La religione dopo il Concilio/3: eclisse del sacro
La svolta umanitaria compiuta dalla fazione ammodernante non ha lasciato immuni né i Sacramenti, né il culto, né la struttura della Chiesa. In tutti questi ambiti è in atto una progressiva desacralizzazione.
Sacramenti
Principale preoccupazione delle “riforme” vaticansecondiste [1] è stata quella di sfrondare il più possibile i Sacramenti del loro contenuto soprannaturale.
Al modo luterano sono ritenuti non delle opere in cui agisce la Grazia, ma dei segni che rimandano a dei "significati".
Notevoli i cambiamenti nel rito del Battesimo.
Mentre il rito della Chiesa di sempre (pre-conciliare, secondo dicitura modernista), risalente a Paolo V (1614), era incentrato sull’opera opere operantis Christi, nel nuovo rito promulgato da Paolo VI (1969) il ruolo dei genitori e dei padrini [2], con i loro impegni nei confronti del battezzando, diviene preponderante rispetto al gesto sacramentale, quasi lo sforzo catechetico ed educativo umano abbia potere equivalente alla grazia divina (pelagianesimo) [3].
Nella prima parte del rito, in luogo di rivolgersi al battezzando con una formula chiara, espressa all’imperativo [osserva i comandamenti], il sacerdote si rivolge ai genitori con una espressione meramente esortativa [vi impegnate a educarlo?]
In linea con l’impostazione attenuata, i liturgisti vaticanosecondisti, col pretesto che gli esorcismi «non rispondevano certo alla condizione dei bambini» [4] oppure accampando la scusa di rispettare la sensibilità dei genitori del battezzando, hanno ritenuto necessario eliminare atti e terminologie negative: il triplice esorcismo, con cui si comandava allo spirito immondo di allontanarsi, utilizzando per ben due volte l’espressione “Exorcizo te”, è stato ridotto a uno (ma «qualche vescovo del Consilium si era chiesto se fosse necessario conservare questa rinuncia al diavolo» [5]). In quest’unico atto è sparito il verbo “Exorcizo”, ed il comando a Satana è sostituito da un’esortazione all’impegno del padrino [«Sei disposto ad aiutare i genitori in questo compito così importante?»] e da un’implorazione all’Onnipotente.
A togliere ulteriore tensione al rito, il comando «Effeta-Apriti» rivolto al battezzando è stato reso facoltativo, espunto dall’esorcismo, e spostato alla fine della celebrazione.
E, se non bastasse, è stata varata una seconda formula, alternativa all’esorcismo, basata unicamente sulle intenzioni dei partecipanti (“Rinunciate al peccato… etc.).
Anche la recita del Credo è stata eliminata, mentre, nel momento dell’imposizione della veste candida, è stato giustapposto l’inciso didascalico “aiutato dalle parole e dall’esempio dei tuoi cari” [6].
Alla formula del rito vero e proprio risalente a Tertulliano [“Rinunciate a satana?”…] è stato affiancato un secondo canone [“Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?”…], inutilmente verboso e didascalico.
Al termine del rito battesimale è previsto un richiamo all’assemblea di manifestare con un applauso la sua gioia.
In buona sostanza, nel rito vaticanosecondista i segni sensibili della grazia di Cristo si trovano mescolati con auspici e considerazioni di natura meramente umana, a scapito della linearità, del realismo e della concretezza che caratterizzavano il rito pre-conciliare.
A peggiorare questo stato di cose, già di per sé non del tutto idilliaco, è intervenuta la macchina da guerra ecumenico-sincretista che ha elevato anche le false religioni a vie di santità.
A che pro allora battezzare? Ed infatti Madre Teresa non riteneva di dover battezzare i suoi poveri.
Quanto ai papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con le loro aperture ai rabbini, sono arrivati a sostenere la teoria delle “alleanze (e salvezze) parallele” (l’antica alleanza non sarebbe mai stata revocata) e la conseguente rinuncia all’apostolato verso gli ebrei, i quali dunque sarebbero esentati dal battesimo. Una concezione opposta per diametrum al comando di Nostro Signor Gesù Cristo: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”, Mc 16,16.
La Cresima è sempre più spesso accorpata con la Comunione.
