Da san Francesco all'ecologia
Il 24 maggio 2015 è apparsa l’enciclica Laudato si' nella quale Papa Francesco chiama tutti i cristiani ad una spiritualità ecologica (n 216) fondamento di una conversione ecologica che modifichi le relazioni con il mondo che ci circonda (n 217), tutto ciò reso più concreto da direttive pratiche. Il santo Padre propone san Francesco d’Asissi come modello (n 218) per suscitare questa fraternità sublime con tutta la creazione che egli ha vissuto in maniera così luminosa.
La pubblicazione di questa enciclica ha potuto causare sorpresa, tanto per il soggetto (l’ecologia), poco corrente nel magistero pontificale, che per il coro di lodi provenienti dai grandi del mondo (come ad esempio Barack Obama) che operano in senso opposto a quello del regno di Nostro Signore.
Possiamo immaginare san Francesco come patrono dell’ecologia tale come è concepita oggi dai grandi del mondo? Figli di san Francesco, noi non possiamo restare indifferenti a questa questione; è l’onore del nostro serafico Padre che è in gioco.
San Francesco e la natura
I rapporti tra il santo e la natura si riassumono cosi: dal Creatore alla creatura, dalla creatura al creatore.
In primo luogo dal Creatore alla creatura. Attraverso le creature, San Francesco discerneva tutta la bontà di Dio. Vedeva in loro dei fratelli e delle sorelle, perché tutti avevano lo stesso padre (1Cel 81). Cosi, nel suo trasporto d’amore verso Dio, invitò un giorno degli uccelli a cantare le lodi del Creatore a ringraziarlo per tutto quello che ricevevano da lui (1Cel 58). In sintesi, è a causa del suo amore ardente per Dio che amava allo stesso tempo ogni Sua creatura.
Della creatura al Creatore. Per la sua anima così pura, il mondo era uno specchio della Divina Bontà e una scala per risalire sino a Dio (2Cel 165). Il santo aveva un affetto assai più tenero per le creature che avevano una somiglianza simbolica con Gesù (1 Cel 77). Tra loro, prediligeva gli agnelli, perché gli ricordavano Colui che si era abbandonato ai suoi nemici, come agnello innocente. Tutte queste cose le ha dette in maniera mirabile nel Cantico delle creature. Ne riportiamo la prima e l’ultima strofa, che ci mostrano il soffio soprannaturale che anima tutto il cantico:
Altissimu onnipotente bonsignore. tue so’le laude la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo altissimo se konfano. et nullu homo ene dignu te mentovare (…) Laudato si’ mi signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente po skappare. Guai acquelli ke morrano ne le peccata mortali, beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ke la morte secunda nol farrà male.
L’ecologia moderna
L’ecologia è neutra in sé. E’ lo studio degli ambienti dove vivono e si riproducono gli esseri viventi, e del rapporto che intrattengono con tale ambiente. Così dice il dizionario. Lo scopo di coloro che studiano questa scienza è la conservazione di tali ambienti affinché gli esseri viventi non siano in pericolo. E’ normale che coloro che sono al potere se ne preoccupino.
Le preoccupazioni ecologiche hanno tuttavia guadagnato uno spazio sempre maggiore a causa dell’industrializzazione crescente; si può dire che in questi 20 ultimi anni abbiamo assistito ad una invasione delle questioni ecologiche nella vita quotidiana.
Da dove deriva questo fenomeno universale? Sono molti decenni che istanze internazionali, in particolare l’ONU, si fanno campionesse di questo movimento. Ora che si intende per ecologia? Quali obiettivi si vogliono perseguire? Per rispondere a tali domande, è sufficiente rifarsi agli atti ufficiali che si sono emanati nel corso del tempo. Prendiamo nota di alcuni di questi obiettivi.
In primo luogo, l’obiettivo fondamentale: un mutamento del paradigma, ovvero della nostra concezione del mondo. La cristianità aveva Cristo Re. Gli uomini erano sottomessi a questo Maestro teneramente amato e fedelmente servito, tanto dalle Nazioni che dagli individui. E l’uomo regnava sulle creature inferiori. La Rivoluzione ha scacciato Cristo Re; l’uomo si è allora proclamato solo re e si è inebriato di questa sensazione, distruggendo al contempo la superiorità dell’uomo sulle altre creature. In breve è un rovesciamento (come la parola rivoluzione indica). E’ l’adorazione degli elementi, il culto reso alla Terra, e infine il panteismo.
Questo nuovo paradigma deve essere imposto al mondo intero. L’ecologia si trova ad essere una leva efficace su tutti i piani per il conseguimento di un tale fine. In primo luogo, molti comunisti si sono riciclati in ecologisti. Per esempio Gorbatchev. Nel suo libro La perestroika (1988), destinato a ridare vigore alla rivoluzione mondiale, i problemi ecologici hanno una parte preponderante. Lui stesso è il fondatore della Croce Verde Internazionale.
Infine, si tratta di fare una sintesi politica e religiosa insieme: raggiungere un governo mondiale e una religione mondiale. Bisogna creare nello spirito delle persone una minaccia di catastrofe, per assicurare la coesione sociale e l’accettazione di una autorità politica mondiale, che sarà TOTALITARIA.
In quanto all’origine di queste idee, le troviamo riunite nel movimento della New Age, derivata a sua volta dalla Società Teosofica. Quest’ultima fu fondata dalla satanista massona Helena Blavatsky nel 1875. Una dei suoi successori, Alice Bawley, fondò nel 1922 Lucifer trust, ribattezzato in seguito Lucius Trust, vero centro mondiale dell’irradiamento dei culti luciferini.
