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8 dicembre - Immacolata Concezione di Maria Vergine

Quando il santo re Davide parlò ai principi del suo popolo per esortarli ad innalzare un magnifico e superbo tempio al Dio d'Israele, disse loro: “L'opera ella è grande, perché non si tratta di fabbricare un palazzo ad un re terreno, ma un tempio al Dio vivente in cui Egli deve abitare nel trono di sua infinita maestà.”.

Noi possiamo ripetere lo stesso nella solenne festa della purissima Concezione di Maria; perché, dopo la sua predestinazione eterna nella mente di Dio Padre, furono gettati i fondamenti di questo tempio divino e si cominciò a preparare la casa dove un Uomo-Dio doveva dimorare. Tale opera è grandiosa e tutto quanto vi sia in essa, dentro e fuori, è magnifico; lo dice la stessa Vergine nel suo celebre cantico: “L'anima mia magnifica il Signore... grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente”. Per riconoscere pertanto questo superbo e magnifico edificio, tutto lavoro della destra e del braccio del Sommo e ammirabile Artefice e insieme per capire quello che la Chiesa propone ai suoi fedeli solennizzando in questo giorno l'Immacolata Concezione di Maria, ci conviene spiegare ciò che la fede c'insegna intorno al peccato originale, da cui diciamo essere stata preservata la Vergine, in maniera che quantunque sia anch'ella figlia di Adamo, ciò nonostante non contrasse quella macchia fatale che tutti gli uomini per via di origine infallibilmente contraggono.

Creato Adamo nel terrestre paradiso per sola bontà di Dio a sua immagine e somiglianza, capace di partecipare della gloria beata che consiste nel vedere, amare e godere dell’essenza e bellezza infinita di Dio, adorno fra gli altri sovrannaturali doni della grazia e giustizia originale, stava egli godendo le delizie di quella fortunata e deliziosa dimora. La grazia rendeva l'uomo innocente, caro ed amico di Dio, ed egli era come un suo diletto figlio, a cui si compete il diritto di giungere al possesso della paterna eredità, qual era la gloria di Dio. Questa grazia non andava disgiunta da tutte quelle altre virtù e doni del santo divino Spirito, affinché potesse agevolmente, e con soavità e piacere, produrre opere meritorie di vita eterna, alla quale Iddio per la sua bontà lo aveva predestinato.

L'originale giustizia poi in null'altro consisteva senonché in una rettitudine ed ordine con cui l'uomo manteneva la pace con il suo Creatore e con se medesimo, dominando le sue naturali passioni, e tenendo soggetta la parte animalesca ed inferiore alla ragione, e la parte superiore. Questi e molti altri privilegi aveva il Signore concessi, non solo ad Adamo, ma anche a tutta la sua posterità, a patto e condizione però che tanto egli quanto i suoi discendenti fossero a Lui fedeli e, in caso di ribellione, ne fossero il primo uomo come i suoi figliuoli immediatamente privati.

Per prova di questa fedeltà e obbedienza, diede ad Adamo il permesso di mangiare qualunque frutto degli alberi esistenti in quel vago giardino, proibendogli solo, sotto pena di morte e di confisca di tutti i beni ricevuti, il mangiare dei frutti di un albero piantato in mezzo a quel paradiso di delizie. Eva, sedotta dal serpente, mangiò quel frutto vietato e pervertì il marito, ed ambedue trasgredirono il divino precetto, e così perdettero l'innocenza, e con essa tutti gli altri doni, restando nudi, poveri, ciechi, miserabili, e soggetti alla morte.

Tali quali essi erano dopo il peccato, ci hanno generato in tutto ad essi simili di modo che, quando Adamo peccò violando il divino precetto, egli non solo fece torto a se stesso, ma a noi tutti così nel corpo come nell’anima: nel corpo rendendoci soggetti alla morte, ai travagli, ai dolori; nell’anima perché come figli di Adamo nel tempo stesso del nostro concepimento nasciamo con la macchia del peccato originale, che è la morte dell'anima ed una privazione di quella grazia e giustizia originale che il nostro primo padre doveva avere, e che Dio aveva così liberalmente a lui concessa, e alla sua discendenza.