In molte diocesi si sta sperimentando per la preparazione a questi due Sacramenti, in luogo dell’insegnamento dottrinale, un accompagnamento tramite un cammino di assistenza spirituale, nell’ottemperanza di uno dei precetti modernisti anatemizzati (vanamente, per la neo-chiesa) da San Pio X.
Molto articolata è l’aggressione alla Santa Comunione.
I neo-modernisti con una novella furia iconoclasta hanno divelto le balaustre, per una simpatia verso i protestanti hanno costretto i fedeli a non inginocchiarsi, per dare enfasi all’ottavo sacramento (v. oltre) hanno ridotto il tempo della Messa dopo la Comunione.
La pratica della ricezione della Comunione sulla mano, tacitamente incoraggiata se non imposta, è stata “l'occasione di negligenze - anzi, addirittura di vere e proprie irriverenze - e, in qualche caso particolarmente deplorevole, […] di varie forme d'abuso, fino al caso estremo di sottrazione dell’ostia per profanarla più tardi nel corso di una «messa nera [7]»”.
Il parroco di una chiesa cattolica di Johannesburg il 29 marzo 1998, calpestando le precise norme canoniche, ha sacrilegamente distribuito l’ostia consacrata ai coniugi Clinton [8].
Il cardinale Bagnasco, ai funerali di don Gallo il 27 maggio 2013, non si è sentito di negare la particola al transessuale Francesco/a Guadagno (in arte Vladimir Luxuria).
Più sottile della profanazione, ma di essa più velenosa è la destrutturazione della Comunione operata con la svalutazione della disciplina sacramentale. Si attua mettendo sotto processo, come fossero bisognosi di una riforma, alcuni articoli del canone: alle sensibili anime neomoderniste sembra una intollerabile crudeltà negare l’accesso all’Eucaristia a pubblici peccatori e concubini o a sodomiti (è solo un inizio). Non c’è bisogno di essere in grazia di Dio (concetto ignorato dalla neo-chiesa) per accedere all’Eucaristia, si può ricevere anche in stato di peccato, purché si viva in modo continuativo e con fedeltà la trasgressione.
Secondo la teologia invertita dei vescovi di Buenos Aires, ricevere in modo sacrilego la Comunione aiuterebbe a crescere nella grazia.
Bergoglio (nell’Amoris Laetitia, capitolo otto) riduce la legge naturale che vieta l'adulterio ad una «norma generale» alla quale in alcuni casi (persone che «hanno un sacco di difficoltà a capire i valori nella norma» o la cui situazione concreta non permette loro di agire in maniera diversa) sarebbe lecito trasgredire [9]. È una tesi derivante dall’etica della situazione, che Giovanni Paolo II nella Veritatis splendor ha confutato in modo inequivocabile (6 agosto 1993).
Un secondo modo di destrutturare la Comunione consiste nel negare, quanto alla sostanza, le differenze tra luterani e cattolici riguardo all’Eucarestia: secondo il Grande Liquidatore cena luterana e Messa cattolica sono quasi la stessa cosa; vi sarebbe solo una differenza di «linguaggio», una diversità di “interpretazioni” [10].
In molte parrocchie si perde la semplicità del miracolo eucaristico, sminuito a segno di intercomunione fraterna o a sacramentale di sostegno alle nostre debolezze. Lo dice anche l’Evangelii Gaudium (novembre 2013) al n. 47: «L'Eucaristia non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» ove si osa anche insinuare che la Chiesa del passato avrebbe privato i «deboli» del «nutrimento».
Il rischio incombente è la riduzione dell’Eucaristia a momento di auspicio per qualche ideale caro ai massoni e propugnato dal partito dei banchieri (la pace, la salute della Terra e quella riproduttiva, l’accoglienza ai “migranti”, il rispetto per i sodomiti, ecc.).
Nelle sedi presidiate dai neo-modernisti più audaci è in atto lo sforzo di amalgamare i cattolici anche con i maomettani (non sono forse entrambi adoratori del dio unico, seguaci di una religione del libro?).
Il 31 luglio 2016 il parroco di Ventimiglia, con gesto ovviamente “profetico”, ha offerto simbolicamente dei pezzi di pane ai musulmani presenti alla Messa-sinassi.
