già il titolo, a caratteri cubitali, è veramente fuori posto: Kolbe non Lefebvre. Nel sottotitolo si chiarisce che si tratta di una intervista fatta da P. Lorenzo Prezzi a Padre Alfonso Bruno che viene citato come “responsabile dell’informazione dei Frati francescani dell’Immacolata”. A questo proposito si può fare un rilievo: perché viene interpellato chi è un accusatore giurato dei Fondatori dei Francescani dell’Immacolata, che, tra l’altro, ha più di una volta manipolato la verità e alterato notizie (Vedi articoli di F. Agnoli a proposito della marcia per la vita del 2012 su www.libertaepersona e articolo del giornalista dott. Lorenzo Bertocchi (www.libertaeersona) sulla manipolazione operata da P. Alfonso Bruno circa i risultati del questionario del visitatore Mons. Todisco; vedi anche articoli di F. Colafemmina, sito fides et forma)?
Perché non intervistare chi sia più degno di fiducia (e di cultura)?
Ma andiamo al corpo dell’intervista. Dopo una breve storia dell’Istituto da cui risulta il seguente dato importante: dal 1998, data del riconoscimento dell’Istituto di diritto pontificio, “a fine 2012 si contano 384 frati (in 55 comunità) e 400 suore (in 48 comunità). Nel 2012 arriva alla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata una “denuncia di cinque membri”….
Attenzione! Stiamo molto attenti: cinque membri! E che sono cinque membri rispetto ai 384 o meglio, per essere più precisi, a 784 tra frati e suore, senza contare i Terziari e i consacrati MIM?
Infine L. Prezzi, a conclusione di questa prima parte introduttiva afferma: “Le religiose e i religiosi italiani possono ora accedere a una informazione autorevole e corretta”.
Ma, mi chiedo, per caso Padre L. Prezzi ha fatto indagini così profonde e vaste da poter affermare quanto scritto in corsivo? E’ per caso lui l’autorità incaricata di far luce su questa vicenda che è un vero scandalo per la Chiesa?
Ma iniziamo con l’intervista a P. Alfonso Bruno il quale afferma: ”la visita apostolica ha confermato la fondatezza dell’esposto di cinque nostri confratelli…” ma “una minoranza influente, che potremmo definire “gruppo di potere” in quanto coincidente con gli ex superiori e formatori, ha preferito la strada della divisione…”.
Menzogna! Menzogna! Tre volte Menzogna! La minoranza influente è proprio quella dei cinque ribelli & company!
E la menzogna si rivela alla prossima domanda/risposta. Quattro attenzioni critiche (Ma sono solo due):
1. “Il primo capo di accusa consiste nello stile di governo del fondatore, rivelatosi autocratico e autoreferenziale”. Qui si nota la profonda malizia di P. Alfonso: perché parla di fondatore e non di due fondatori? E poi cosa significa autocrate? Non si deve forse essere guida e quindi impartire ordini o consigli quando si è a un posto di comando? Forse che Padre Volpi o P. Alfonso non comandano a bacchetta chiunque non esegua a puntino i loro comandi o si permetta di fare qualsiasi osservazione, aggiungendo ad ogni pie’ sospinto minacce e “monitio canonica”? Alla faccia di chi insegna ad usare misericordia e non il bastone??!!!
2. “In secondo luogo, la scelta liturgica di privilegiare il “Vetus Ordo” per la santa messa e il breviario ha creato tensioni sia interne che esterne…”. Come a dire che pregare in latino sia un peccato imperdonabile! Mi meraviglio che a dirlo sia un francescano dell’Immacolata (P. Alfonso Bruno)! Ma che razza di francescano è costui? Vergogna! Qui si sta andando contro Papa Benedetto XVI° e il suo “Summorum Pontificum”. Dimentica forse P. Alfonso che San Massimiliano ha adoperato solo e sempre la liturgia tridentina mentre i Francescani dell’Immacolata celebravano soprattutto la messa di Paolo VI ed anche, ma solo secondariamente, la liturgia tridentina?
