25 marzo - Annuncio dell'Arcangelo Gabriele
Giunta la pienezza dei tempi stabilita dalla Provvidenza per la Redenzione del mondo, fu mandato l’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria. Egli era l’Ambasciatore e il Portavoce di Dio. Perché venne scelto un Angelo per questa missione? Perché Gabriele a preferenza di tutti gli altri?
Dio stesso avrebbe potuto annunciare questo grande mistero, ma non era la via seguita ordinariamente da Lui. Un profeta avrebbe potuto essere incaricato di tale annuncio, ma l’intromissione di un uomo sarebbe stato poco opportuno per l’incomparabile grandezza di Maria.
Fu mandato un Angelo in forma umana come era stato mandato negli antichi tempi ad Abramo, Giacobbe, Tobia ed altri grandi personaggi. E’ questa la via seguita ordinariamente da Dio nella manifestazione dei Suoi alti disegni agli uomini, perché gli Angeli stanno in mezzo fra Dio e noi.
Fra tutti gli Angeli fu scelto Gabriele, perché egli è la forza di Dio, uno dei più grandi fra i celesti messaggeri.
Gabriele non appartiene all’ordine supremo angelico, che è quello dei Serafini, ma all’ordine degli Arcangeli, che hanno l’ufficio di annunciare agli uomini le cose di maggior importanza. In quest’ordine egli è il primo. Viene chiamato l’Angelo dell’Incarnazione perché gli fu affidata la missione di annunciare il sommo mistero del Verbo incarnato.
Il suo nome non ci è nuovo nella Sacra Scrittura, infatti già nel libro di Daniele, troviamo Gabriele che annunciò a quel Profeta la successione dei regni, le rivoluzioni degli imperi, la venuta, la morte e il regno eterno di Cristo, centro di tutto quel grande movimento.
Nel Vangelo di San Luca troviamo che fu suo il compito di annunciare a Zaccaria la gravidanza di Elisabetta e la nascita del precursore di Gesù.
Fu dunque quest’Arcangelo, uno dei sette che stanno alla presenza di Dio per ricevere e mandare ad esecuzione i suoi ordini, che fu inviato a Maria come Angelo dell’adempimento, dopo essere stato inviato a Daniele come Angelo della profezia. Egli discese a trattare dell’avvento di quel medesimo Figliuolo dell’uomo, di cui cinquecento anni prima aveva spiegato la gloriosa visione.
Con tale continuità di ufficio ci mostra la continuità dell’opera di Dio attraverso le età.
Gabriele è la forza di Dio, ma non lo è per se stesso o solo perché sta dinanzi al trono di Dio, bensì a causa della sua prontezza nell’eseguire gli ordini del Cielo. Lucifero era più sublime e forte di lui, eppure decadde dalla sua sublimità e potenza perché si ribellò ai divini comandi.
Anche la nostra forza consiste nella sottomissione a Dio, come la nostra debolezza nella rivolta contro di Lui.
Il Crociato