Il sacramento della Confessione ha subito un duplice vulnus.
Da un lato viene trascurato sia da chi lo amministra che da chi se ne giova.
Dall’altro viene utilizzato non per ridare la vita spirituale al penitente ma per liberare psicologicamente da indebiti e medievali sensi di colpa. Sarebbe infatti un malinteso rigorismo continuare ostinatamente a ritenere peccati comportamenti che ormai sono abituali nel mondo. Come afferma l’uomo venuto dalla fine del mondo la Confessione non deve infatti essere “una camera di tortura”.
A questo si aggiunge l’azione demolitoria di Bergoglio
- - al clero romano ha affermato che non si deve più esigere il proponimento di non peccare più, basta il solo gesto di andare al confessionale
- - l’ Esortazione Apostolica Amoris laetitia intacca il sacramento, perché spinge ad assolvere chi continua a vivere in stato di peccato grave. Lo ha riconosciuto anche il cardinale Müller.
Un prete, durante la Riconciliazione, disse a più riprese al penitente, estraendone l’immaginetta dal saio: “ma adesso c’è Francesco!” (che cosa poi intendesse è meglio non indagare).
Già, Riconciliazione, un nome nuovo per una cosa teoricamente rimasta intatta. La suora cui chiesi spiegazioni (anni ’80) oscillò tra “è tutta un’altra cosa” e l’imbarazzo silente alla domanda su cosa dunque fosse cambiato.
Ritengo sia un segno indicatore del clima di ebbrezza che si respirava nel postconcilio, favorito anche dalla conduzione episcopale del carismatico e novatore Carlo Maria Martini.
Le ultime uscite pontificie sembrano erigere a supremo giudice la coscienza individuale, per esempio ammettendo che una persona in stato di adulterio possa legittimamente stabilire che il suo matrimonio sacramentale sia nullo [11]. Se così è, a che pro confessarsi?
La tendenza della chiesa odierna è di dare poca importanza al Matrimonio come stato di fatto oggettivo di origine divina. Da un lato è declassato a ideale cui tendere (la convivenza può esserne un primo passo), dall’altro la sua validità è devoluta alla percezione personale degli interessati.
Riguardo alla vita di coppia, la linea di pensiero bergogliana privilegia ciò che le persone sentono riguardo alle loro relazioni amorose. È l'opinione personale e la coscienza individuale a stabilire se una persona divorziata risposata sia in stato di adulterio o meno. Analogamente è chi vive un rapporto di convivenza extra-matrimoniale (di che tipo?) a decidere se trovasi o meno in stato di peccato grave (se la parola ha ancora un senso).
Ritenendo cinicamente che la maggioranza dei Matrimoni siano nulli per mancanza di fede, il Pontefice incoraggia comunque adulteri e conviventi vari ad accostarsi alla Comunione. Ha anche invitato gli stessi a perseverare nei rapporti coniugali (i.e. a continuare a trasgredire il comando di Nostro Signor Gesù Cristo) in modo da cementare la loro unione, insinuando che l’astinenza pregiudicherebbe il benessere dei figli.
Il Motu Proprio Mitis iudex Dominus Iesus (15 ago 2015), che ha di fatto introdotto il «divorzio cattolico», è pensato per sanare, di fronte alla società, le situazioni irregolari, tacitando lo scandalo dell’accesso illegittimo alla Comunione.
Ulteriori considerazioni si possono leggere qui, mentre, per le provocazioni bergogliane, vedasi qui la Dichiarazione di fedeltà firmata da 80 personalità.
L’Amoris laetitia, come ha detto il cardinal Müller, accettando “in alcuni casi” il divorzio, nega di conseguenza l’indissolubilità del matrimonio. Inoltre la visione evidentemente benevola di Francesco nei confronti della convivenza svaluta la centralità del matrimonio, cardine della società istituito direttamente da Dio.
Anche il sacramento dell’Ordine è stato intaccato dalla rivoluzione conciliare.
Le fumose elucubrazioni vaticanosecondiste hanno dato origine ad una concezione affatto nuova di prete.
Democraticamente è stato equiparato al semplice fedele (in ossequio al principio egualitario del “sacerdozio universale”).