Domanda di P. Prezzi a P. Alfonso: “Come indicherebbe il carisma di fondazione?” – P. Alfonso dimentica nella sua risposta di precisare che la Chiesa ha riconosciuto come primo voto costitutivo il Voto mariano. Il falsario (P. Alfonso) continua: “Nei rapporti frati-suore …… si è assistito ad una forma di “matriarcato”, poiché le sue opere venivano affidate alle religiose….senza nessuna concertazione bilaterale.” Queste sono naturalmente affermazioni di p. Alfonso: ma come si può dar credito a chi ha già ampiamente dimostrato di alterare la verità (vedi vari siti sopracitati) e di aver ritrattato la sua posizione dapprima favorevole all’Istituto (da precisare che prima del Commissariamento P. Alfonso faceva parte dei Consiglieri dei FI, oltre ad avere altre sei cariche) e, ritrattando, contrario proprio all’Istituto che lo aveva sostenuto dopo il suo forzato rientro (o “cacciata”) dal Benin? E questo sostentamento gli è stato accordato dai Fondatori cui premeva soprattutto la salvezza della sua anima.
Ma quando si perde ogni pudore, si fa subito a gettare fango e “motus velocior in fine”; ed ecco tirate in ballo le suore che avrebbero imposto il loro “Matriarcato” a tutto l’Istituto. Veramente questa insinuazione di p. Alfonso è pura cattiveria, senza attenuanti! Ma vedremo in seguito dove mira questa “cattiveria”.
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Domanda di P. Prezzi a P. Alfonso: “Quali sono state le decisioni più difficili per il commissario e i nuovi superiori?
Risposta di P. Alfonso: “Ritengo che la chiusura dello studio teologico e filosofico interno (STIM) sia stata una decisione dolorosa, confortata però dal sostegno del Santo Padre (Francesco) e della CVCSVA che avevano confermato……. l’urgente necessità di orientare i nostri studenti verso le Pontificie facoltà di Roma………E già, p. Alfonso vuole forse insinuare che è stato Papa Francesco a spingere il commissario e lui stesso alla inaudita quanto scandalosa chiusura del Seminario (STIM) dei francescani dell’Immacolata???? Dove mai il Papa ha scritto su questa chiusura dello STIM? Ce lo facesse vedere!
Continua P. Alfonso: “A causa dell’eccessiva frammentazione sul territorio e la sproporzione tra numero di case e religiosi, si è dovuto procedere per decisione del nuovo governo anche alla chiusura di due conventi. ……………………………….Guarda caso la sproporzione si risolve chiudendo due, dico due piccoli conventi su 55 case tenute dai frati!! Ma a chi la vuole dare a bere? Non è stato piuttosto l’avversione contro il vescovo di Imperia-Albenga favorevole ai due Fondatori?
Da questo momento cominceremo ad enumerare le altre numerosissime falsità di p. Alfonso:
1° falsità: P. Alfonso dice che i nipoti di Padre Stefano hanno avuto incarichi importanti.
Risposta: Nessun nipote di Padre Stefano è stato mai nel Consiglio di governo dei frati e delle suore.
2° falsità: P. Alfonso dice: “la presenza di nipoti e altri familiari…ha influenzato i criteri…”
Risposta: Dica p. Alfonso, e lo documenti, in quale modo i nipoti del fondatore avrebbero influenzato il governo dell’Istituto.
3° falsità: per quale ragione P. Alfonso richiede un’investigazione della Chiesa sulle suore? Non fornisce nessuna motivazione.
4° falsità: P. Alfonso dice di ridurre i danni fatti dalle suore.
Risposta: Ma quali sono questi danni? Non ne nomina nessuno!
5° falsità: P. Alfonso parla di “purificazione e rivitalizzazione dell’Istituto……”
Risposta: Forse si tratta della purificazione della parte dell’Istituto che riguarda i cinque frati ribelli & company?
6° falsità: P. Alfonso ha la pretesa di dettare leggi “per formare nuove aggregazioni religiose…” Risposta: Ma non c’è bisogno della sua inutile consulenza; a disposizione dell’Istituto c’è il fior fiore di canonisti e avvocati.
7° falsità: E’ una falsità quando p. Alfonso dice che “è una affermazione infondata lo stato di arresto domiciliare del fondatore Padre Stefano M. Manelli.”
Risposta: La realtà è che il commissario apostolico ha disposto che Padre Stefano M. Manelli non si può muovere oltre i 15 chilometri dal luogo dove si trova senza previo ed esplicito permesso scritto del commissario (escluso recarsi nella clinica di cura).
