Intervista a GIOVANNI ZENONE
La Corsia dei Servi intervista il Prof. GIOVANNI ZENONE Ph. D., direttore della casa editrice FEDE&CULTURA
1 Fede & Cultura è nata nel 2005 dalla volontà di offrire un sevizio culturale di sintesi e riconciliazione tra fede e cultura in un mondo che spesso le vede indifferenti l’una dall’altra o addirittura in conflitto. Perché questa indifferenza e perché questo conflitto?
Credo che le radici di questa indifferenza e conflitto siano abbastanza lontane: in particolare è la Rivoluzione francese che ha voluto opporre la cultura e la ragione alla fede per togliere la fede al popolo e, come obbiettivo ultimo, far precipitare gli uomini all’inferno. Quindi l’indifferenza o addirittura il conflitto sono due facce della stessa battaglia che le forze del male, sia quelle spirituali che quelle umane storiche, fanno contro le forze del bene, che sono le forze della Chiesa, le forze unite al Papa e che seguono Gesù Cristo e la Madonna. Se non riusciamo a rimettere insieme questi due aspetti dell’uomo, rischiamo che vada in frantumi e quindi di far solo del male. Questo è il motivo per cui Fede & Cultura vuole riconciliarle, rimetterle insieme perché il cristianesimo è il cattolicesimo. E cosa vuol dire cattolicesimo? Vuol dire un annuncio universale, che vale per tutti. Non è solo per qualcuno, come quando uno tifa per una squadra e uno per un’altra; Cristo è l’unico Salvatore del mondo, come ha detto l’allora cardinale Ratzinger nella Dominus Iesus. Unico salvatore del mondo: quindi questo annuncio è di fede, e si tratta di una fede che si fa cultura, una fede che è razionale, comprensibile, accessibile e per ciò stesso accettabile anche da chi cristiano non è. Questa unica forma di salvezza, che è quella che ci ha dato Dio stesso, è ciò che noi dobbiamo offrire agli uomini attraverso gli strumenti della cultura, dell’arte, della filosofia.
2 Fede & Cultura ha come obiettivo l’azione culturale controrivoluzionaria di revisione in campo storico, filosofico, culturale, letterario e spirituale… Il termine “controrivoluzionaria” ricorda il titolo di un libro di Padre Livio Fanzaga “cristianesimo controcorrente”: forse che oggi l’apostolato cristiano sia da intendersi come una vera e propria “battaglia” contro l’offuscamento della Verità derivante anche da certi ambienti cattolici e da certi prelati?
Senza dubbio l’apostolato cristiano è una battaglia; i cristiani si sono sempre considerati dei miles, dei militi, una milizia… una milizia che ha come re Cristo e come regina la Madonna. Anche perché il cristianesimo è sempre stato perseguitato e sempre lo sarà, e lo sarà sempre di più sino al quasi trionfo dell’anticristo, come dice lo stesso Catechismo della Chiesa cattolica, poco prima che ritorni Cristo per chiudere il sipario della storia. Quindi quelli che credono di poter fare pace col mondo o che hanno come progetto di fare pace col mondo, hanno un progetto che è radicalmente anticristiano e anti evangelico. Il mondo, infatti, nella terminologia evangelica, è l’antitesi a Cristo, l’antitesi al cristianesimo… quindi non si può fare pace con l’anticristo: è guerra senza quartiere, fino all’ultimo sangue. E chi è che deve spargere il proprio sangue alla fine? Sono i cristiani, che salvano i nemici attraverso il martirio. Questa battaglia ha dei nemici esterni (che sono gli islamici, i buddisti, gli induisti, gli atei, i laicisti…) che non sono oltretutto i nemici più tremendi nonostante siano assassini, sterminino cristiani a tutto vapore; i peggiori nemici sono quelli interni, cioè il cattolicesimo deviato, o per meglio dire, eretico che, da sempre proprio nella storia della Chiesa, è quello dell’alto clero innanzitutto (certi cardinali, vescovi, preti). Non va dimenticato che quasi tutte le eresie, scismi, spaccature all’interno della Chiesa sono state fatte da vescovi e preti, raramente da laici! Dunque i più tremendi nemici sono quelli interni perché sono quelli che dall’interno aprono al nemico le porte della cittadella assediata. L’apostolato cristiano va quindi fatto innanzitutto ad intra, ed è per questo che quando il Papa parla di tutti i problemi, dal relativismo