La natura umana
L’uomo è una creatura ragionevole composta di anima e di corpo. Così ci insegna il catechismo di san Pio X. Dio ha creato gli Angeli (puramente spirituali), gli animali (puramente materiali), e l’uomo, in parte spirituale e in parte materiale.
L’anima è la forma del corpo, il principio dell’unità delle parti. Se le varie componenti del corpo restano insieme, è perché c’è un principio: infatti nei cadaveri ogni parte va per conto suo. L’anima è tutta intera in ogni parte del corpo. L’anima dell’uomo è immortale: non si dissolve col corpo perché ha un’operazione sua propria, che non ha organi corporali: l’operazione intellettiva, che continua anche senza corpo.
Le facoltà dell’anima (si distinguono secondo il loro oggetto):
- vegetativa: si occupa delle funzioni di base del corpo
- sensitiva: si occupa degli oggetti uniti al corpo (i cinque sensi esterni - i sensi interni: senso comune, immaginazione, cogitativa, memoria sensibile)
- appetito: conosciuto un oggetto, si tende a possederlo. L’appetito si divide in:
- concupiscibile: verso ciò che è desiderabile o no (provoca le passioni di desiderio di un bene o di fuga da un male che non si ha ancora, e l’amore o l’odio per il bene o il male che si ha)
- irascibile: verso oggetti sproporzionati alla natura (provoca le passioni di audacia, timore, speranza, disperazione, ira)
- intelligenza: facoltà di conoscere ogni essere in quanto vero, non solo quelli sensibili. Nell’uomo parte dai dati dei sensi per astrarre un concetto, ma a differenza delle altre facoltà non ha organi corporali. Ha una sua memoria. Si divide in intelletto speculativo (ha per oggetto la conoscenza in sé) e pratico (ha per oggetto la conoscenza in vista dell’azione: prudenza e arti)
- volontà: è l’appetito degli oggetti conosciuti dall’intelligenza. Ha per oggetto il bene. Può scegliere tra le varie cose che considera un bene (libero arbitrio). La sua scelta fa l’uomo buono o cattivo. Nella volontà sta il peccato.
Nell’uomo dopo il peccato originale tutte le facoltà sono ferite:
- la vegetativa dalla malattia e dalla morte
- l’appetito concupiscibile dai desideri illeciti e troppo veementi
- l’appetito irascibile dalla debolezza nell’affrontare e sostenere le difficoltà
- l’intelligenza dalla difficoltà a apprendere (ignoranza)
- la volontà dalla malizia (facilità a volere il male)
Le passioni tendono ad agire prima della volontà e a influenzarla nella sua scelta.
Rimedi: le virtù, che perfezionano le facoltà:
- temperanza contro concupiscenza smodata
- forza contro la debolezza dell’irascibile
- prudenza contro l’errore dell’intelligenza
- giustizia per rettificare la volontà
In Adamo prima del peccato, in Nostro Signore, in Maria Santissima le facoltà erano perfette. Le passioni seguivano sempre l’uso della ragione, mai lo precedevano.
Don Mauro Tranquillo