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Le cloache di impurità e il bacio di Giuda

“Cloache d’impurità”: così la Madonna a La Salette, più di 150 anni fa. Se erano considerate cloache d’impurità già allora figuriamoci quale sarebbe oggi il giudizio della Vergine sul clero di Santa Romana Chiesa. “Ma va là – risponderà qualcuno – queste visioni apocalittiche sono ormai superate per sempre, erano espressione di una Chiesa gretta e retrograda che si affidava alle presunte profezie di pastori e ignoranti, oggi tutto è cambiato… oggi guardiamo al Sinodo come all’inizio di una nuova Chiesa”. Certo, il Sinodo. Quello in corso non è che un momento nel processo di creazione della nuova anti-chiesa, il migliore fra i tanti possibili, perché si prendono due piccioni con una sola fava: da un lato l’esaltazione della presunta collegialità con l’intento di ammorbidire il primato petrino, dall’altro l’utilizzo di uno strumento di governo della Chiesa divenuto ordinario dopo il Concilio. Dunque in apparenza nessuna rottura.

[...] Ma al vescovo di Roma e alla sua schiera di lacchè poco gliene cale! Il loro intento è adeguare la Chiesa al mondo, eliminare ogni argine, ogni barriera. In poche parole tradire apertamente Cristo e sconfessare il magistero della Chiesa. Ciò non accadrà probabilmente in maniera netta e definitiva, bensì attraverso il ricorso ad ambiguità di varia natura in una perpetua rincorsa fra emuli del papa ciarliero nel torneo che sembra premiare chi la spara più grossa. La tristezza di questa chiesa gerarchica che si presume aggiornata e pienamente svecchiata dal non certo giovane ex cardinale Bergoglio (dunque non un povero eremita vissuto in un isolato romitaggio fino all’età di 76 anni) è che si tratta di una chiesa che ama più se stessa dei propri figli. Ama in un estremo impulso egoistico e narcisistico la propria struttura di potere e non la salvezza di uomini e donne. Ama l’ideologia, la deformazione culturale di chi la guida più del magistero millenario. La politica e il consenso più del Vangelo. Dunque finisce per edulcorarlo ed ha persino l’ardire di piegarlo alle sue insane contorsioni. Come può la sposa di Cristo esser tale quando finisce per contraddire Cristo, per gioire delle masse che offrono il loro consenso entusiasta, o dell’adeguamento ai poteri mondani, senza essere contestata, schernita, oltraggiata? La Chiesa è viva quando è ai margini della società, quando vive le ferite, le persecuzioni che nascono dal rifiuto del mondo, dall’odio del mondo. Al contrario la Chiesa diventa simile a Giuda perché cerca soltanto il compromesso col mondo, non vive la gloria del martirio, ma l’ebrezza degli applausi.

Questa, signori miei, altro non è che l’apostasia. Una mamma che non ricorda al proprio figlio di mettere il cappotto quando fa freddo o che non lo rimprovera quando si accinge a intraprendere un gioco pericoloso è una mamma che non ama il proprio figlio, che è indifferente alla sua creatura, per quanto questa possa rifiutarsi di seguire i consigli della mamma. Allo stesso modo una Chiesa capace di dire sempre di sì, utilizzando il comodo stratagemma della misericordia, accidia di chi sospende il giudizio perché rifugge le responsabilità, è una Chiesa che da madre trascende al livello di meretrice. Si vende sulla strada per un briciolo di notorietà e di consenso mondano. Non sarà più una buona madre perché smette di dire i suoi no con chiarezza e decisione. E’ una chiesa-burocratica che non ama i suoi fedeli, ma solo se stessa.  Ma lasciatemi tornare al tema della responsabilità: è questo il punto centrale. Se nella nostra società tutti rifuggono dalle responsabilità e dalla conseguente coerenza negli stili di vita e nell’azione quotidiana, così anche la Chiesa non vorrà più assumersi responsabilità per paura di essere aggredita, giudicata, vilipesa, per l’evidente incoerenza dei membri della sua gerarchia.

Dopo decenni di seminaristi dalle chiare tendenze omosessuali ascesi ai livelli più alti delle gerarchie vaticane si poteva forse immaginare una Chiesa che non aprisse ai gay? Che non sputasse sulla famiglia “tradizionale” con la solita gnostica passione per le aberrazioni che contraddistingue Bergoglio? No, non si tratta di andare verso i reietti o gli emarginati perché è evidente che oggi gli emarginati sono gli sposi che si giurano fedeltà eterna, che fanno figli e resistono alle battaglie ideologiche di nuovi nazionalsocialismi mortiferi e alle condizioni di vita sempre più difficili per le famiglie nella società occidentale. Questi sono i reietti di oggi. Non certo gli omosessuali o i divorziati, non certo i conviventi e i libertini.

Questa chiesa che apostatizza e viene portata in trionfo dal mondo dei media è la manifestazione istituzionale di una enorme, colossale cloaca d’impurità. L’impurità di chi passa con disinvoltura dall’esaltazione della Verginità di Maria alla piaggeria verso i doni degli omosessuali o le ricchezze delle coppie conviventi. Ma Maria potrà forse osservare con letizia quanto accade nelle ovattate stanze del Vaticano?  Non piange forse la Vergine dinanzi al trionfo dell’apostasia?

I Sacerdoti, ministri di mio Figlio, i sacerdoti con la loro cattiva vita, con la loro irriverenza ed empietà nella celebrazione dei Santi Misteri, con l’amore per i soldi, con l’amore per l’onore ed i piaceri, i sacerdoti sono diventati delle cloache d’impurità. I sacerdoti domandano vendetta, e la vendetta è sospesa sulle loro teste. Guai ai preti e alle persone consacrate a Dio, che con la loro infedeltà e la loro cattiva vita, crocifiggono di nuovo mio Figlio! I peccati delle persone consacrate a Dio, gridano verso il cielo e richiedono vendetta, ed ecco che la vendetta è alla loro porta, non vi è infatti più alcuno che implori misericordia e perdono per il popolo; non vi sono più anime generose, non vi è più nessuno degno di offrire la Vittima senza macchia all’Eterno in favore del mondo. Dio colpirà in modo senza pari. Guai agli abitanti della terra! Dio darà fondo alla sua collera e nessuno potrà sottrarsi a tanti mali messi insieme.”

Dal Messaggio della Madonna a Melania, La Salette, 1851.

Francesco Colafemmina 

 

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