al problema della perdita della fede nella transustanziazione (ossia la trasformazione vera durante la Santa Messa del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo) non lo sta dicendo agli atei: loro non ci hanno mai creduto!, lo sta dicendo ai preti, ai vescovi. I problemi più gravi sono all’interno della Chiesa: quando si parla di “battaglia controrivoluzionaria” si intende il combattimento contro la rivoluzione laddove il termine “rivoluzione” significa, secondo le parole di Plinio Correa di Oliveira contenute in quel capolavoro che è “Rivoluzione e Controrivoluzione”, la ribellione contro l’ordine legittimo costituito, che fa capo innanzitutto a Dio. Quindi ogni rivoluzione autentica è, in fin dei conti, una rivoluzione contro Dio e i suoi rappresentanti; ed è per questo che, ad esempio, la Rivoluzione francese, la Rivoluzione bolscevica comunista, la rivoluzione sessuale… hanno sempre come obiettivo di togliere le autorità umane innanzitutto (quindi sostituire il re con le potenze infere, le potenze che vengono dal basso, cioè il consenso popolare) e poi, in ultima analisi togliere di mezzo Dio e tutti i suoi rappresentanti. Questi nemici che fanno rivoluzione si trovano anche dentro la Chiesa e, magari occupando posti di altissima responsabilità (anche i cardinali), combattono però per distruggere la Chiesa dall’interno, per scardinare (bizzarro, un Cardinale che vuole scardinare!) la Chiesa. Perciò se noi siamo fedeli a Cristo - e lo siamo innanzitutto essendo fedeli al Papa - dobbiamo fare una battaglia culturale che metta in risalto questi problemi e ne offra una soluzione, attraverso il Magistero della Chiesa, la preghiera e l’azione culturale.
3 Il Papa è il vero punto di riferimento della Chiesa e di chi si professa cattolico… tuttavia oggi non sono pochi coloro che pur definendosi cattolici cristiani criticano il Magistero, considerando quelle del Papa poco più che semplici opinioni, da seguire o rigettare… Qual è il suo pensiero in merito?
Il pensiero di ogni autentico cattolico è che il Papa è “il dolce Cristo in terra”, come lo chiamava Santa Caterina da Siena; quindi chi segue il Papa sta dalla parte giusta, chi non segue il Papa sta dalla parte sbagliata, anche se fosse un cardinale, anche se avesse un’enorme responsabilità dentro la Chiesa. Nella storia della Chiesa abbiamo visto che ci sono state tante volte delle ribellioni: pensiamo a San Francesco. Egli visse in un periodo in cui erano presenti i Catari che facevano cose molto simili a quelle che faceva lui… con un’ unica differenza: San Francesco va davanti al Papa, si prostra e chiede la sua approvazione. Avendola ottenuta, San Francesco trasforma la Chiesa, porta la santità, lui, infatti, era un santo. I Catari invece erano degli eretici che, criticando magari anche giustamente in alcuni punti la Chiesa, escono sbattendo la porta e la distruggono. Allora, chi segue il Papa, storicamente, sta sempre dalla parte giusta. Chi lo critica e si mette al di sopra del Papa è già fuori dall’ambito cattolico, perché la comunione visibile è nel Papa, che è il vicario di Cristo. Quindi quando ci sono addirittura intere conferenze episcopali, che fanno appello ad esempio per ordinare donne sacerdote, per ordinare preti gli uomini sposati e tante altre boiate, dobbiamo dirlo chiaramente: sono eretici in toto! Perché non sentono con la Chiesa (sentire cum Ecclesia) ma sentono al di fuori, addirittura contro la Chiesa, contro Pietro cioè contro il segno visibile dell’unità. Non dimentichiamo che solo a Pietro è stato dato l’incarico di confermare nella fede i suoi fratelli: quindi quello che dice Pietro, quello che dice il Papa (ovvio non quando si tratta di che squadra di calcio tifare, anche perché evidentemente il Papa non parla di queste cose) è da seguire, è da obbedire. Un esercito in cui ogni soldato, capitano, ogni colonnello pensi di fare la battaglia a modo suo e disobbedisce al generale supremo, è un esercito che è inevitabilmente destinato alla sconfitta. Noi siamo l’esercito di Cristo, la nostra vita è una milizia, e quindi o seguiamo il Papa o siamo al di fuori dell’esercito, cioè non siamo più cattolici.