Questo peccato non può esser tolto dall’anima da nessun mezzo o forza naturale, ma dai soli meriti di Gesù Cristo, il quale ce li applica nel Battesimo, venendoci in quello restituita la grazia e perdonata ogni colpa. Ecco pertanto dove tendono le mire della Santa Chiesa nel celebrare la festa della Concezione di Maria. Poiché questa gloriosa Vergine è considerata come figlia di Adamo, e concepita per via naturale da Gioacchino ed Anna, i suoi genitori, avrebbe dovuto per la legge comune a tutti i discendenti di Adamo contrarre la macchia originale, e soggiacere a tutte le miserie, conseguenze funeste di quella prima colpa; invece, ella non vi cadette, ma fu preservata e prevenuta dalla grazia sovrabbondante di Gesù Cristo, il quale sin dall'eternità l'aveva prescelta e predestinata per essere sua madre, e per un privilegio speciale l’aveva resa immune ed esente dalla regola generale, che comprendeva tutto il genere umano; ciò infatti era conveniente all'eccellenza e dignità di una simile Figlia e di una tale Madre.

Nel medesimo istante in cui Dio creò quell'anima pura e santa per unirla alla corporea massa, l'arricchì della sua grazia, la sostenne, perché non cadesse nell'originale infezione, come naturalmente doveva accadere, e la rese così gradevole e bella agli occhi suoi, che il demonio abbagliato da tanta e sì viva luce non ardì di avvicinarsi, né mai poté gloriarsi di aver avuta soggetta alla sua tirannia la Madre di Gesù. Questo è quanto la Chiesa celebra nell'odierna festività di Maria, ed è più conforme alla Scrittura, alla dottrina dei Padri, della Chiesa e del buon senso e della retta ragione.

Infatti, convinti Adamo ed Eva e confessi rei di lesa maestà, il Signore prima di condannarli rivolto al serpente seduttore fulminò contro di lui la sua maledizione dicendo: “lo porrò un'inimicizia eterna fra te ed una donna, la quale ti schiaccerà la superba testa col suo piede vittorioso, e tenterai sempre di porre insidie al suo calcagno.” Questa donna secondo il sentimento dei Dottori e Padri, non fu altri che Maria, la quale doveva abbassare l'orgoglio dell'infernale serpente, e per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo distruggere tutto diabolico impero, deprimere la sua potenza, liberare l'uomo dalla sua tirannia e ristabilirlo nella grazia e nella dignità; in queste parole si capisce chiaramente come Maria, scelta per un tal privilegio, non doveva esser compresa nella posteriore Sentenza fulminata contro i trasgressori del suo comando.

Il Signore, il suo diletto Sposo la chiama la più bella fra tutte le altre figlie, come il giglio fra le spine; perché tutte le altre in paragone della Vergine sono come spine per causa dell'originale peccato contratto dal primo padre; Ella sola è tutta come un bianco giglio, tutta soave quale garofano odoroso, o vermiglia rosa. “Tu sei, segue Egli a parlare, tutta bella, o mia amica, né vi è in te macchia alcuna, né ombra di colpa. Tu sei la mia tortorella, tutta pura e bella, la mia sposa perfetta, tu sei la sola eletta, la sola Immacolata”. Questa Vergine viene chiamata chiuso giardino, fonte segnata, perché il maligno serpente non poté entrarvi ad avvelenare quelle acque pure e cristalline. L’angelo Gabriele la chiama nella sua ambasciata “Piena di grazia”, o come si legge nel greco, “singolarmente graziosa”, perché ottenne la grazia a nessun’altra figlia di Adamo concessa, e perché, come dice S. Girolamo, alle altre fu data una parte della grazia, ma a Maria fu comunicata della grazia la pienezza.

