Il potere e la saggezza di Dio non è limitata alla creazione dell'uomo e del mondo materiale. Oltre all'uomo, milioni di creature esistono più perfette dell'uomo, la cui perfezione varia a seconda della loro prossimità alla Santa Trinità. In questo mondo superiore, gli spiriti sono radiosi come le gerarchie celesti di stelle; lì i cori angelici risplendono, lo splendore di Dio divampa in mezzo a loro. "La natura angelica è tutto un mondo di perfezione in sé stesso. E quello che almeno sappiamo è che gli angeli sono sostanze spirituali, incorruttibili per natura, completamente separati dalla materia ed interamente liberi da tutte quelle infermità che ci opprimono in ogni parte. Essi sono tutto splendore e bellezza, e la loro avvenenza supera tutte le meraviglie della terra messe insieme. L'intelligenza è simile a quella di Dio - dice San Tommaso - poiché la loro conoscenza si estende a tutte le verità dell'ordine naturale, come a un gran numero dell'ordine soprannaturale. Essi sono messi al corrente di tutti i segreti della natura e tutto ciò che resta più nascosto alle più grandi menti mai esistite, essi intimamente lo conoscono. Essi sanno innumerevoli cose in uno stesso tempo e nello stesso istante, senza dubbio o oscurità. Non fanno discorsi come noi uomini, né comprendono le cose alla nostra maniera – cioè ragionando da una cosa all'altra - comprendono ogni cosa al volo, ed è per questo che essi sono enfaticamente chiamati Intelligenze angeliche”.
Essi sono agili e vengono spesso rappresentati con ali per sottolineare la loro rapidità. Non avendo corpi, essendo dei puri Spiriti, gli Angeli in realtà non hanno alcuna ragione di avere delle ali. I loro spostamenti si effettuano alla velocità del pensiero poiché essi non sono sottomessi alle leggi della materia. Dotarli di ali è un modo simbolico di esprimere la loro velocità e la loro residenza celeste. L’Antico Testamento descrive spesso gli Angeli come degli esseri alati, cosa che certi commentatori hanno interpretato come una idea presa dalla mitologia babilonese, un recupero dei geni alati che custodivano i luoghi sacri. Comunque sia, è tardivamente, nel IV secolo, che l’iconografia paleo-cristiana dona delle ali ai suoi Angeli.
L’idea che si trattava di una cristianizzazione di divinità pagane, del tipo delle vittorie alate simili a quella di Samotracia, a lungo estesa, è oggi contestata. Il Basso Impero, recuperando l’immagine tradizionale del dio Ermete, che lo si ritroverà spesso associato agli Angeli, darà ai beati Spiriti le piccole ali ai talloni di Mercurio Ermete, messaggero dell’Olimpo. L’immagine dell’Angelo alato soppianterà rapidamente l’iconografia primitiva che raffigurava gli Angeli sotto le sembianze di giovani vestiti di bianco e risplendenti.
I Serafini, al vertice della Gerarchia angelica, saranno dipinti nell’immaginario medievale con sei ali, come li mostra Isaia: “Dei Serafini stavano davanti a Lui, avendo ognuno sei ali, due per coprirsi il volto, due per coprirsi i piedi, due per volare”(Is.6,2). Queste ali con cui essi si coprono il volto testimoniano della maestà insostenibile di Dio di cui anche i primi tra gli Angeli non possono sopportare lo splendore. E possono andare da un posto all'altro in un batter d'occhio, senza che intervenga nessun lasso di tempo. Il loro potere e la loro forza sono indescrivibili. Per riassumere tutte le loro magnifiche qualità, questi spiriti possono essere chiamati specchi puri e splendenti che riflettono l'infinita perfezione di Dio. Creature spirituali, gli Angeli non sono sottomessi alla morte alla quale sono asservite tutte le creature materiali. Abitanti dell’eternità, essi esistono fuori del tempo ed ignorano le piegature dell’età.
E’ a questo stato che fa allusione Cristo indirizzandosi ai Sadducei quando Egli dice loro:”Quelli che saranno stati giudicati degni di prendere parte a quel mondo ed alla resurrezione dai morti non prendono né moglie né marito; come pure non possono più morire, perché essi sono simili agli Angeli, e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione” (Lc.20, 35-36).
