Prima intervista al nuovo Superiore generale della Fraternità San Pio X
Don Davide Pagliarani è il nuovo Superiore generale della Fraternità San Pio X. Invitiamo i confratelli della Corsia dei Servi a pregare per lui e per la buona riuscita del Capitolo generale della FSSPX che dovrà afrontare le numerose questioni che saranno oggetto d'esame fino al 21 luglio prossimo.
La Chiesa, che versa in una crisi profonda a causa di un'aspostasia dilagante che ha contagiato quasi la totalità del clero conciliare (non più cattolico), ha bisogno di santi sacerdoti. I fedeli ne hanno bisogno.
Per questo la Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata dal grande Mons.Lefebvre, ha rivestito, riveste e rivesterà un ruolo decisivo per la salvezza della Fede e di ciò che è più impotante al mondo: la S.Messa "di sempre".
Che la Madonna assista e indichi la via al Superiore generale don Davide e ai sacerdoti della Fraternità affinchè la Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo venga man mano restaurata da veri uomini di Dio.
Prima intervista al Superiore generale della FSSPX don Davide Pagliarani
Reverendissimo Superiore generale, qual è il suo stato d’animo dopo l’elezione?
Diciamo che avevo sentito circolare qualche voce già prima, certo, ma non sapevo se la cosa fosse solo uno scherzo o se avesse un qualche fondamento. Per questo ho aspettato la giornata di oggi. Devo ammettere che ancora non so quanto io mi renda conto di ciò che è appena successo.
È stata una lunga giornata, ma la settimana scorsa, durante il ritiro, ho messo tutto nelle mani della Madonna e della Provvidenza. Penso che dietro tutta la storia della Fraternità ci sia Lei, e anche che sia Lei che stia guidando questo capitolo e tutti noi. Però forse è ancora troppo presto per farmi questa domanda.
Si potrebbe presentare?
Vengo da Rimini, una città della costa adriatica dell’Italia, dove da lungo tempo c’è un priorato della Fraternità San Pio X. Sono entrato a Flavigny nel 1989 e dopo aver fatto il servizio militare sono stato ordinato nel 1996. Ho trascorso 7 anni come sacerdote nella mia città di origine e 3 anni a Singapore, per poi tornare in Italia. Da 6 anni e mezzo ero in Argentina e ora sono qui.
Fino a oggi è stato rettore del seminario in Argentina…
Penso che abbandonare il seminario sia la rinuncia più difficile per me. Trovo che per un prete, e particolarmente per un prete della Fraternità, non ci sia un luogo migliore. Il cuore della Fraternità sono i seminari, non Menzingen! Lei capisce in che senso lo dico…
È il luogo dove si formano i sacerdoti e dove si vede in che modo la grazia, anche oggi, sia capace di trasformare completamente un giovane. Ogni vocazione è un miracolo, e credo che si capisca a pieno che cos’è la Fraternità solo quando si lavora in un seminario.
Cosa si aspetta dai suoi due assistenti?
Confesso che sono due persone che stimo tantissimo. Li conosco piuttosto bene perché ho conosciuto Don Bouchacourt in Argentina, e conosco abbastanza bene Mons. de Galarreta. Penso che sia veramente una fortuna lavorare con persone più grandi di me, ottimi consiglieri e, bisogna dirlo, con prete così simpatico come Don Bouchacourt.
Ha già dei progetti per la Fraternità San Pio X?
Penso che lo scopo della Fraternità sia la formazione dei sacerdoti. Al tempo stesso, però, il sacerdote deve continuare per tutta la vita a maturare, a formarsi e a santificarsi. Penso che sia su questo punto che si debbano concentrare tutti i nostri sforzi, per aiutare i sacerdoti a perseverare nella ricerca della santità.
Mi sembra che ogni sacerdote, ogni vita sacerdotale, sia un po’ come la corda di un violino: bisogna sempre tenerla ben tesa, ben accordata, perché dia il giusto suono… il suono che Dio vuole da ciascuno di noi. In questo senso, credo che tra la vita del seminario, la formazione in seminario e ciò che ci si aspetta in seguito dal prete nel suo ministero, ci sia un’unità, una continuità nella ricerca della santità, che deve continuare. Penso che la soluzione alla maggior parte dei nostri problemi si trovi lì.
Cosa si aspetta dai fedeli, e cosa pensa che si aspettino da lei?
Buona domanda. È più facile rispondere alla prima parte della sua domanda. Per prima cosa voglio ringraziare i fedeli per tutte le preghiere che hanno fatto per questo capitolo, e dire loro che il capitolo è appena cominciato. Per cui, tutte le discussioni, tutto ciò che dobbiamo ancora trattare, bisognerà trattarlo adesso, nei giorni a venire. Li ringrazio anche per le preghiere che hanno fatto fin da gennaio, e chiedo loro un ultimo sforzo di generosità, raddoppiando le preghiere.
Quindi, cosa si aspettano da me? Penso che si aspettino che la Fraternità sia fedele alla ragione per la quale è stata fondata. Abbiamo ricordato che era stata fondata per formare dei sacerdoti, ma il sacerdozio esiste per santificare le anime. Quindi la fedeltà dei preti al loro proprio sacerdozio, alla loro santificazione, ricade inevitabilmente sui fedeli. È questo che i fedeli si aspettano, non soltanto da me, ma da tutti i sacerdoti della Fraternità.
Fsspx.news / La Porte Latine del 12 luglio 2018