Le conseguenze della nuova messa promulgata dal Concilio Vaticano II/3
La perdita dello spirito di sacrificio - Il cattolicesimo è essenzialmente fondato sulla Croce. Se non abbiamo più la nozione del sacrificio della Croce, noi non siamo più cattolici.
È in questa fede che noi troviamo tutte le risorse di grazia: nella croce di Gesù, nel cuore trafitto di Gesù. È contemplando il suo capo coronato di spine, le sue mani trafitte, che troviamo tutte le grazie di risurrezione, tutte le grazie di redenzione di cui abbiamo bisogno.
Se noi eliminiamo il sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo sui nostri altari, se i nostri altari non riproducono più il sacrificio della Croce di Gesù, non resta più che un'eucarestia, cioè un pasto, una condivisione, una comunione.
Non è più lo spirito della Chiesa cattolica.
La Chiesa cattolica è essenzialmente fondata sulla Croce, sullo spirito di sacrificio.
Attorno a noi, bisogna riconoscerlo, lo spirito di sacrificio scompare. Non ci si vuole più mortificare, si vuole “gioire”, si vuole approfittare delle “gioie della vita”, anche tra i cattolici. Perché? Perché non c'è più l'amore per la Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. E se non c'è più la Croce, non c'è più la Chiesa cattolica. Questo è di un'enorme gravità. È un cambiamento di prospettiva che è stato fatto nel corso del Concilio Vaticano II.
Per il fatto che dal concilio non si vuole più parlare del sacrificio della Messa, lo spirito di sacrificio scompare, nessuno più lo capisce. Si dice che abbiamo la libertà e che la vita è fatta per gioire dei beni e dei divertimenti! Bisognerebbe che tutto il mondo avesse altrettanti beni, altrettanti piaceri e possibilità di rallegrarsi.
La nozione tessa di sacrificio è svuotata. Per questo il matrimonio non sta più in piedi: perché sacrificarsi? Se non si va più d'accordo, ci si separa! I figli sono un peso, non vale la pena sacrificarsi per loro e dunque non se ne avranno; quanti poveri bambini innocenti sono uccisi con l'aborto! Qquesto è il mondo moderno: basta sacrificio.
“Affinchè impariamo a disprezzare le cose della terra ed ad amare quelle del Cielo” (Postcommunio della Messa del Sacro Cuore). Tutto ciò che manifesta lo spirito di distacco dalle cose del mondo è scomparso nelle orazioni della Messa, perché non bisogna disprezzare le cose della terra. Bisogna avere stima delle cose di questo mondo, dei beni materiali. Il disprezzo delle cose di questo mondo è inammissibile! Evidentemente, è inammissibile se non si riconosce che le cose di questo mondo sono occasioni di peccato.
Le cose non sono disprezzabili in se stesse, ma esse sono per noi occasione di peccato. È perché la ricchezza e la volontà ci fanno cadere nel peccato che noi dobbiamo distaccarcene.
Sfortunatamente tutte le cose della terra, a causa della malizia che è in noi, ci attirano verso il peccato e, quindi, la necessità dell'ascesi spirituale.
In cosa consiste l'ascesi? Dio stesso ci chiede di usare dei beni di questo mondo per compiere il nostro dovere di stato.
Di conseguenza è chiaro che dobbiamo usare dei beni di questo mondo, ma il disordine introdotto in noi dal peccato originale ha fatto in modo che ricerchiamo questi beni in una maniera disordinata, in una maniera eccessiva, cosa che ci conduce ad allontanarci dalla preghiera, ad allontanarci da Dio.
Cos'è la preghiera se non l'elevazione delle nostre anime verso Dio? Molte persone non elevano più la propria anima a Dio, perché sono tutte occupate dalle cose di questo mondo. Non pregano più e non vengono ad unirsi alla grande preghiera di Nostro Signore che è il santo sacrificio della Messa.
Disertano le chiese perché sono presi dallo spirito del mondo.
Mons.Marcel Lefebvre, La Messa di sempre, editrice Ichthys