4 Si parla spesso di coscienza cristiana; ma oggi pare si sia smarrito il concetto stesso di coscienza (pare si voglia vivere incoscientemente, rimandando costantemente ledomande importanti), e per quanto riguarda il termine “cristiano”, come ha detto il Card. Caffarra, è convinzione diffusa che si possa definirsi cristiani qualunque cosa si pensi.Fede & Cultura richiama il concetto di coscienza cristiana: che cosa si intende, dunque, con questa espressione? Cosa significa essere cattolici?
Oggi si dà spesso tanta importanza alla coscienza e anche la Chiesa dà moltissima importanza alla coscienza e lo ritiene un sacrario inviolabile. Esiste una serie di leggi canoniche che proibiscono di violare tale sacrario. Esiste un foro interno ed un foro esterno. Non si può essere giudicati in base al foro interno (cioè alla propria coscienza) ma solo in base ai propri atti esterni o parole esterne (cioè a quello che si fa). Il foro interno è giudicato solamente nel confessionale ma riguardo a quello che si dice al sacerdote, cioè a Cristo, in confessionale, non si può venire giudicati in foro esterno. Purtroppo come sempre avviene, i nemici della fede, i nemici della verità, cioè i nemici di Cristo, (faccio riferimento innanzitutto a quelli interni alla Chiesa cattolica) hanno trasformato la coscienza in qualcosa di altro rispetto a questo. La coscienza che cosa è in realtà? È la nostra interiorità che però non nasce già fatta, ma va formata, formata attraverso una sana formazione. Che cosa è la sana formazione? Il catechismo, l’educazione cattolica, i sacramenti ecc. Come intendono gli altri la coscienza? Intendono le proprie voglie, i propri sentimenti, ciò che vogliono… allora se usiamo lo stesso termine per intendere cose radicalmente opposte, è ovvio che non ci capiamo più o rischiamo di fare molta confusione! Coscienza cristiana significa una coscienza che sia stata formata cattolicamente cioè alla scuola del Vangelo e della Sacra Scrittura, ma anche della Tradizione cattolica e del Magistero vivente. Il Magistero infatti non è solo un monumento, un qualcosa del passato ma è il Magistero vivente, cioè il Papa attuale. Questi sono i tre pilastri su cui si fonda la fede cattolica: Scrittura, Tradizione e Magistero. Se si toglie uno solo di questi pilastri, la pentola col minestrone casca e si rovescia, la fede si perde. Allora la coscienza è questo: non è ciò che io voglio, perché se noi intendiamo solo le nostre voglie, allora tutto diventa lecito e troviamo così, di conseguenza, addirittura dentro la Chiesa chi benedice le nozze omosessuali, chi approva la fecondazione artificiale, tutte le peggio porcate ed eresie vengono approvate… perché? Perché “ah, ma io ho agito in coscienza!” si sente ripetere. Ricordo un vescovo che ha compiuto un’infamia terrificante; io ho cercato di fargli un po’ di correzione fraterna… sono andato e ho parlato con lui dicendogli che il suo comportamento e le sue parole rischiavano di dare scandalo ai fedeli perché la gente ha occhi e orecchie, vede e sente. Vede che vengono eliminati insegnanti cattolici per conservarne certi eretici (che dicono bestialità), che vengono conservati sacerdoti che danno la Santa Comunione ai divorziati risposati (crimine canonico gravissimo che porta all’inferno chi lo commette e vi partecipa) o danno la Santa Comunione ai pastori protestanti e valdesi (altro crimine canonico gravissimo)… Mi sono sentito rispondere da questo vescovo “ ah, ma io ho agito in coscienza”. Ebbene, quel vescovo ha evidentemente una coscienza erronea, cioè una coscienza non formata cattolicamente, anche se ha avuto la consacrazione a vescovo. Allora cosa dobbiamo fare? Io ho forti dubbi che si riesca a far qualcosa, le generazioni che son perdute ormai son perdute: ci pensi Dio. Ma nel nostro piccolo, per le nuove generazioni, cerchiamo di formare i giovani e i nuovi sacerdoti a una coscienza cattolica cristiana autentica. Attraverso sana dottrina, sacramenti, come si deve, tutto quello che sempre la Chiesa ha fatto per duemila anni.