L’enciclica Laudato si'
Curiosamente, ritroveremo in questo documento le stesse preoccupazioni del movimento ecologista. In primo luogo, il Papa denuncia il “paradigma tecnocratico” come radice della crisi ecologica (ch 3), volendo indicare in questa maniera la volontà di potenza della società industriali. Per porvi rimedio, propone un nuovo sguardo sulla natura. Bisogna vedere “il mondo come sacramento della comunione, come maniera di dividere con Dio e il prossimo una scala globale (n 9)”. Notiamo la confusione tra l’ordine naturale e l’ordine soprannaturale. Pur rifiutando il panteismo vivificante, egli dice che in ogni creatura vivente abita lo spirito di Dio che ci chiama ad una relazione con lui (n 88). Dall’inizio del mondo, ma in maniera particolare dopo l’Incarnazione, il mistero di Cristo opera segretamente nell’insieme della realtà naturale (n 99).
Le creature del mondo non si presentano più a noi come una realtà puramente naturale perché Colui che è resuscitato le avvolge misteriosamente e le orienta verso un destino di pienezza (n 10). Tutte queste considerazioni sono attraversate dalla stessa confusione costante tra la natura e la grazia. Non solamente il Cristo si è unito ad ogni uomo, ma ancora ad ogni cosa. “Cristo ha assunto lui stesso questo mondo materiale e adesso, resuscitato, abita in fondo a ciascun essere, circondandolo con il suo affetto come se lo penetrasse con la sua luce: (…) Dio ha creato il mondo iscrivendovi un ordine e un dinamismo che l’essere umano non ha il diritto di ignorare.” (n 221). Questa dottrina nettamente evoluzionista è ripresa quasi interamente da padre Teillhard du Chardin, citato al n 83 (nota 53). In quanto al movimento New Age, esso rivendica padre Teillhard come uno dei suoi ispiratori.
In realtà, Dio non abita in tutte le creature. In quanto creatore dell’ordine naturale, è presente in ogni cosa. Ma non abita che nell’anima in stato di grazia; è attraverso la fede soprannaturale animata dalla carità che Dio su rende così presente in modo nuovo (I q. 43, a 3)
Ma proseguiamo e terminiamo l’osservazione di questo nuovo sguardo sulle cose proposto dall’enciclica. L’eucaristia è sempre celebrata sull’altare del mondo (n 236): ancora un’idea teillardhiana. I sacri canoni hanno sempre obbligato a celebrare la Messa su un altare consacrato, simbolo di Gesù Cristo, altare del suo proprio sacrificio.
Ormai è il mondo intero ad essere sacro… poiché Cristo è unito a lui. Infine. “Lo spirito, legame infinito d’amore, è intimamente presente al cuore dell’universo animandolo e suscitando nuovi cammini.” Ancora una confusione tra l’amore soprannaturale, di cui lo Spirito è principio e l’amore di Dio che crea il mondo naturale. Benché non si possa dire che il panteismo sia affermato in maniera formale, esso è l’esito naturale di una tale dottrina, poiché la partecipazione alla natura divina (definizione della grazia) è in realtà solamente naturale. Per imporre questo nuovo paradigma e questo nuovo comportamento, l’enciclica proclama la necessità di un’autorità politica mondiale, infliggendo, al bisogno, delle sanzioni a coloro che fossero recalcitranti (n 167 - 175)
Per manifestare questa autorità ormai ineluttabile si ricorda che gli Stati non possono più far fronte ai problemi ecologici. L’imminenza di una catastrofe è largamente descritta (n 4 e tutto il capitolo 1). Bisogna stabilire un consenso mondiale su queste questioni (n 216). La Chiesa rivolge la sua preghiera a questo scopo (n 216). In breve, il mondo politico e il mondo religioso convergono. Nel mondo religioso tesso, le diverse confessioni si intendono su questo punto (n 7-8).
In sintesi, vediamo una convergenza tra l’ideologia ecologista e l’enciclica Laudato si. Anche se quest’ultima non lo ammette perché certi punti di questa ideologia sono troppo apertamente anticristiani, nondimeno, quello che conta per la Rivoluzione è che si marci con lei. Questa qui è soprattutto una prassi ed per questo che non è permesso collaborare con lei. Probabilmente all’insaputa del suo autore, l’enciclica fa il gioco della rivoluzione.
Conclusione
Non riconosciamo la fisionomia del nostro serafico Santo Padre nell’enciclica Laudato si. Per lui, come per la dottrina cattolica di sempre, la creazione è come uno specchio della bontà divina. Il dono della scienza ci fa realizzare quanto le creature siano vuote di Dio e ci fa desiderare il Cielo; nello stesso tempo, ci fa risalire da loro al Creatore, “bene supremo, bene rotale che solo è buono” (Laudes del Signore, San Francesco.)
Mentre secondo la dottrina dell’enciclica, al servizio di una fraternità universale e cosmica, Dio abita in tutte le cose, secondo l’ideologia teillhardiana. Oggettivamente questo documento da’ una mano alla rivoluzione mondiale.
Più che mai preghiamo per il Santo Padre, affinché abbia luce e forza per uscire dalla trappola della rivoluzione. Quest’ultima non gli vuol certo bene; se gli sorride oggi è per attirarlo nel suo gioco, ma domani potrebbe anche riservargli una triste sorte. La Vergine ha più volte insistito a Fatima sull’urgenza di pregare per il Santo Padre. Raddoppiamo dunque le nostre suppliche.
Un Padre Cappuccino di Morgon (Francia)
(sanpiox.it - Lettre aux amis de saint François - bollettino dei Padri Cappuccini di Morgon, n°33, marzo 2016)