Alla santa Scrittura fanno un’eco armonioso i santi tutti insegnandoci questa verità. L’apostolo S. Giacomo nella Liturgia approvata dal sesto sinodo, fra le altre dice queste parole: “Egli è ben ragionevole, che vi chiamiamo veramente santa, e irreprensibile di ogni maniera, e più eccellente dei cherubini. Ogni creatura, o Vergine piena di grazia, gioisce con voi, perché siete il tempio di Dio da Lui santificato”. In ogni secolo della Chiesa troviamo parecchi Santi Padri e Dottori che la onorano col titolo d’immacolata, santa, pura ogni macchia, e degna madre di Gesù: “Dio vi salvi, esclama Fulberto di Chartres, Maria fra mille eletta, che sin dal primo momento della vostra Concezione siete stata sempre immacolata, perché dovevate partorire l'Autore, e la Fonte di tutta la santità”. Il primo dottore della Chiesa S. Agostino nel libro della natura e della grazia, combattendo contro gli eretici pelagiani, dice questa memorabile sentenza: “Eccettuata la gran Vergine Madre di Dio, di cui quando si parla di peccati non voglio nemmeno facciasi fra noi questione; imperocché crediamo, che questa incomparabile Vergine abbia ricevuto tanta maggior grazia per trionfare interamente dal peccato quanta ella n'ebbe per meritare e concepire e portare nelle sue caste viscere quegli che non è stato mai capace di alcun peccato”. Una tale autorità diede impulso ai padri del Sacro Concilio di Trento a dichiarare che non era loro intenzione di comprendere l'Immacolata Madre di Dio nel decreto che trattava del peccato originale.

Ai sentimenti dei Concili e dei Padri si unisce ancora la ragione. Non era forse conveniente sia per la grandezza del Figlio che per la dignità della Madre, che Ella fosse preservata dal peccato originale e attuale? Non è forse vero, che ogni buon figlio onora la sua genitrice come fosse una madre nobile, virtuosa, e adorna di ogni qualità, essendo verissimo che l'onore della madre ridonda in onore del figlio? Se dunque Gesù Cristo poté onorare in tal maniera Maria la sua genitrice, come possiamo dubitare che non l'abbia fatto? Salomone pure dice, ed è di fede, che la sapienza non entra in un'anima perversa, né abita in un corpo soggetto a colpa: come potremmo credere che la Sapienza eterna abbia voluto far sua dimora nel ventre della Vergine, in quel corpo e in quell'anima, che per qualche tempo fossero stati soggetti al peccato? E se l'apostolo S. Paolo afferma esser stato convenevole che noi avessimo un tal Pontefice, Gesù Cristo, che fosse santo, innocente, immacolato, e separato dai peccatori, come mai Egli si sarebbe da quelli segregato, qualora la sua Madre fosse stata soggetta al peccato?

Che se vogliamo penetrare la dignità suprema di questa Vergine, che è Madre di Dio, questo sublime nome importa tale dignità che saremmo costretti a non negarle nessuna grazia o privilegio possibile ad una creatura che non si contenga in questo eccelso nome di Madre di Dio. Questa singolare dignità è il livello con cui dobbiamo misurare e regolare tutto ciò che concerne a questa sì grande Vergine, di modo che, come dice S. Bonaventura, “Dio può creare un cielo più bello, un mondo più grande, e riempire l'uno e l'altro di creature nuove e diverse nella magnificenza e bellezza, ma non può Egli fare una madre più illustre, più nobile, più eccelsa della Madre di Dio, perché non vi può essere una madre più grande in dignità, né un Figlio più eccellente di Dio medesimo”. Per questa ragione nel Vangelo si dice soltanto, per compendiare in poco tutte le lodi di questa Vergine, che Ella fu la Madre, dalla quale nacque Gesù, che si chiama il Cristo.

Finalmente a decidere ogni questione, che vi potesse essere: non siamo noi tutti d accordo nel dire, che Maria non ebbe la minima scintilla di concupiscenza, né appetito alcuno disordinato; che Ella non concepì per alcun sensibile piacere, né partorì con alcun dolore (effetti tutti del peccato originale)? come mai potremo addossarle l'originai colpa, quando fu immune e libera da tutti i pestiferi effetti, che come da sorgente nascono dal peccato originale? Non vi furono in Maria gli effetti del peccato; e vi sarà stata la cagione, che è il solo peccato? Si concede al Precursore di Cristo S. Giovanni Battista la santificazione nell’utero della madre Elisabetta; e non si dovrà con molta più ragione concedere alla Madre di Gesù Cristo la santificazione nel primo istante del suo concepimento? Si venera per santo nel ventre della madre un servo di Gesù Cristo, e non si dovrà venerare per santa e immacolata la concezione della sua Madre?

