La virtù
Che cos'è la virtù? La virtù è una costante disposizione dell'anima a fare il bene.
Il termine “virtù” deriva dal latino, “vis, virtutis”, che significa: “forza”. La virtù è infatti una forza, un'energia, una disposizione che porta ad agire in un determinato modo.
La disposizione può essere passeggera oppure costante, ma per essere una virtù deve essere costante. Ad esempio, se ordinariamente siamo insofferenti con le persone moleste, ma un giorno ci capita di incontrare una persona che ci muove a compassione e ne sopportiamo di buon animo il carattere irritante, allora in quel momento abbiamo la disposizione ad essere pazienti. Ma la disposizione è passeggera, e non si può dire di possedere la virtù della pazienza. Poiché la virtù è una disposizione costante, essa viene anche chiamata abito, come la veste che portiamo sempre addosso. Per questo si dice che la virtù è una disposizione, un abito, una buona abitudine.
La virtù è una disposizione che inclina a compiere determinati atti buoni. Se costantemente ci si sente inclini ad aiutare gli ammalati, i poveri, i sofferenti, allora si possiede la virtù della misericordia. Se si crede fermamente alle verità rivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa, allora si possiede la virtù della fede. Se si ama Dio sopra tutte le cose e il prossimo come noi stessi, si possiede la carità. Se detestiamo il male commesso e siamo portati a dare la dovuta riparazione a Dio, si possiede la penitenza. Ecc. Ogni virtù inclina l'anima a una determinata specie di atti.
La virtù è una disposizione dell'anima, e più precisamente delle facoltà spirituali, cioè della mente e della volontà. Le virtù aderiscono alle facoltà dell'anima e le inclinano a pensare il vero (virtù intellettuali) e a volere e amare il bene (virtù morali). Ci sono anche disposizioni dell'anima che invece inclinano a fare il male, e tali disposizioni si chiamano vizi. La virtù, per essere conquistata, costa fatica e lotta contro il vizio opposto.
Quante specie di virtù ci sono? Ci sono due specie di virtù: le virtù naturali che acquistiamo ripetendo atti buoni, come quelle che si dicono morali, e le virtù soprannaturali, che non possiamo acquistare e nemmeno esercitare con le sole nostre forze, ma ci vengono date da Dio, e sono le virtù proprie del cristiano.
Le virtù naturali sono chiamate così perché non eccedono le forze della natura umana, quindi si possono acquisire con l'esercizio e lo sforzo naturale.
Ad esempio, il bimbo quando nasce è pauroso: teme il buio, la solitudine, il pericolo. Man mano che cresce, impara a vincere la paura e ad essere coraggioso. Dapprima è spinto ad essere coraggioso davanti ai fratelli e non temere le loro burle. Poi il coraggio si fortifica per un senso di dignità personale. Quando diviene ragazzo, impara a non temere di mostrarsi cristiano in una società anticristiana, fa il segno della croce anche in pubblico, si domina quando viene deriso, difende i suoi valori, in battaglia non prova più paura, e così a poco a poco, con lo sforzo e con atti ripetuti ha acquistato la virtù naturale della fortezza.
Al contrario, chi ripete spesso atti contrari alla virtù, acquista il vizio opposto.
Le virtù naturali sono molteplici. Alcune inclinano l'intelligenza alla ricerca e alla comprensione della verità, e sono dette virtù intellettuali (intelletto, scienza, prudenza, arte, sapienza); altre perfezionano la volontà e il cuore inclinando in modo costante al bene, migliorando le abitudini, e si chiamano virtù morali: tali sono la giustizia, la fortezza, la temperanza, che con la prudenza sono la base o cardine, che regge tutte le altre virtù morali. Tutte queste virtù si acquisiscono ripetendo atti buoni.
Le virtù soprannaturali eccedono le forze della natura, quindi non possono essere né acquisite né esercitate tramite le nostre sole forze, ma soltanto con l'aiuto di Dio.
Finché noi siamo dotati di anima e corpo, di intelligenza, di volontà, di cuore, di sensi, per quanto possiamo essere perfetti, siamo incapaci di compiere certi atti che superano le nostre capacità e possibilità naturali. Per acquisire le virtù soprannaturali, occorre che siamo elevati al di sopra della nostra natura di uomini e trasformati in figli di Dio,mediante la grazia santificante e aiutati dalla grazia attuale. Solo allora potremo compiere gli atti soprannaturali propri delle virtù soprannaturali. La grazia santificante eleva il nostro essere; le capacità o disposizioni delle virtù che Dio ci infonde direttamente ci rendono capaci di compiere atti soprannaturali, e dopo che ci sono state infuse da Dio, possiamo esercitare le virtù soprannaturali soltanto con il Suo aiuto, tramite la grazia attuale.
Questa la differenza sostanziale tra le virtù naturali e le virtù soprannaturali: le virtù naturali possiamo acquisirle e, una volta acquisite, ci rendono facile il compiere gli atti a loro corrispondenti; le virtù soprannaturali le acquisiamo solo con la grazia santificante e, una volta che ne abbiamo la capacità, non possiamo avere la facilità di compiere i loro atti se non tramite la grazia attuale.
RIFLETTO:
Le virtù soprannaturali sono le virtù proprie del cristiano: tali virtù perfezionano inevitabilmente anche le virtù naturali. Infatti, tra le virtù naturali di un pagano e le virtù naturali di un cristiano, vi è un abisso di differenza.
Veronica Tribbia - Dal Catechismo di San Pio X