Il monopolio della formazione sacerdotale è stato rapidamente occupato da esponenti della setta, i quali hanno messo a punto un sistema a-cattolico che ha ormai indottrinato intere generazioni di seminaristi.
Nella formazione del futuro prete non c’è posto per il Magistero preconciliare, se non per fugaci accenni e limitatamente agli elementi anticipatori del supremo Concilio.
L’immanentismo modernista ha educato i seminaristi a snobbare la salus animarum, il culto alla Madonna ed ai santi e la devozione popolare, per dare invece la priorità ai “bisogni” e al “sentire” della gente.
Divelte le radici, desacralizzata la funzione, nessun stupore se il prete abbia finito per smarrire la sua peculiarità sacerdotale.
La ricerca di un’identità qualsivoglia ha favorito la fioritura di diverse nuove specie di preti e religiosi.
Tralasciando i casi limite di aspiranti guitti, saltimbanchi, sodomiti orgogliosi e macchiette pseudo-rivoluzionarie, si possono notare tra le categorie più diffuse,
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- gli entusiasti della neo-chiesa conciliare, dai volti eternamente giulivi
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- gli emancipati / studiosi di teologia che non credono più a nulla
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- i misericordiosi che non vogliono sentir parlare di peccato
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- i sessantottini ritardatari, che chiedono la fine dell’obbligo di celibato e l’apertura al sacerdozio femminile
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- i pauperisti, cultori della spoliazione (gli olmiani)
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- gli intruppati a servizio del partito unico
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- i post-cristiani seguaci della spiritualità teosofica bosiana
Beninteso non mancano validi sacerdoti, anche se sono una minoranza emarginata se non oppresa.
Bergoglio è molto attivo nel cercare di umanizzare e rendere sincretistico il ruolo sacerdotale. Valga per tutto la sua irrituale e demagogica celebrazione della Missa in Coena Domini in un centro di detenzione con donne e musulmani a rappresentare i Apostoli (Giovedì Santo 2013).
L’ultimo stratagemma del Grande Liquidatore per aprire una breccia nel sacramento dell’Ordine è l’istituzione di una commissione mista incaricata di “studiare” la questione del “diaconato” femminile (sarebbe l’inizio per l’ammissione delle donne al sacerdozio); è la riapertura come problema di una proposta già rigettata dal Vaticano nel 2002.
Il tossico neo-modernista è penetrato anche nei noviziati, generando suore canterine, frati danzanti, guerriglieri marxisti et alia.
Ai religiosi ostinatamente fedeli alla Tradizione, il vescovo di Roma non risparmia epiteti e battute sarcastiche (ad esempio per chi continua a vestire la talare), quando non usa il pugno di ferro dell’oppressione/soppressione.
Liturgia
Ovviamente il maggior vulnus perpetrato dal Concilio Assoluto è quello di aver sostituito la Messa con un rito a significato e struttura ad essa alieno.
Alla Messa cattolica ripetizione in forma incruenta del Sacrificio espiatorio del Calvario, è subentrata la Messa paolina, progettata da una commissione preseduta da un massone cui partecipavano sei esperti luterani.
Il Novus Ordo è stato progettato come il rituale dell’assemblea dei fedeli per la celebrazione del memoriale della Morte e Resurrezione del Signore.
Il sacrificio propiziatorio a Dio è scomparso e così pure l’Offerta della Vittima[12].
Nel rito paolino si è inserita la locuzione “mensa della parola e del pane”, ribadita dal celebrante quando invita alla ruminazione dell’una e dell’altro, quasi la Sacra Scrittura sia stata trasformata in un ottavo sacramento.
La nuova Messa è presto degenerata nell’autocelebrazione della comunità, nei gesti di fraternità, nelle preghiere ecumenico-sociali, nei canti per lo più privi di senso e di melodia accompagnati da fastidiose schitarrate.
Il risultato di aver espunto dalla Messa il tremendus divino (l’azione soprannaturale di Gesù Cristo), declassandola a riunione di bon hommes preoccupati della pace nel mondo e desiderosi di effondere amore (peace and love), è stato quello di dislocarla dal suo ruolo di elemento centrale del culto a Dio Onnipotente.
