Nostro Signore per addimostrarci quanto la vanagloria sia contraria alla perfezione, ce lo dimostra con quella riprensione che fece agli apostoli, quando li vide pieni di compiacenza e di vanagloria, allorché i demoni si mostravano obbedienti ad ogni loro comando: “non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10,20). E per radicar bene i tristi effetti di questo maledetto vizio nelle loro menti, allorché riesce ad insinuarsi nei cuori, li atterrisce ponendo sotto i loro occhi l’esempio di Lucifero precipitato da tanta altezza per la vana compiacenza che si prese delle doti, a cui Iddio lo aveva innalzato: “io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore”(Lc 10,18).
Il demonio, caro padre, sa molto bene che un lascivo, un rapace, un avaro, un peccatore ha più da confondersi e da arrossire che da gloriarsi e perciò se ne guarda bene di tentarli per questo lato, ma se risparmia costoro da questa battaglia, non risparmia intanto i buoni, massime chi si sforza di tendere alla perfezione. Tutti gli altri vizi predominano solo quelli che si lasciano vincere e dominare da essi, ma la vanagloria innalza la testa contro quelle istesse persone che la combattono e vincono… essa è un nemico che non si fiacca mai, è un nemico che entra a guerreggiarci in tutte le nostre operazioni e se non si è accorti, se ne rimane vittima.
L’Apostolo…ci avvisa: ”se viviamo per lo Spirito, camminiamo per lo Spirito”(Gal. 5,25), quasi come se volesse dirci a comune nostra edificazione: vogliamo vivere spiritualmente, cioè mossi e guidati dallo Spirito del Signore? Siamo accorti nel mortificare lo spirito proprio, il quale ci gonfia, ci rende impetuosi, ci dissecca; badiamo insomma a reprimere la vanagloria, l’iracondia, l’invidia: tre spiriti maligni che tengono schiavi la maggior parte degli uomini. Questi tre spiriti si oppongono estremamente con lo Spirito del Signore.
Guardatevi pure dall’amore di gloria vana, vizio proprio delle persone devote. Esso ci spinge senza accorgercene, ad apparire sempre più degli altri, a guadagnarci la stima di tutti. Anche S. Paolo mette in sull’avviso i suoi cari Filippesi allorché disse: “non fate cosa per vana gloria”(Fil. 2,3). Questo grande santo, ripieno dello Spirito del Signore, ben vedeva in tutta la sua estensione il male che era per apportare a quei santi cristiani, qualora questo maledetto vizio fosse riuscito a penetrare nei loro spiriti…contro questo maledetto vizio, vero tarlo, vera tigniuola dell’anima divota opponete il disprezzo di essa vana gloria. Non vogliate sentire molto di voi: il basso sentire di se stessi, credendo tutti superiori a sé è il rimedio unico per guardarci da questo vizio. (Tratto dall’Epistolare I, II, II edizione anno 1973, 1975 a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni).
San Padre Pio da Pietralcina