Il segreto meraviglioso del Santo Rosario/5
Perché possiate lucrare le indulgenze concesse ai confratelli del Rosario, sono opportune alcune osservazioni.
L'indulgenza, in generale, è la remissione piena o in parte della pena temporale dovuta per i peccati attuali già perdonati: remissione possibile grazie al-l'applicazione, delle soddisfazioni sovrabbondanti di Cristo Gesù, della Madonna e dei Santi, contenute nel tesoro della Chiesa.
L'indulgenza plenaria è la remissione totale della pena dovuta al peccato; la parziale, invece, (per esempio di cento o mille anni) è la remissione di quella pena che nei primi tempi della Chiesa sarebbe stata condonata dopo una penitenza sostenuta per un tanto di tempo e imposta dagli antichi canoni della Chiesa, secondo la qualità delle colpe. Faccio un esempio: se quei canoni prescrivevano per un solo peccato mortale sette anni di penitenza (talvolta anche dieci o quindici anni!) il reo di venti peccati mortali avrebbe dovuto fare per lo meno sette volte vent'anni di penitenza. Questo in teoria; in concreto erano previste altre disposizioni.
Le condizioni per l'acquisto delle indulgenze annesse al Rosario sono tre: 1) essere veramente pentiti, confessati e comunicati, come è prescritto dalle Bolle delle Indulgenze; 2) non conservare il minimo affetto a nessun peccato veniale, se si tratta di indulgenze plenarie; persistendo, infatti, un tale affetto rimane la colpa, rimanendo la colpa non è rimessa la pena dovuta; 3) recitare preghiere e compiere le buone opere prescritte dalle Bolle.
Secondo la mente dei Pontefici, si possono acquistare le indulgenze parziali, pur non lucrando la plenaria; in tal caso non sarà sempre necessario essere confessati e comunicati. E questo vale per le indulgenze annesse alla recita del Rosario, alle processioni, alle corone benedette, ecc. Tutte occasioni da non trascurare.
Il Flammin e numerosi autori riferiscono che una donzella di distinta famiglia, una certa Alessandra, miracolosamente convertita e iscritta nella Confraternita del Rosario da san Domenico, dopo la morte apparve al Santo per dirgli che era condannata a rimanere settecento anni in purgatorio a causa di colpe commesse e fatte commettere ad altri con le sue vanità mondane, e lo pregò di venirle in aiuto chiedendo ai confratelli del Rosario di suffragare la sua anima: ciò che san Domenico, fece.
Quindici giorni dopo ella riapparve splendente più del sole, ringraziò il Santo di essere tanto sollecitamente liberata dal Purgatorio per le preghiere dei confratelli ed informò il Santo d'essere venuta anche per supplicarlo, da parte delle anime in stato di purificazione, di continuare a predicare il Rosario e a sollecitare i loro parenti a renderle partecipi del merito dei propri Rosari. Esse, poi, li avrebbero ricompensati largamente non appena fossero giunte in paradiso.
San Luigi Maria Grignion da Montfort