Un esempio da imitare: il piccolo Guido
Dopo la lettura della vita di Guido di Fontgalland, il papa Pio XII esclamò: “E' una boccata d'aria di Paradiso”.
Guido nasce nel 1913 a Parigi. I suoi genitori, il conte e la contessa di Fontgalland, lo consacrano alla Madonna, che il piccolo impara ad amare con tutto il cuore.
E' molto vivace ed è sempre allegro, anche se un po' disubbidiente, ma non dice mai bugie. Sa benissimo che sarà rimproverato e punito se avrà fatto qualcosa di male, ma si accuserà sempre dei suoi errori.
Più tardi, quando si accorgerà di essere vicino alla morte, dirà di non aver mai detta una bugia in vita sua.
Durante le passeggiate con i suoi genitori si comporta in modo perfetto: non ha mai fame, sete, caldo, freddo e non si lamenta mai di nulla. Però è felice di saltare dentro le pozzanghere, spruzzando l'acqua tutt'intorno e ridendo clamorosamente.
La sera, dopo aver corso all'impazzata sotto il sole attraverso la campagna per inseguire le farfalle e insetti dalle belle ali colorate, Guido cade dal sonno. Allora bisogna svestirlo pian piano e metterlo a letto. Ma appena gli si sussurra: “Guido, e le preghiere?”, immediatamente si mette in ginocchio e prega con grande fervore.
Al mattino il suo primo gesto è un segno di croce. La sua prima parola “Zezù”, il suo primo sguardo per l'Immacolata, il suo primo bacio per la sua mamma.
Nel 1918, durante la processione del Corpus Domini, Guido getta dei fiori a Gesù e quella sera, appena finite le preghiere, dice: “E' una gran bella cosa camminare con Gesù, ma io preferirei riceverlo!”. E' il primo spontaneo desiderio di ricevere Gesù nella santa Comunione e il piccolo Guido ha solo cinque anni!
La domenica segue attentamente la Messa sul suo Messalino. Gli piacciono tanto le luci e gli addobbi delle chiese e ripete sempre che “tutto questo non è mai abbastanza bello per il buon Dio”.
Quando a maggio gli uccelli cominciano a cantare tra i biancospini in fiore, ogni sera, con il fratello Marco, Guida recita una decina del Rosario. Questo è il mese di Maria, il mese della sua Mamma del Cielo, come egli la chiama.
Detesta la carne ed ogni boccone gli costa un grande sacrificio, ma, valorosamente, il suo cuore lo offre a Dio in preparazione alla prima Comunione.
Un pomeriggio, durante una passeggiata, Guido non saltella, né corre come di consueto. Ritornando a casa, il suo precettore gli toglie le scarpe e scopre che Guido ha un calcagno rosso e gonfio. Il fanciullo tace. Alla sera, quando riceve il bacio di sua madre per addormentarsi, dice con semplicità: “Mamma, ho fatto apposta ad aver male. Ho messo un sassolino nella scarpa perché oggi è venerdì, giorno della morte di Gesù, e non mangiando carne, non avevo nessuna mortificazione da offrirgli”.
Un giorno Guido gioca con alcuni amici della sua età, e ad un certo punto dice loro: “Chiedete alla vostra mamma di farvi fare la prima Comunione a sette anni. Insistete, dite che avete voglia di ricevere Gesù. Bisogna fare così, perché l'ha detto il Papa. Io sono tanto contento quando penso che presto riceverò il piccolo Gesù!”.
Guido si prepara con grande fervore a ricevere Gesù per la prima volta, piange quando la mamma gli parla delle sofferenze di Nostro Signore, fa con grande devozione i suoi buoni propositi e partecipa con tutta l'anima al ritiro spirituale di preparazione. Il 21 maggio conta centodiciotto sacrifici offerti durante il mese! E il purissimo bambino riceve per la prima volta Gesù la domenica della Santissima Trinità. La sua gioia è indescrivibile!
Da quel giorno Guido, così esuberante, cambia completamente. Spesso si raccoglie in sé stesso e a volte esclama: “A che serve? Per quel che dura la vita!”. Nessuno pensa che egli sente, quasi di continuo, la presenza di Gesù nel suo cuore.
Ecco perché il suo cuore si apre alla generosità. Egli dona, felice, i suoi giocattoli, dona i piccoli oggetti che i ragazzi conservano come se fossero tesori e tutte le domeniche, quando fa la comunione, offre a Gesù i suoi sacrifici, come un mazzo di rose freschissime. Con che gioia si avvicina all'Eucarestia! Ha sempre qualcosa da dire e da dare a Gesù.
La Consacrazione gli rapisce il cuore: “Quando tutti chinano la testa – dice – io la rialzo. Guardo il buon Dio e gli dico quello che voglio chiedergli. E' il mio momento!”.
“E subito dopo la Comunione?” gli viene chiesto.
“Oh, - risponde Guido con un dolcissimo sorriso – non è la stessa cosa! Allora parla Gesù. Io l'ascolto e son felice!”.
Nell'anima di questo fanciullo si vede agire lo Spirito Santo che gli insegna a dire sì a tutte le rinunce, a tutti i distacchi necessari per giungere all'unione con Dio.
Fa parte dell'associazione “Il Crociatino” e non manca mai alle riunioni mensili, né alla Comunione del primo venerdì del mese. Prima di morire dirà al suo fratello: “Tu continuerai per me!”.
Non ha ancora raggiunto la perfezione. I dettati l'annoiano, non studia bene le lezioni, fa male i compiti. Piccoli peccati di fragilità, per i quali Guido farà penitenza prima di morire. Alla fine dell'anno scolastico, però, ottiene un premio per la lettura.