5 Quali sono le insidie in cui può cadere il mondo contemporaneo, in particolare quello cattolico?
Il Papa dice che la più grande insidia dei nostri giorni è il relativismo. Ormai sono pochi coloro che credono nelle bubbole di Marx, del comunismo vero e proprio… anche se rimangono comunisti perché generalmente il comunismo è una malattia da cui non si guarisce, se non tramite una conversione radicale che porta anche ad un cambio non solamente religioso ma anche politico. Oggi il culmine dell’eresia e del male del mondo, che è una bestia con tante teste, è proprio il relativismo: pensare che ciascuno possegga la sua verità. E qui si tira in campo ancora la coscienza, ognuno ha la sua coscienza, e via di seguito, le solite bubbole…Io credo che sia questa l’insidia più grave: che ciascuno diventi re di se stesso, papa di se stesso, parrocchia di se stesso, stato di se stesso, fregandosene dell’autorità legittima costituita, che è l’autorità dello stato, che è l’autorità del Papa, del vescovo, del parroco…ognuno fa quello che gli pare, in nome della sua coscienza. È contro questo che dobbiamo combattere. Con che cosa? Non certo con l’acqua calda del “volemose bene”, dell’ecumenismo a tutti i costi, del trovare i punti che ci accumunano invece di quelli che ci dividono…no, il modo migliore per combattere l’insidia del relativismo è quello di riproporre nella sua integrità l’insegnamento cattolico. Che non è, lo ripeto, solo un insegnamento di fede ma anche culturale tanto è vero che nell’ Aeterni Patris, Leone XIII, di cui alle mie spalle c’è il ritratto, disse che la dottrina comune filosofica della Chiesa è San Tommaso D’Aquino. Bene, come si combatte il relativismo, che è una patologia mentale e spirituale del mondo contemporaneo? Attraverso San Tommaso D’Aquino. Io vorrei vedere in quanti seminari si insegna San Tommaso D’Aquino! Nel seminario di Verona il nume filosofico è Heidegger! Che non è nemmeno un filosofo, ma un letterato che, studiando alla scuola dei Gesuiti, scimiottando qualche cosa che ha ascoltato dai Gesuiti, apprezzatissimo e potentissimo durante il nazismo, è diventato poi il nume, non si sa come, dei comunisti e di tutte le sinistre. Io mi domando come sia possibile una cosa di questo genere; eppure la Chiesa ha parlato chiaro…però il problema è proprio questo: il problema è interno alla Chiesa.
6 Come sono strutturate le pubblicazioni di Fede & Cultura? Quali ambiti trattano? Chi scrive per Fede & Cultura?
Le pubblicazioni di Fede & Cultura toccano diversi ambiti: abbiamo diverse collane.
Una “saggistica”, che è fra le più importanti, tratta diversi temi, sia della Chiesa che di ambito culturale, non prettamente filosofico. Una sana saggistica è fondamentale per rimettere in ordine le idee deviate.