Per non oltrepassare i limiti proposti nello scrivere, quantunque più altre autorità e ragioni si potrebbero addurre in conferma di quanto abbiamo sin ora esposto, resta solo a vedere, che la devozione singolare di tutti gli ordini religiosi per l'Immacolata Concezione di Maria, lo zelo di tutte le università, il concorso unanime di tutti i popoli per onorare questo primo privilegio della Regina degli angeli, principio e sorgente di tutti gli altri, rendono ancor più celebre questa solennità molto antica nella Chiesa, che nella greca si celebrava settecento anni avanti, e che la latina cominciasse a solennizzarla con culto particolare quand'ebbe principio nell’anno di Cristo 1145. Benché questa festa non sia stata di precetto se non dopo le due bolle del sommo pontefice Sisto IV, si celebrava nonostante per devozione in molti regni e provincie e città del cattolico mondo, essendo manifesto che molti re e imperatori consacrarono se stessi e le loro famiglie e i loro stati alla Vergine santa sotto il titolo di Maria concepita senza peccato. La Spagna particolarmente si distinse nella devozione verso un tal mistero, e nel promuoverne la gloria e il culto; ed ebbe in costume, che in oggi ha forza di legge, di non permettere a qualunque predicatore in quel regno il cominciare il suo sermone se non con queste parole: “Sia lodato il Santissimo Sacramento dell'altare, e la immacolata Concezione della Vergine Madre Maria nostra Signora concepita senza peccato originale nel primo reale istante del suo essere”. E tanto basti aver detto in lode questo augusto mistero.

Veneriamo pertanto con particolar ossequio l'Immacolata concezione di Maria, e confessiamo che a questa sovrana Regina degli angeli sarà stata accordala la grazia che a quei ministri e servi dell'Altissimo fu concessa: di essere stati creati nell'innocenza, e nella santità; così pure non sarà Maria, madre dell'Autore della vita, inferiore ad Eva, creata senza macchia di colpa, la quale quantunque si chiami la Madre dei viventi, si possa piuttosto chiamare per così dire madre della morte. Esultiamo pure in questo giorno, e tributiamo a questa gran Vergine tutti gli affetti nostri, e i segni tutti della nostra venerazione, e culto speciale; in realtà, fra tutte le feste che celebriamo nell'anno in onore di Maria, sembra non esservene alcuna che sia più gloriosa e più grata di questa. Fra tanti giubili, e lodi dovute all'odierno mistero, non ci dimentichiamo di quell'onore e offerta, che Ella da noi pretende, cioè di offrirle il cuore nostro puro e mondo da qualunque colpa. Ella che è tutta pura e immacolata, non può tollerare la vita orrida e spaventevole del peccato, e poco o nulla gradisce gli ossequi di quei cristiani che portano un’anima impura e contaminata dalla colpa mortale. Se bramate di piacere a Maria, e di essere nel numero dei suoi veri devoti, è necessario che in voi risplenda una sì bella e pregiata virtù, la purezza della mente e del cuore. Che se per sventura ne foste privi, ricorrete a Maria, pregatela per la sua immacolata Concezione a mondare e purificare il vostro cuore, e la vostra carne da ogni qualunque immondezza, recitando ogni giorno in suo onore tre Ave Maria, sperando di ottenere per sua intercessione la sospirata grazia.

A questo fine potrete aggiungere con devoto cuore la seguente orazione: “O Dio, che per l'immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, avete preparata al vostro Figliuolo una dimora degna di Lui, vi preghiamo, che siccome per la morte preveduta di questo divin Figliuolo, l’avete preservata da ogni macchia di colpa, così ci concediate per la sua intercessione la grazia di venire a voi dopo questa vita, purificati dai nostri peccati. Una tal grazia ve la domandiamo per i meriti dello stesso Gesù Cristo nostro Signore, che vive e regna nei secoli eterni”. Oppure quest'altra breve giaculatoria: “Per la vostra santa verginità, e immacolata Concezione, o purissima Vergine Maria, mondate il mio corpo, e l'anima mia. In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito santo”. Ricordatevi delle indulgenze concesse a chi dirà: “Sia benedetta la santa e immacolata Concezione della purissima Vergine Maria”.


Opera su metodo del Massini di un padre di Venezia