“Non mi interessa quello che si dice a scuola. Per questo non ascolto. Penso ad altro, a certe invenzioni che voglio fare”.
La pigrizia sembra prendere Guido, che si interessa solo di storia naturale, di fisica e di meccanica. In realtà, Guido non è pigro, ma i suoi pensieri sono sempre più rivolti alle cose eterne.
Il fanciullo non tiene rancori. Lo si può liberamente rimproverare e punire. Anche da piccolo, quando viene castigato, corre ad abbracciare chi lo ha punito e lo accarezza affettuosamente.
Si mette, quindi, con tutto l'impegno a studiare e riesce, senza sbagliare, a recitare interi brani. E adesso pone grande attenzione nel fare i compiti!
Nel 1924 i genitori conducono i loro figli a Lourdes e Guido ne è molto felice. Per due giorni consecutivi fa la Comunione alla Grotta delle Apparizioni, beve l'acqua miracolosa e, in ginocchio, sale le scale della Via Crucis. Si reca più volte alla Grotta e genuflesso, con le braccia in croce, parla con la sua Mamma del Cielo. Questi meravigliosi colloqui lasciano negli azzurri occhi del fanciullo una scia luminosa.
Con molta serietà un giorno dice: “La Madonna mi ha confidato un segreto”.
“Dimmelo subito, piccolo mio”, chiede la mamma.
“No, i segreti sono per due persone, non per tre!”. Come piangerebbe la povera mamma se conoscesse quel segreto!
Un grande dolore colpisce Guido in quel periodo: la morte del suo amato nonno.
“Lo raggiungerò presto – dice con serena indifferenza – nella tomba gli starò vicino”.
Tutte le sere Guido recita, prima di addormentarsi, qualche decina del Rosario. Spesso porta dei fiori alla Vergine Maria e si rivolge a Lei con grande tenerezza. Ormai si comunica, con grande fervore, ogni due giorni. Il suo volto irradia l'innocenza della sua anima candida come petali di giglio. Quando Gesù scende nel suo cuore, Guido sembra un piccolo angelo in adorazione.
Il 30 novembre si festeggiano in famiglia i suoi undici anni. Tutti sono felici, ma nella stessa sera, atroci dolori colpiscono il caro fanciullo. Dureranno sei settimane, durante le quali l'anima di Guido si aprirà ancora di più alla grazia, come un magnifico fiore che allarga la sua corolla alla carezza del sole. Eroicamente egli comincia a preparare sua madre alla separazione.
“Mamma, vieni vicino a me, perché ti possa stringere stretto, perché devo dirti una cosa che ti farà piangere: sto per morire! La Madonna verrà a prendermi. A sette anni, quando ho fatto la prima Comunione, Gesù mi ha detto: Guido, piccolo mio, ti porterò via presto, morirai giovane! Io verrò a prenderti e ti porterò via. Capisci, mamma cara, perché non ho mai voluto studiare bene? Sapevo che avrei dovuto andare presto in Cielo! Il Cielo per me è Gesù! Avevo desiderato tanto diventare sacerdote! Invece Gesù mi ha detto che vuole fare di me un angelo”.
I dolori si fanno sempre più acuti e Guido soffre molto, ma prega con fervore: “Caro Gesù, fammi pure soffrire quanto vuoi. Ti voglio tanto bene, sai! Quante belle cose ho capito recitando lentamente l'Ave Maria! Quando a scuola non ascoltavo le lezioni, pensavo a tante cose della vita, molto più belle della grammatica!”.
“Il buon Dio mi fa soffrire interminabili settimane, - ripeteva – perché io ripari alla mia pigrizia. Vuole farmi andare direttamente in Paradiso”.
La sofferenza continua per alcune settimane e negli ultimi giorni di dicembre la situazione si fa grave.
“Mamma, muoio... chiama il mio confessore”.
Il padre di Guido si precipita al telefono per chiamare il medico, ma Guido lo ferma: “No, babbo! Prima il confessore, dopo il medico!”.
La notte del 31 dicembre, la mamma veglia presso il figlio.
“Mamma, perché suonano le campane?” chiede Guido.
“Annunciano l'aurora del 1925” risponde commossa la mamma.
“L'anno del Giubileo. E' un bell'anno per andare in Paradiso! Come bisogna soffrire perché l'anima si liberi dal corpo!”.
Qualche settimana dopo, il 24 gennaio, Guido è ormai alla fine.
“Oggi morirò – dice alla mamma – non piangere, sarà una cosa dolcissima. Quando mi mancherà il respiro e non potrò più parlare per dire a Gesù che gli voglio bene, appoggiami sulle labbra il Crocifisso, perché io possa ancora baciarlo”.
Mentre il sacerdote gli amministra l'estrema unzione, Guido apre gli occhi, sorride, e piano sussurra: “Gesù, ti voglio bene... mamma...”.
L'Immacolata è scesa a prendersi il piccolo Guido e a portarlo in Cielo tra gli angeli.
Subito dopo la morte di Guido, un sacerdote scriverà: “La Chiesa canta il Gloria al Padre, davanti alle manifestazioni della divina Potenza. In questa lode include le cime dei monti, le profondità degli oceani, l'immensità degli astri. Ma la Chiesa canta pure Gloria al Padre davanti all'infinitamente piccolo: il filo di erba, l'insetto, la goccia d'acqua. Ed è questo il Gloria al quale noi intendiamo fare eco: il Gloria al Padre cantato davanti a un bambino, Guido di Fontgalland, che è stato santificato dalla Comunione ricevuta precocemente e frequentemente.”.
Cari fanciulli, impariamo dal piccolo Guido ad amare Gesù, Maria, il Papa e l'umiltà.
Piccoli Angeli di Myriam De G.