Doppio privilegio dell’immortalità e dell’eternità, gli Angeli gioiscono di una perpetua gioventù. “I Giovani” è uno dei titoli che la Scrittura dà loro. Lo smeraldo con cui Ezechiele paragona Lucifero è la pietra dell’eterna gioventù. Ma questa gioventù simbolizza dapprima l’impossibilità per gli Angeli che restarono fedeli a Dio di perdere oramai la Sua grazia. Il grande esponente della scuola francese di spiritualità Jean-Jacques Olier(1608-1657) dice che gli angeli tutti insieme rappresentano l'immensità di Dio per il loro numero illimitato e vario, inoltre ogni coro e ogni angelo in particolare riflette uno degli attributi divini, come l’amore di Dio, la sua bontà, la sua forza, ecc. Ogni angelo dal momento della sua creazione e per tutta la sua esistenza, deve prima di tutto adorare, onorare e amare una particolare perfezione divina; allo stesso tempo egli è predestinato a comunicarci qualcosa della speciale indole e grazia che egli possiede. "Non esistono due angeli che si somigliano; non ce ne sono due uguali. Le perfezioni di Dio sono infinite, e innumerevoli milioni di angeli riflettono queste perfezioni in una maniera divinamente meravigliosa. Non ci sono due uomini, né due donne, perfettamente uguali, ma la differenza tra loro è relativamente sottile, mentre la differenza tra due angeli è vasta, completa. Ogni angelo è differente dall'altro così come una specie differisce dall'altra… Gli angeli sono amorevoli, non hanno la più piccola ombra di imperfezione, né difetti. Niente su questa terra può riuscire a darci un'idea della loro gloria risplendente. Nessun pittore, né un poeta, né un artista ha mai concepito niente di simile. Essi sono la testimonianza vivente della bellezza di Dio".
I quadri degli angeli del frate domenicano il Beato Angelico superano quelli di ogni altro artista tanto che l’altro sommo genio mondiale della pittura Michelangelo Buonarroti ha esclamato vedendoli: "Angelico deve aver visto gli angeli nel cielo; altrimenti non avrebbe mai potuto dipingerli come ha fatto". Ma neanche i quadri del Beato Angelico ci danno la più vaga idea degli angeli veri. S. Brigida, che ottenne da Dio particolari visioni celestiali, ci dice che se vedessimo un angelo in tutta la sua bellezza, saremmo rapiti di piacere alla loro vista, tanto che dovremmo morire di amore. Quando, allora, gli angeli appaiono agli uomini essi assumono una forma umana per non intimidire o confondere coloro che li vedono e spesso esordiscono con queste parole: “Non temere”.
Ma ciò che è di importanza vitale per noi è che i santi angeli cerchino in ogni modo possibile di condividere con noi l’immenso oceano di amore e di felicità di cui essi stessi godono. La loro generosità non conosce limiti. Noi dobbiamo solamente chiedere loro assistenza e favori. Parlando del loro ministero verso gli uomini, il catechismo afferma: "Agli angeli è assegnato dalla Provvidenza di Dio il compito di difendere la razza umana e di proteggere gli uomini da ogni male". E la Bibbia con il salmo 90 conferma queste parole: “Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede”.
Sfortunatamente, non curandoci dei loro sforzi per il nostro benessere, li ostacoliamo costantemente con i nostri peccati, le nostre imperfezioni e specialmente la nostra superficialità. Dovremmo conoscerli meglio ed amarli di più, e dovremmo essere più sensibili alle loro continue ispirazioni, la nostra felicità e realizzazione già su questa terra potrebbe essere indescrivibilmente grande proprio grazie ad essi. Possiamo dire che gli angeli amano appassionatamente gli uomini. Essi non cessano mai di farci del bene, senza trascurare nulla per aiutarci nel nostro cammino di santificazione. Ed è anche una gioia indescrivibile per loro quando essi vedono che quelle anime affidate alla loro cura rispondono positivamente alle loro ispirazioni.
Don Marcello Stanzione