Poi abbiamo una collana “storica” perché noi sappiamo che, come diceva il Card. Biffi, purtroppo nella scuola insegnano a vergognarci della storia della nostra Chiesa. In questo modo fanno perdere la fede a tanti giovani; allora anche nell’ambito storico è fondamentale ripristinare l’ordine e dire come è stata e come è la storia realmente, non come ce l’hanno raccontata gli storici di sinistra che tutt’ora sono imperanti.
Poi c’è la collana “spirituale” perché è importantissimo alimentare anche la nostra spiritualità, la nostra preghiera. C’è una collana “filosofica”, a cui io tengo in modo particolare e dirigo personalmente, poiché la filosofia è dal punto di vista umano e culturale la più profonda riflessione che ci sia, ed anche quella è quasi tutta in mano al nemico, in quasi tutte le accademie laiche e cattoliche, dove io ho studiato, imperversano persone filosoficamente deviate.
Abbiamo anche una piccola collana, nata di recente, che è la “Biblioteca Rosmini”, perchéFede & Cultura ha come ispiratore e protettore il beato Antonio Rosmini che ebbe il grande pregio di fare carità intellettuale dichiarando che è importante non soltanto la carità materiale ma anche quella intellettuale. Una carità importantissima perché il cattivo comportamento morale spesso deriva da un cattivo pensiero. Pascal diceva “pensare bene per agire bene”: ma per agire bene bisogna allora che qualcuno ti insegni a pensare bene e se hai studiato cose che ti hanno fatto pensare male, bisogna trovare l’antidoto culturale, filosofico, al cattivo pensiero.
Proseguendo, siamo dotati anche di una collana letteraria perché constatiamo sempre di più che, dal momento che la maggior parte delle persone non legge, quando lo fa ha tra le mani spazzatura, (gossip, giornalacci, o nei casi più elevati romanzi di avventura). Si constata con rammarico che la letteratura è uno strumento potentissimo per la diffusione di bestialità e odio contro la Chiesa (pensiamo ad esempio ai libracci di Umberto Eco che si è permesso, pochi giorni fa, di insultare pesantemente il Papa: un nano che insulta un gigante!). Dunque abbiamo capito che è importante pubblicare anche buona letteratura, letteratura che ci ridia il piacere di divertirci formandoci nello stesso tempo (per es. ultimamente abbiamo pubblicato “Il padrone del mondo” di Robert H. Benson, un romanzo fantastico, piacevolissimo, che oltre a farci divertire ci fa diventare cattolici, se non lo eravamo, o ci fa diventare più fieri di essere cattolici; altro romanzo stupendo è “Habemus Papam”, di Walter Martin, che ha il pregio di farci sentire in maniera diversa il rapporto con la Chiesa e l’amore al Papa. A breve verrà pubblicato un nuovo romanzo dal titolo “Cattolici, una favola del futuro”; un romanzo di Brian Moore che descrive un futuro ipotetico - in realtà è la descrizione dei nostri tempi - dopo il Concilio Vaticano IV, tempo nel quale la Chiesa ha soppresso la Confessione, la Messa che è diventata solo un cenacolo di compagni di merende… tuttavia un piccolo gruppo di monaci, in Irlanda su un’isoletta, ancora celebra la Messa tradizionale, ancora insegna quello che si è sempre insegnato nella Chiesa da 2000 anni… ovviamente subito la Chiesa ufficiale, i potenti, i Sommi sacerdoti che hanno ammazzato Cristo, il Sinedrio, si prodigano per cercare di normalizzare questi monaci… non dico altro per non togliere il piacere della lettura!. Dunque la letteratura buona è importantissima per divulgare sana dottrina col mezzo del piacere.
In fine abbiamo anche di una collana di “poesia”.
7 Molta importanza riveste la liturgia: Fede & Cultura si è resa famosa per la pubblicazione del Messale tradizionale: perché questa scelta?