Riguardo la Domanda/risposta su: I beni ai privati
8° falsità: P. Alfonso dice che sono stati trasferiti beni dell’Istituto.
Risposta: Non c’è stato mai nessun trasferimento di beni mobili e immobili per il solo motivo che sono sempre appartenuti alle Associazioni: questo per osservare perfettamente la Regola di san Francesco sulla povertà comunitaria.
9° falsità: P. Alfonso dice che sono stati sostituiti religiosi con laici.
Risposta: La sostituzione dei religiosi con i laici era necessaria per realizzare la perfetta povertà francescana. Questi laici sono chiamati da san Francesco “amici spirituali” i quali devono amministrare i beni a beneficio dei frati.
10° falsità: P. Alfonso dice che la parte dell’edificio che costituisce la Casa generalizia di Via Boccea di Roma è stata acquistata con fondi dell’Istituto.
Risposta: La parte dell’edificio che costituisce la Casa generalizia di Via Boccea di Roma è stata acquistata dai benefattori e non con i fondi dell’Istituto perché esso non può possedere nulla, come da Regola.
11° falsità: P. Alfonso afferma l’esistenza di fazioni e ingerenze nella vita dell’Istituto da parte dei laici della MIM.
Risposta: Quali sono queste ingerenze? Zero! Affermazione maligna e gratuita!
12° falsità: P. Alfonso dice che c’è dissenso nei confronti del Papa tra i Francescani dell’Immacolata.
Risposta: Affermazione gratuita, fantasiosa e malvagia! Non esiste nessun schieramento dissidente nei confronti del Papa Francesco
13° falsità: Padre Alfonso dice che i Frati svolgono un’azione che porta alla divisione dell’Istituto.
Risposta: E’ certo che chi ha diviso l’Istituto sono i cinque ribelli & company. Preghiamo e speriamo che il Signore non permetta un tale scempio.
14° falsità: Padre Alfonso dice che la raccolta delle firme per un nuovo Istituto è stata concepita e fatta per dividere l’Istituto.
Risposta quella raccolta di firme non era finalizzata per fondare un nuovo Istituto, ma per passare sotto “Ecclesia Dei”, come FFI, insieme ai fondatori
15° falsità: Padre Alfonso dice che la raccolta delle firme è stata presentata a “Ecclesia Dei”.
Risposta: La raccolta delle firme non è stata affatto presentata a “Ecclesia Dei” ma al Papa stesso, il quale è stato molto meravigliato per il gran numero di frati favorevoli ai fondatori.
16° falsità: Padre Alfonso dice che i frati FI si presterebbero a fare da quinta colonna del movimento lefebvreviano.
Risposta:: Queste sono basse insinuazioni di P. Alfonso. Invece questa collocazione nell’area di mons. Lefebvre sarebbe ottima per i cinque dissidenti & compagni che ne potrebbero costituire un nuovo gruppo!
17° falsità: a proposito della quinta colonna del movimento lefebvriano non ci risulta che lo siano i Francescani dell’Immacolata. Questa è un’affermazione gratuita e perversa.
18° falsità: A proposito della famiglia religiosa o clan familistico, risulta con certezza che il cardinale De Aviz e il segretario Carballo hanno affermato che di fronte alla crisi dei grandi ordini religiosi le piccole Congregazioni (ad esempio quella dei Francescani dell’Immacolata) vengano compattate nei grandi ordini. Quindi anche i francescani dell’Immacolata verrebbero compattati con i Cappuccini per diventare un solo ordine.
Risposta: E dove va a finire il carisma dei due Fondatori dei frati francescani dell’Immacolata! Altro che restaurazione dell’Istituto FI!
19° falsità: Padre Alfonso dice che, a proposito del commissariamento dei FI, si parla “della constatazione di giovani Istituti religiosi fiorenti di vocazioni e opere che hanno manifestato debolezze specie nella condotta dei fondatori”.
Risposta: Quali sono questi Istituti e questi fondatori non viene detto; è certo che hanno manifestato enormi debolezze proprio i cinque ribelli & company.
20° falsità: a proposito dell’esperienza della crescita nell’umiltà di cui parla p. Alfonso c’è da dire che se p. Alfonso & company fossero veramente diventati più umili…. non si sarebbero mai permessi di rilasciare un’intervista con tanti capi di falsità.
Un laico fedele (RISCOSSACRISTIANA.it)