Ed allora un parroco può tranquillamente affermare: “non si preoccupi se suo figlio perde la messa festiva, ci sono vari modi con cui si può ottemperare al terzo comandamento”.
Anche qui l’infaticabile Bergoglio ha dato il suo contributo
- nel non genuflettersi durante la consacrazione.
Santificazioni
Nella finora vana attesa di veder confermata coram populo la santità di Pio IX e di Pio XII, abbiamo dovuto assistere alla beatificazione di Giovanni XXIII, colui che ha virato la Chiesa Cattolica verso la modernità, la svolta all’origine delle deviazioni sopra descritte.
La setta neo-modernista procede imperterrita nell’imporre i suoi eroi e nello stendere l’oblio sui difensori della fede.
Si tratta di un comportamento comune a tutte le conventicole rivoluzionarie.
Analogamente, la Massoneria, a vittoria raggiunta(1870), si affrettò ad elevare monumenti e ad intitolare vie e piazze ai suoi accoliti.
Oreste Sartore
NOTE
[1] Si noti che anche i nemici palesi di Dio utilizzano di preferenza questo termine, che suona positivo, per far passare i loro atti rivoluzionari anticristici
[2] In ottemperanza alla raccomandazione della Costituzione conciliare sulla riforma liturgica de sacra liturgia: «nel rito stesso siano maggiormente posti in rilievo il posto e i doveri che hanno i genitori e i padrini» (n.67)
[3] Mi avvalgo qui di quanto scritto da Lorenzo Bianchi, La grazia viene prima dell’aiuto educativo degli uomini, 30giorni, n.7-8 2002
[4] Annibale Bugnini, La riforma liturgica (1948-1975), Roma 1983
[5] A. Bugnini, op. cit
[6] I riformatori dimostrano di avere un’immagine edulcorata del fedele adulto la cui esemplarità si dà per scontata
[7] Card. Raymond Leo Burke, L'urgenza del ripristino della forma tradizionale della Comunione, Roma, 7 giugno 2014
[8] Bill, battista di religione, da giovane militante dell'Ordine di DeMolay (gruppo giovanile fondato dalla Massoneria i cui affiliati ostentano sull’abito il simbolo della squadra e compasso), ha partecipate alle adunanze neopagane del Bohemian Club (nel nord della California), è membro degli Illuminati e della Massoneria (v. dichiarazione di Virgilio Gaito, ex Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, 1994, 24 settembre). Da presidente con il suo veto mantenne in vigore la pratica abortista con cui, in alcuni degli Stati americani, i bimbi vengono estratti a metà e la loro testa fracassata. È stato fotografato mentre esibiva il satanico saluto a tre corni (come Francesco I ed il cardinale Tagle, v. Corriere della Sera, 14 maggio 2015, e come il noto cantante blasfemo Zucchero nello spot RAI sui programmi autunnali 2016 che si apriva con un omaggio alla dea Iside).
Hillary, metodista di religione, è membro onorario del club Skull and Bones, l’associazione degli Illuminati presente nell’ateneo di Yale cui appartengono anche i Bush. Abortista, continua a sostenere Planned Parenthood, nonostante l’abominevole scandalo che si è abbattuto su questo ente (traffico di organi e tessuti di bambini abortiti). Parlano per questa guerrafondaia femminista le azioni e, più ancora, le foto
[9] Il Clero è continuamente stimolato a conformarsi il più possibile con il libertinismo di matrice sessantottarda tuttora dominante
[10] Visita alla Chiesa Evangelica Luterana di Roma, 15 novembre 2015
[11] Contro il basilare principio giuridico "nemo in propria causa iudex"» (nessuno può essere giudice in una causa che lo riguarda)
[12] Rimando alle varie pubblicazioni che paragonano le due forme ed evidenziano l’enorme distanza tra le due. V. anche padre Gabriele Maria Roschini O.S.M., La santa messa. Breve esposizione dogmatica, Torino, 1941; Frigento (AV), 2010
(Ottobre 2016)
⇒LA RELIGIONE DOPO IL CINCILIO/1: ORIGINE ED ESSENZA
⇒LA RELIGIONE DOPO IL CINCILIO/2: ORIGINE ED ESSENZA