Perché il Papa ha detto che si fa, e gli unici che hanno risposto all’appello siamo noi! Nemmeno la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato il Messale della Messa antica! Per dire: i nemici sono all’interno! ecco qui un caso palese. La liturgia ha un aspetto fondamentale nella nostra casa editrice e perciò siamo spesso accusati di essere retrò, bigotti. Voglio usare un paragone un po’ bizzarro ma che non è poi così azzardato perché è biblico. Il rapporto di amore che sussiste tra l’uomo, cioè tra la Chiesa e Dio, ha un culmine che è la liturgia (e innanzitutto la Santa Messa) dove Dio si unisce alla sua Chiesa. Bene, questo è analogo, ci dice lo stesso san Paolo, al rapporto d’amore che c’è tra un uomo e una donna, tanto che il matrimonio - e solo il matrimonio - viene chiamato da San Paolo grande Sacramento (non dice grande Sacramento nemmeno del battesimo). E questo perché è la realizzazione sacramentale dell’unione tra Dio e la Chiesa. E qual è il punto culminante del matrimonio? È l’unione sessuale, l’unione coniugale tra l’uomo e la donna. Che è l’analogo della Santa Messa: il momento in cui Dio si unisce alla sua Sposa. Allora può forse un cattolico, come può forse un marito dire “sì, io sono sposato con mia moglie, ci vogliamo bene…ma non facciamo mai l’amore”? questo è assurdo, impossibile… Oppure “lo facciamo secondo le nuove mode” ( matrimonio omosessuale, perversioni, ogni genere di bestialità…)… No, non è così! Come si fa l’amore tra un uomo e una donna? Come si è sempre fatto! Come si fa la Messa? Ma come si è sempre fatta! Quella Santa Messa che ha fatto milioni di santi e ha dato la forza ai di martiri (spesso uccisi durante la Messa, per difendere la Messa, per proteggere il Santissimo Sacramento)! E che tutt’ora (soprattutto grazie al Papa che ha detto non è mai caduta in disuso, che non è mai stata dichiarata invalida, che è stata ripristinata nel Motu proprium summorum pontificum) va celebrata secondo quello che è il canone tradizionale. Per un cristiano è fondamentale la Santa Messa: certamente la Messa riformata è valida perché è stata approvata da un Papa. Però quella tradizionale è stata approvata da quanti Papi? Ben più che uno! Spesso in nome della democrazia si vuole buttare via la Messa tradizionale, buttar via 2000 anni di storia, in nome del nuovo… ma questo non è un criterio cattolico. Il criterio cattolico non è mai la novità; ma la tradizione. Ciò che è sempre stato fatto vale, ciò che è nuovo probabilmente no, fintanto che non venga confermato dal Magistero. E non si può opporre il nuovo, confermato dal Magistero, al vecchio: è esattamente quello che ha detto Papa Benedetto XVI. Egli ha detto che le due forme del rito devono essere complementari e aiutarsi a vicenda. Per questo noi di Fede & Cultura abbiamo pubblicato e ripubblicheremo il Messale tradizionale, perché è un messale che ha fatto santi; la Messa tradizionale è una Messa che sottolinea maggiormente aspetti, come quello sacrificale e quello dell’adorazione, che nella Messa riformata non sono sottolineati o sono addirittura cancellati radicalmente, quando si fanno abusi liturgici. Non dimentichiamo che l’abuso è ormai diventato la norma; un solo esempio per tutti: la Comunione sulla mano, che è la norma da un punto di vista sociologico, non è la norma da un punto di vista liturgico, ma è un indulto, cioè un permesso speciale che paradossalmente è stato ormai dato a tutti. Ma questa è una contraddizione in termini! Un’eccezione che diventi la regola non è più un’eccezione. C’è qualcosa che non ha funzionato, tanto è vero che il Papa ormai sta cambiando il tiro: basta Comunione nella mano, ma Comunione in bocca, Comunione in ginocchio… d’altra parte non dimentichiamo che la Particola non è un pezzo di pane, è Dio! È Gesù Cristo! Davanti a Dio ci si avvicina in ginocchio, non danzando! Noi ci teniamo tanto a questo perché ci tiene Dio, perché ci tiene il Papa!