L'umiltà e l'orgoglio
In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.
Nel Vangelo Nostro Signore ci parla dell'umiltà e dell'orgoglio: questo è uno dei grandi temi dei Vangeli, della Sacra Scrittura e della nostra vita spirituale, in tutte le sue tappe.
Si può definire l'umiltà come “l'agire nella consapevolezza che si è niente, mentre Dio è tutto”.
Santa Teresa d'Avila scrive che l'umiltà è la verità; l’umiltà infatti si basa su questa verità: io sono niente e Dio è tutto.
Sant'Agostino scrive che l'umiltà è il fondamento dell'edificio spirituale perché, come si può presumere, se si agisce secondo questa verità, questa consapevolezza, si agirà sempre bene, sempre santamente.
Ebbene, se l'umiltà deriva dalla certezza che io sono niente, l'orgoglio proviene, ovviamente, dall'idea che io sia tutto, che io sia, in una parola, dio.
La scelta tra l'orgoglio e l'umiltà sarebbe dunque la scelta tra l'atteggiamento “che io sia dio” e l'atteggiamento “che io sia niente”, che “io sia il centro dell'universo” o “Dio sia il centro”.
Spesse volte però, anche se sappiamo che Dio è tutto (scelta non tanto teorica quanto pratica) non agiamo di conseguenza.
Come, dunque, possiamo raggiungere l'umiltà?
Abbiamo detto che l'umiltà si basa sulla verità che io sono niente e che Dio è tutto.
Per raggiungere l'umiltà bisogna quindi prima conoscere ed accettare questa verità: io sono niente, non esisto in me stesso, ma solo in Dio; non sono buono in me stesso ma solo in Dio; mentre tutta la mia cattiveria e malizia vengono unicamente da me, Dio invece è tutto, è la pienezza della realtà, è la somma di tutte le perfezioni.
Se sono tentato all'orgoglio e alla superbia, posso dunque guardare la mia miseria e i miei tantissimi peccati: di cosa posso essere orgoglioso? “Può essere orgogliosa la polvere?” ci chiede la Sacra Scrittura. Alternativamente posso guardare la Maestà, la Bontà, l'Amore infinito di Dio e imparare ad umiliarmi davanti a Colui che è il Solo davvero Grande; oppure posso riflettere l'umiltà di Dio, che si è spogliato della Sua gloria divina per divenire uomo e servo, e per essere Crocifisso per amore di me.
Un altro metodo per acquistare l'umiltà è quello di praticare l'ubbidienza o ai genitori o ai superiori, o se non ho dei superiori posso seguire i consigli degli altri piuttosto delle mie idee, così mi sottometto agli altri e imparo a prendere il secondo posto.
Descriviamo ora brevemente l'uomo orgoglioso e l’uomo umile.
L'uomo orgoglioso ha un’opinione alta di sé stesso, parla di sé stesso, si vanta, si attende molto dagli altri nei suoi confronti, se viene deluso nelle sue attese si offende, si arrabbia, si rattrista, si lamenta. Quanto agli altri, non chiede mai dei consigli perché crede di sapere tutto lui, non si cura di nessuno perché si cura solamente di sé stesso, se un'altra persona ha un successo qualsiasi, ne è geloso perché vuole avere per lui ogni successo.
Invece l'uomo umile ha un’opinione bassa di sé stesso, sa che è niente, non parla mai di sé stesso, non si vanta, non si attende niente dagli altri perciò non si offende, non si arrabbia, non si rattrista, non si lamenta. Chiede consigli perché sa che è limitato, si cura degli altri, si rallegra dei loro successi e della loro felicità.
Osservando questi due comportamenti riguardo a Dio, vediamo come l'orgoglioso non pensa mai a Lui perché ha fatto di sé stesso un dio. Invece l'umile pensa sempre a Dio: riferisce tutti i suoi pensieri e tutte le sue azioni a Lui perché sa che Dio è tutto; sa che solamente in Dio si può vivere ed essere felici in questa e nella prossima vita; sa che tutta la bontà che si può possedere viene da Dio mentre tutto il male viene da sé stesso, e non osa neppure alzare lo sguardo in alto, ma si percuote il petto dicendo: “O Dio, sii clemente con me peccatore”.
Padre Konrad Zu Loewenstein