Vigilia della natività del Signore
S. Vangelo sec. Matteo (1, 18-21)
Maria, Madre di Gesù, sposata a Giuseppe, prima d'abitare con lui, fu trovata incinta per virtù dello Spirito Santo. Ora Giuseppe, suo marito, essendo giusto, e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente. Mentre egli stava in questo pensiero, ecco apparirgli in sogno un Angelo del Signore, che gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, in tua consorte; perché quel che è nato in Lei è opera dello Spirito Santo. Ella partorirà un Figlio, cui porrai nome Gesù; perché Egli libererà il suo popolo dai suoi peccati.
ANALISI - dagli scritti di P. Marco M. Sales
Era in uso presso gli Ebrei che la novella sposa continuasse ad abitare presso i suoi parenti, e solo più tardi si celebrasse la festa nuziale e venisse introdotta con pompa nella casa dello sposo. Mentre dimorava ancora nella casa paterna, lo sposo poteva liberamente trattare con essa, e per sciogliere il vincolo che li univa era necessario un libello di ripudio. Tale era la condizione di Maria SS. Sposata a Giuseppe, non era ancora stata introdotta solennemente nella casa di lui, quando fu manifesta la sua gravidanza, la quale era opera dello Spirito Santo. Nessuno si meravigliava, essendo ella sposata, eccetto Giuseppe. Egli infatti, zelante nell'osservanza della Legge, non poteva accettare in sposa una donna gravida; ma d'altra parte, non potendo fondatamente dubitare della fedeltà di Lei, non voleva esporla al disonore di darle un libello di ripudio, con conseguenze anche pericolose per la sua vita.
Spesso nell'Antico Testamento Dio aveva manifestata la sua volontà per mezzo degli Angeli. È appunto un Angelo a visitare Giuseppe, chiamandolo figlio di Davide perché in forza del suo matrimonio con Maria egli doveva dare il carattere legale alla discendenza Davidica di Gesù. Gli dice di prendere in sposa Maria, cioè di celebrare solennemente le nozze, e lo assicura che la gravidanza misteriosa è opera dello Spirito Santo.
“Gesù” significa “salvezza”. Gesù fu Dio-Salvatore, perché si fece uomo per redimerci dalla schiavitù di Satana. L'Evangelista indica subito il carattere dell'opera messianica di Gesù. Egli non è venuto a liberare il suo popolo dalla servitù dei Romani, come falsamente credevano i Giudei dovesse fare il Messia; ma è venuto per distruggere il peccato e fondare un regno spirituale ed eterno.
COMMENTO
Maria, Madre di Gesù, sposata a Giuseppe, prima d'abitare con lui, fu trovata incinta per virtù dello Spirito Santo...
Nasce dunque Cristo salvezza di tutti, che i profeti dichiarano re delle genti; nasce da una vergine, come Isaia proclama dicendo: Ecco una vergine accoglierà in grembo e partorirà un figlio; lo chiameranno Emmanuele, che tradotto significa Dio con noi. (...) Considerate il miracolo della Madre del Signore: è vergine quando concepisce, è vergine quando partorisce, è vergine dopo il parto! Che verginità gloriosa e che splendida fecondità! Nasce la potenza del mondo e non c'è gemito della partoriente; si svuota il grembo, un infante è raccolto e tuttavia la verginità non è violata. Era giusto, che alla nascita di Dio aumentasse il merito della castità e che non venisse violata l'integrità dall'arrivo di Colui che era venuto a risanare ciò che è corrotto. Era giusto che la pudicizia del corpo non fosse lesa da Chi agli impudichi dona la verginità del battesimo. Il bambino appena nato, dunque, è posto in una mangiatoia ed è questa la prima culla di Dio; non disdegna queste angustie il Re del cielo, il quale aveva abitato nel ventre di una vergine. (…) Maria felicemente si scopre Madre, lei che non si sapeva moglie; si gloria della prole, lei che non conosceva coniuge. Si meraviglia di aver generato un bambino, potendo solo dire di aver accolto lo Spirito Santo, e non si angoscia per aver partorito ancora nubile, poiché ha dalla sua la testimonianza sia della verginità sia della prole. La prole, infatti, indica Dio come Padre; la verginità scusa il sospetto di quanti si stupiscono. La divinità da un lato rende testimonianza alla verginità, dall'altro copre di mistero un fatto naturale. - Sermoni Liturgici, san Massimo di Torino
Giuseppe, suo marito, essendo giusto, e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente. Mentre egli stava in questo pensiero, ecco apparirgli in sogno un Angelo del Signore...
Vengono sottolineate due qualità di Giuseppe, cioè la sapienza e la clemenza. La sapienza, poiché prima di agire, deliberò, cioè non fece nulla senza il giudizio e la deliberazione della ragione. Parimenti, la clemenza o pietà, in quanto non propalò, o promulgò, quanto gli era accaduto, a differenza di molti che vogliono subito mettere in pubblico ciò che hanno nel cuore. E perciò meritò di essere istruito, ossia consolato. Per cui, gli apparve un Angelo del Signore: nulla infatti poteva scusare meglio di colui che conosceva la sua verginità conservata. Per cui si ritiene che l'angelo che fu mandato a Maria, sia lo stesso che fu mandato a Giuseppe. Ma qui si chiede come mai la rivelazione a Giuseppe non fu fatta subito, per non lasciarlo in tale turbamento. Parimenti, perché Maria non gli rivelò l'annuncio a Lei fatto dall'angelo. Riguardo alla prima difficoltà, ciò fu fatto affinché la sua testimonianza fosse più credibile. Il Signore permise che Giuseppe dubitasse della pudicizia di Maria (idem Tommaso della resurrezione di Gesù, ndr) affinché dubitando ricevesse la rivelazione dell'angelo, e ricevendola credesse più fermamente. Riguardo alla seconda difficoltà bisogna dire che, se Maria glielo avesse detto, egli non avrebbe creduto. - Commento al Vangelo secondo Matteo, S. Tommaso d'Aquino
Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, in tua consorte; perché quel che è nato in Lei è opera dello Spirito Santo...
Il messaggio dell'Angelo era eccezionalmente straordinario, ma san Giuseppe vi prestò piena fede e vide in esso, con esultanza, il compimento delle antiche promesse. Capì perfettamente che era stato prescelto come custode del Figlio divino di Maria e dell'illibata Verginità di Lei. Le parole di Isaia, citate dall'Evangelista, furono luminosissime nell'anima sua, ed egli obbedì al Signore con piena sottomissione. Con ogni probabilità e verosimiglianza, san Giuseppe celebrò il matrimonio con Maria SS. per obbedienza, avendo anch'egli il fermo proposito di conservarsi vergine. (…) Dal racconto evangelico spira un tale profumo di purezza che non si può supporre in nessun modo che san Giuseppe si sia sposato con un ideale umano. Egli capì di compiere la divina Volontà ed aspettò le disposizioni del Signore, consacrandosi tutto a Lui. - I quattro Vangeli, don Dolindo Ruotolo